47 MDXXV, • Monsignor d’Ancy capifanio generai de la fontana francese, » de Margyron, Et capitanio Inbault, Monsignor de Ruffech, y> de Bones magistro de cassa del Re, E1 capitanio Preponi, Monsignor cadet de Duras. Et molti altri a gran numero de la casa del Re, così gentilhorneni, come officiali, domestici, gente de canzellaria, et arzeri et gran numero de elvetii più honorati, fra quali sono sei capitanei, et Jovan dall’ Andrech, Prandicher et il giovane conte de Luff, tutti (re capitanei de lanzchinechi. Altri gran maestri morti in la bafaia. Francesco fratello del ducha di Lorena, Monsignor de la Tramoglia, » lo Admiraglio, » de la Paliza, 30 y> el marescalco de Scianbanz, » Gran Scudiere .... San Severino. j> de Busi de Amboysa, El ducha de Suffort anglese la Bianca Rosa, El conte de Tuondourre, Monsignor Schiamund de Amboysa, » de la Moretta, El capitanio Fedrico Calaygne locolenenle des char-ges de la guardia, El prevosto di corte, Monsignor de Sainont, Rodolfo a la Langemantel capilaneo de lanzchinechi, Diespach da Beri a colonel d’ Elvelii. Et molli altri capitanei che ancor non si sapevano. De franzesi, lanzchinech, elvetii, et italiani, tra morti et negati, si iudica passar el numero de 13 milia, fra quali sono olirà 0 milia elvelii. El resto qual scampò da la bataglia, si rese, et erano cerca tremile spoiati si lasavano andar ad casa ; ma li vi-lani li amazavano alla stilata. Di cesariani non è morto 400 homeni, et niuno da conto, o di nome, salvo tre genlilbomeni del principe, cioè Quintaneglia spagnolo, Spijpach ale-inano et La Torre borgignono. 31’) A dì 6. La matina per tempo, reduto il Collegio, per le lettere di Roma venute questa mati- ii) L» corta 30* i bianca, MARZO. 48 na, di V Orator nostro, di 3. Come il Papa è in gran paura, et scrive coloqui bauli insieme zereha agendis, et la notle havia expedito in posta 1’ auditor di camera et il cavalier Caxalio in Ingallerra, et li havia ditto saria bon la Signoria etiam lui ha-vesse suo orator in Anglia. Item, voleva mandare fra’ Nicolò episcopo di Capua, qual era a Piasenza, a l’Imperator, qual però è indisposto, con dir voleva mandarli uno Cardinal per far acquietar le cose eie. et par voy mandar il Datario episcopo di Verona al Viceré. Conclusive il Papa trema, dicendo saria bon lui e la Signoria si adatassemo con l’impera-lor. Item, di certo disordine seguito in Roma, come dirò di sotto. E il ducha di Sexa orator cesareo cavalcò e fé quietar le cose. El ducha de Albania è indisposto alquanto in Fornello longi’ da Roma mia 12; et altre parlicularilà, ut in litteris. Di Marin di Poso, di Roma, di 3, vidi lettere drìzate a Francesco Spinelli. Come beri, circa a le bore 12, si atacarono insieme alcuni fanti e cavalli Colonesi con fanti et cavalli Ursini, et fu a San Paulo, dove li Ursini si miseno in fuga et fu fato pregioni molti et circa da 50 in 60 morti, et molti anche se gitorono in fiume, e si levò rumor per Roma, che tutti serono le botteghe, et li Collo-nesi stavano alle strade per Roma et facevano pregioni questi poveri fanti. È sta un bruttissimo allo, et il Papa ha sentito dispiacer grande. Serono subito le porle dii palazo, et li svizari caricorno le ar-tellarie et se miseno intorno el palazo, e tutta questa nocte passata sono stati in arme. Et li Ursini et Colonesi si haveaao messo in arme, tarnen il Papa gli mandò a dir che dovesseno deponcr le arme; si che non è seguito altro. Quando fu el rumor, li capi de li Ursini non erano in Roma: che se fusseno stati non poteva seguir se non disordine et grande. Anco é restato alia porla di Santo Paulo le fantarie de colonesi, et si ragiona che li Ursini si metieno in ordine, tamen crede non sera altro. Questi Orsini è sì disperati per la presa dii re Chrislianissimo e li Colonesi insuperbiti per la vittoria I Iddio sia quello consegii ben questi signori, che ci bisogna ! Vene in Collegio sier Antonio Capello qu. sier Marin, qual rimase zà do anni Procuralor, dovendo intrar a di primo Marzo 1525, et cussi buttado le tessere per ;i Serenissimo in qual Procurala dovesse intrar, li tocò la chiexia di San Marco. Et cussi, accompagnalo da li Procuratori, non però niun di vecbi vi vene, il più vechio era sier Alvise Pasqua-Ugo, ,i i. vestito di veludo cremexino et allri parenti et zenliihomeni invidati, di seda et scarlato. Et