3-27 MDXXV, MAGGIO. 328 Come il Capitanio zeneral havia mandalo el Fera-molin con 50 balestrieri sopra il Polesene. Di Ferrara fo lecto uno aviso di uno foraus-silo existente de li. Come il signor Duca havia dato a’ spagnoli ducali 25 milia mandati al Viceré, qual li havia promesso far levar li fanti spagnoli de su il ferrarese auti li danari, et iarnen li spagnoli non non si moveno. 213* j)i Brcxa, vidi lettere di sier Antonio Su-rian dotor et cavaìier, di 18 Mago, parti-cular, qual scrive aver nova che il marchexe di Pescara havia fatto levar li lanzinech che erano in Pavia, et mandati a Gambalò, dicessi per suspecto de francesi che é fama i calino di qua da monti. Item, hassi che, essendo eri stato il provedilor Pe-xaro e 1’ orator Venier con il signor Viceré, lo ha trovalo assai più piazevole dii solilo, el Ircviter é redulo in ducali 100 milia, zoé 80 milia de praesenti et 20 milia in tempo de doi mesi. Dillo Viceré si parte et va con il re Cristianissimo per andar a Napoli, e però non ha potuto concluder altramente; ma ha lassalo il cargo di le zente, come di questo tralfamento al marchexe di Pescara et monsignor di Borbone. Et così il Provedilor è ritornalo a Crema e dove parerà il bisogno. Di Franza, questa notte è passalo di qui Zorzi Sturione mandato dal signor Teodoro Triulzi a la Signoria. Dice di grandissimi preparamenti si fanno, et che dreto lui viene uno altro personagio con mandalo di sigilar, notificar et asecurare la Signoria nostra di quanto prometterà. Monsignor di San Polo eri ad hore 15 zonse qui a Santa Eufemia.Non volse partir di là, perchè voleva pur venir a Venetia, ma el signor Duca capitanio generai nostro ha operato tanto che l’ha tolto la via de’ grisoni. 214 Adì 21, Domenega. Il Serenissimo non fu in Collegio per farsi certi profumigi a le gambe per disecarle; siche la matina slà inquieto. Di Hongaria, di Vicenzo Guidoto secretano, date a Buda, a dì 8 de l’instante. Come era venuto uno nontio dii Signor turco al re di Poiana, con il qual sono rimasti d’acordo et hanno falto Irieva et paxe insieme, et cussi voi far etiam di questo regno di Ilongaria e il Ile li ha manda soi agenti con comniission di concluderla. El reverendissimo Cardinal Campeze legato è lì a Buda, et esso Secretano li ha parlalo; qual dice non saper nulla, et ha spazato lettere al Pontefice con tal aviso. De Yspruch, di sier Carlo Contarmi orator, di 17. Il sumario dirò di sotto. Et scrive, li villani, mandali li capitoli a questo Serenissimo,Ji ha acetati, et Soa Excellentia era andato nel suo campo e parlato con loro capi, et donatoli una bota di vm. Li quali capitoli, tra le allre cose, contengono che Soa Maestà stagi fermo in Yspruch, et quando voi andar a la caza meni con se chi li par; ma non andando lui non voleno niun vi vadi. Item, che li episcopi habbino intrada solum ducali 400 per uno, el li piovani di le cbiesie ducati 100 e non più, et allre cose etc. Da Crema, dii Froveditor zeneral solo, date a dì 19, hore 3. Come quella mattina Porator Venier parli per Milano. Ha, per uno venuto di Pavia, che 2500 lanzinech erano partili de lì el andati ad alozar a Tortona. Et col Viceré esser 8 bandiere di fanti, 300 cavali lizieri et 200 homini d’arme, et havia tolto il signor Federico di Bozolo prexon in Pavia, el lo conduse col Re a Zenoa. Monsignor di Barbon era andato dal re Cristianissimo, da Soa Maestà richiesto per parlarli. Item, come li fanti spagnoli vano verso monti, perche li forniscili milanesi licen-tiati di la Franza viène zoso depredando. Lui Pro-vedador va a Bergamo, el il Zeneral voria venir a Padoa per 4 zorni. Di Bassan, di sier Hironimo Lippomano podestà et capitanio, di.... Con avisi di villani di successi loro; la qual lettera sarà copiada qui avanti. Vene 1’ orator di Ferrara, dicendo haver lettere di domino Achile di Pii suo orator apresso il Viceré, che Soa Excellentia havia scritto li spagnoli si levas-seno di Lodi di esso Duca perche fanno gran danni; sichè si doveano levar. Da poi disnar fo GranConseio. Non vene il Doxe, 214* perche si fa profumigi a le gambe cb’e alquanto in-Bade. Fu fato Avogador di comun sier Marco Loredan fo podestà a Brexa, qu. sier Domenego, qual è stato do volte Avogador di comun, et vene per scurtinio, el per la prima elelion, et in la seconda et terza Io Marin Sanudo fo di la Zonta, qu.sier Lunardo, in la 4. sier Malio Lion fo avogador di comun, qu. sier Lodovico in scurlinio. Fu solo sier Francesco da ca’ da Pexaro fo podestà a Padoa, qual fo tolto contra il suo voler. Fono miei piezi realmente sier Alvise Salomon qu. sier Vido et sier Zuan Piero Gixi qu. sier Antonio. Fu falto altre voxe e tulle passoe. Fu posto dar licenlia a sier Marin Malipiero podestà di Albona di venir qui. Presa : 1126, 174, 7. A dì 22. La mattina il Serenissimo ¡usta il solilo, non fu in Collegio, el non fu lettera alcuna di niun loco.