267 MDXXV, MAGGIO. 268 tornano verso Carpi. Et perchè era sta trovato 4 corpi morti di essi spagnoli, hanno brusalo una caxa e altre caxe 20 et menato con loro il Podestà è lì per il ducha di Ferrara et alcuni citadini, con volerli dar taia; et fato altri danni; e andati verso il bolognese. De Yspruch, di sier Carlo Contarmi ora-tor, di 24 Aprii, qual mancava a zonzer, et hozi è venute. Scrive, come quelli signori (radano tregua con li villani, dicendo loro volersi remeter a iuditio di qualche uno sincier, et elezerano volersi remeter in questo Serenissimo. Sonc. stà mandati messi hinc inde, et ultimo questo Serenissimo ha mandato uno suo genlilhomo ad essi villani. Non si sa quello succederà. Scrive, lì a Yspruch è venuto uno messo dii signor ducha di Milan qual ritorna di Engilterna, et è quello che portò la viteria a Soa Maestà ; qual dice che quel Serenissimo Re iacea grande preparatione per passar su la Pranza, et indicasse fin a questa hora fusse principiato il passar di le gente. Questo Serenissimo haexpeditoquel medesimo messo nuntio di la Cesarea Maestà in Italia a quelli signori. Non se intende la causa. Scrive, questa matina si hauto letere di Trieste di quel vescovo, qual scrive che assai turchi si calavano a la volta de la Crovatia, et che si havea haulo vista di galie 10 et alcune fuste verso Segna. Idio vi metti la mano. Dii ditto, di 30 Aprii. Scrive, de qui. più che mai procedeno le nove di questi villani ; et ancor che una parte di loro habbi contentato a la treugua, hanno una conditione che sieno eledi di le terre franche tre de li principali che odano et difiniscano le difierentie sue ; et non possendo expedir, che ’1 sii eleclo uno de li principi che non habbia interesse, qual sia iudice ut supra. Et ditta triegua è per uno anno. Li altri veramente vanno di longo et hanno preso due terre dii ducalo di Verliinberg, zoè Stocard et Canslor aspectanle a questo Serenissimo principe, et è le principal di quel ducalo. 173* Hanno expulso lo episcopo Bambergense; hanno molto grande capitanio il quid è di la terra de Vi-lacho. Hanno fato asaper a Io episcopo di Arzentina, che se lui voi esser suo signor lemporal et mandarsi lo accepteranno, altramente daranno lo episcopato ad uno canonico di quel loco qual voi mandarsi ; et certamente tutte queste e terre e lochi è in questo, che non sà come si farà. Questo Serenissimo ha mandato in Italia a tuor 300 cavali lizeri, et in queste parte ha deliberato far £00 homini de arme. Che però non sono più di una lanza per homo d’arme. Et già qui ne son gionli heri homini d’arme 50 che è a la guardia di Bolz, et li altri se expedano. Ha dato voce de far fanti, et voi andar a li confini soi. Non sa quello sequirà. Idio li meli la mano. Tutto procede da Lulhero. Sumario di una lettera di Roma a Francesco 174 Spinelli mandata, scritta per Marin da Pozo a dì 3 Mazo 1525, in Roma. Il Nostro Signor andò Domenica a di ultimo Aprii di poi pranzo a Santo Janni con honorala compagnia secondo il solito, et hebbe di la polvere quanta ne volse. Entralo nella chiesta, li fu mostrato le leste di San Piero et San Paulo; poi andò a fallar grande, disse alcune oratione, et se ne partì, et non fece le cerimonie solite di pigliar possessione et coronarsi. Credo non habbi voluto far per dar spe-sanza che habbi a farlo, che in vero ormai tulli cri-davano. lo penso non habbi a far altramente, pur potrebbe esser. Vene poi la sera a Santo Apostolo nel palacio di Colona, et dormite lì, dove si restò doi cardinali Cibo et Redolii : lutti gli altri si parti-. rono. Erano tutti al numero.....La malina poi, primo Mazo, si cantò la messa per il Cardinal Colona, et fece l’oration brevissima lo arzivescovo Sipontino, et cussi publichorno la liga. Da poi pranso, ne la chiesia fece la festa solita de primo dì de Mazo, con gitar pavoni, fagiani, avagie, colombi e tortore, che durò forsi tre hore questa bragia, et erano gitali dal Papa et cardinali. Io fui nella chiesia et hebbi tante spente, et strete e caldo, ch’io ho iurato mai più andarvi. Se ne ritornò poi a palalió con la compagnia solita. La sera fa fato fochi etalegreza per molti imperiali ; questa è slà una loro festa. Li francesi per hora stanno quieti; venirà la loro. TJnde ritornò al pranzo il Papa, et cardinali se partirono, che non volseno restar da 5 in 6 cardinali. Nella publication de la liga non fu nominato altri che ’I Papa, Impe-ralor, Ingillerra et l’Archiduca ; vero è che di poi li ambasciatori, zoè fiorentini, di Milano et di Manloa, andorno dal Papa a iurar. Certo non è stata troppo acetta al populo. Sono hogi......di Milan, che scriveno che speravano di qualche acordo, et che li lanzinech si partivano pagali, che par l’impresa di Pranza si risolva in nulla. Si ragiona molte altre cose. Idio meti una buona pace Ira cristiani, che ben sarebbe hora.