199 MDXXV, APRILE. 200 gnori è sta fato intender a li pregioni hanno, che quelli che non harano pagate le sue taglie li mande-rano per tutta questa septiniana a Napoli. Scrive, in Franza voce è che armano, et che harano 12 mi-!ia Ianzinech. Scrive, heri combaterono in stecatoin uno loco dii mantoan el signor Sforzin, eh’ è streto parente di questo illustrissimo Ducha, et il conte Brunoro di Gambara brexano : et per li avisi venero heri sera, Sforzin par babbi vadagnato. De Ingalterra sono ad visi che quel serenissimo He vo-| lea passar su la Franza. Et alcuni spagnoli che erano al'ozadi sul piasentin, sono venuti sul cremonese. 129* Dicono, questi signori cesarei esser venuti perchè voleno mudai" la vardia a Pizegaton al Christianis-simo re, ¿1 quelli sono a Pizegaton farli andar poi sul piasentin. Di Crema, di 18,hore 24. Come altro non ha, salvo che, olirà monsignor Beurert venuto di la corte di la Cesàrea Maestà, si aspedava uno altro nominato monsignor Pignaloso. a. Di Franza fo leto alcune lettere, ' da Lion, di . !.. . dii signor Theodoro, senza cazar i pa-palisti. Il sumario dirò di sotto. Fo etiam ledo la risposta se dia far a 1’ Ora-tor cesareo in materia di lo acordo si Irata, senza cazar li papalisti. Da pòi disnar fo Pregadi, et venenó molti pa-palisti. El prima fo Consejo di X con la Zonla ordinaria, et preseno di aprir alcune lettere al Consejo. Di Milan vene lettere di V Orator nostro, di 19, liore 20. Come Io illustrissimo signor Viceré hora si parte per Pizegaton per andar a parlar al Christianissimo re. Seco va monsignor di Overet stalo a Lion da la madre, et li porta alcune condi-tion di acordo da parie di la Cesarea Maestà. Item, hora si parte per la corte di l’Imperalor el Culinaria che vene di Roma, el etiam fino 4 giorni el dito Beurol nnderà in posta. Eri se partì el vescovo di Pistoia nontio pontificio, ritorna a Roma. Scrive, heri ancora non fu publicà cosà alcuna di la liga, ma ben eri sera el castello tirò alcuni colpi di artel-laria in segno di alegreza. Scrive a monsignor di Barbou è venuto il capitanio Pelu per nome di lo Imperador, al qual per quanto si dice ha riportalo la confirniatione dii matrimonio di esso Barbon in madama Lionora sorella di l’Imperador con ducali 200 milia di dotte, et apresso li dà il Slato suo, e promette darli la Provenza con farlo Re di essa. El qual Barbon li ha mandà hora le lettere di Spagna di P Orator nostro, drizate a la Signoria nostra. Item, scrive che apresso lo illustrissimo signor Vi- ceré altro non è di novo, ancor che questa matina sia stillo con sua excellentia, et etiam è stato con lo illustrissimo signor Ducha. Item, che la liga- si dovea hozì publicar da poi disnar, et che esso Orator nostro non vi sarà. Et che Beuret e il Carazolo oratori cesarei hozi haveano udito messa in Santa Maria di le Grafie lì a Milan, e par vuoleno luor la impresa contra Franza. Copia di una lettera di sier Andrea Conta- 130 rini fo di sier Alvixe, data in Murzia, a di 28 Zener 1524, drizata a sier Gasparo Contarmi orator apresso la Cesarea et Catholica Maestà, suo fratello. Magnifico et honorado fradello. Dal Masaron per un messo aposta vi scrissi, et a hora si replica di la nostra malia ; che in vero quando mi penso mi par quodammodo esser fora di me; che ’I nostro signor Dio ne sia sempre lau-‘dato. Essendo in el Masaron a la marina, dagando presto expediment# al dispaso nostro, fosemo asal-tadi et retegnudi nui tre Patroni, dui scrivani et un fiol di missier Aguslin da Mulla et uno de mis-sier Zuan Donado da la Becharia, a requisition de questi Inquisitori. TJnde fossemo menadi in uno castello, et poi la matina sequenle qui in Murzia ; unde siamo stati tutti examinadi, el breviter li diseno che la relenzion nostra non è salvo che questi Inquisilori voi che se li dagi lutti i libri è sopra le galìe, overamente voi poter vegnir in galla a mirarli si rie son niuno che sia conira la fede nostra. Qual relenzion diceano esser sta co-mandà per el signor Inquisitor zeneral qual se alrova de lì, con volunlà di la Maestà dii Re; la qual cosa potreti considerar di quanta importanza la sia, sì per el tardar de la galìa, come per dover andar le galìe senza nui, che ’1 cor mi crepa di dolor. Non bisogna dir altro, salvo ringratiar la bontà divina ; e più ne è stà ditto per questi Inquisitori, che non dagandoli muodo di veder ditti libri, li era forzo procedano contra de nui. Et perchè, come sapele, credo el Capitanio non el posi far per le leze nostre, vedete in quanto travaglio si trovamo ; et ne par, per opinion de lutti nui tre-vi ter la cosa sia impossibile di expedirlo de qui. Li habiamo mostrato li nostri salvi conduti, i qual son di tal maniera, come sapele che mai credo non ne sia stà facto i, simel, tamen nulla ha valuto: