MCCCCCIII, OTTOBRE.
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   Di Brexa, di rectori. Di cerio Marco Negro retenuto per li syndici. Item, di proveditori sora la1 exation di campi di Corfù et Spalato, come dirò di sotto.
   Di Riva, di sier Vetor Pisani proveditor. Contra uno fratello dii contestabile, fato assa’ insulti. Fu strilo di ziò*al capitanio di Vertma. E! altre lettere non lette.
    Si reduse il Colegio di le biave. Era sier Polo Barbo procurator, sier Zacharia Dolfiu governador, sier llironimo Querini et altri pratici di biave. Fen-
110	alcune provision, neseio quid, perché non era.
   Fu consultalo di scrivpr a l’orator a Roma, in risposta dii breve mandato per il papa, una savia lettera juslifichata el degna, ut in ea, dolendosi di tal breve, e dirli il bon voler nostro, e le zente fo mandate in Romagna a beneficio di la sede apostolica. Etiam fo laudato da tulli di Colegio. Item, un’ altra lettera al ditto orator con dirli si più Orsini li parlasse sia neutra], perchè senio in confederation con Franza e amicitia con Spagna, pur si ricordi saria bon Colonesi e Orsini fusseno d’accordo. Item, non si fidano dii duella Valentino, qual li ha posto man nel sangue.
    Da poi disnar fo Pregadi: non fo leto alcuna lettera per non esser.
   Fu posto per li eonsieri, una gratia di Zorzi Spavento conza la chiesia di San Marco, dar a suo fiol 1’ olino dii soldo per celilo al zudega’ di Fore-slier havia Nicolò Malipiero eh’ è morto, con con-dition la sia presa a gran Consejo. Et fu presa, 1-40 no, 111) sì.
   Fu posto, per sier Domenego Marin e sier Al-vixe da Molin savii dii Consejo, e li' savj di terra ferma, le lettere a Roma, con condition si balotase-no a una a una. El sier Marco Antonio Morexini el eavalier procurator, savio dii Consejo, contradixe a tal lettere, dicendo era gajarda, non voleva iritar il papa ; et messe insieme con sier Piero Duodo consier, de indusiar. Li rispose sier Alvixe da Molin. Poi parlò sier Antonio Trun savio dii Consejo contra le lettere, ma disse non voleva meter nulla. Ultimo parlò sier Lorenzo di Prioli e aricordò si rispondesse ad alcune parte tochava il brieve che per insidie volevamo tuor Cesena, e di la protettone fata al ducha Valentino per la Signoria nostra, si era
o	non. Or andò la lettera di scriver : fo una di no,
07	di la lettera, 102 di l’indusia, e questa fu presa, et d’acordo indusialo l’altra lettera et licentiato il Pregadi hore ‘23. Fu preso l’itidusia perchè di hora in hora si aspela lettere. Fu etiam scrilo per Colegio,
in exeeution di altre parte a Roma a l’ora (or. vali di haver le bolle dii vescoado di Verona conferito al cardinal Corner per Pregadi.
   A. dì 4 octufmo. Fo el dì di San Francesco. In Colegio. Vene el conte Lodovjco di Canossa orator dii ducha di Urbin, col qual fo stipulato li capitoli di la conduta, ut patet, e sia pagato di 3 mesi in 3 mexi, e sia tolto il suo stato in protetione, e di fioli legiptimi e naturali a chi lassasse il stato etc. Et cussi fu purgato l’instrumento.
    Da Ravena, di 2. Di l’intrata fata per sier Nicolò Donado capitanio.
   Item, mandano lettere abuie dii conte di Soja-no, di ultimo. Avisa il signor di Rimano esser l'uzrto a Pexaro. Latantio è lì apresso Sojano. In Cesena disordine ; il ducha di Ferara e fiorentini à mandato a dir li voi aiutar. Aricorda si conforti il ducha de Urbino ; li castelli solo Cesena è vuodi. El conte Nicolò di Bagno è fato dii Valentino, et il duella di Urbin, a requisition di Hercules Bentivoy, li ha restituito il suo. Item, essi rectori mandano una lettera abuta di Cesena di Andrea di Monte governador generai di Romagna, qual scrive, che por che la dona di uno Malilonato castellali di Rimano sia in Ravena per obstasa, data al signor Pandolfo per certi danari, però voria la fusse in monastero posta. Item, il capitanio di le fantarie, qual fè 100 provi-' sionati per uno mexe, voria saper si li dieno lenir ; et Lazaro Grasso governador di fanti, vene con fanti 278; tochò pocho, son quasi tuli partili; restali con li vecliii. Etiam lui inedemo scrive a la Signoria nostra.
   Da Spalato, di sier Hironimo Bernardo conte e capitanio, di 2 septembrio. Come, richiesto da li conti di Clissa, era andato a_veder li confini. Quali venuti li disseno il bisogno loro, e non si provedendo anderiano in captività. E vele il passo, dove fu fato una muragia in una valisela da monte a monte per li conti di Spalato passati, e bisogna refarla di novo, e far una torre sopra il monte che guarda la valleta ; ma a farla li castelani parelio contrarii, ma zonto il ducha ìi promovtrà. Poi andò a Clissa per veder la forteza, la qual è a traverso de un colle sopra un sasso vivo dcspicato di sopra dal colle, da la banda di ponente circha passa
8	e manclio, da la banda di levante circha passa 12; largo circha 0 passa, sul quale da la banda di tramontana’ è il castello con uno dirupo molto profondo, da l’altra testa verso griego à l;t porta dii borgo, e per quella si và verso il castello dove si trova do custodie con sue torre con uno revelin : sicliè