133 MDXXV, MARZO. 134 gnor Joanne di Medici e toltoli da 25 cavalli. Per il che esso signore ha fatto pigliare el svalisare cerca altratanti spagnoli et altri imperiali si trovano in questa citade; la qual cosa è stata molesta a questo signor Legalo. Fa ogni conato acciò li sia restituito il tutto, per non apizar foco, el non dar materia ad essi imperiali de far peggio, E venendo ditti lanzinechi, non credo il signor Joanne de Medici stia in questa citade ; pur mostra di non temer. Ex litteris datis t’i rmac, 26 Martii. Li lanzinechi, che sono in piacentina, sono venuti in qua e si trovano a Castello Arqualo, dove expectano una paga. E il Reverendissimo tiene hab-bino a venir in qua e passar più olirà con le zente d’arme imperiale allogiate in questo di la Chiesia. Ancora non si sa quello si ha da fare, nè da concludere ; le qual gente d’ arme hanno commission * a star ad ordine per cavalcar. El signor Joanne Medici ha licenliati quelli soldati imperiali che fece pigliar in cambio de li soi che furno svalisati. Il Gran Maestro di Franza è morto di sua morte, e cussi ha pagato la taglia, qual torsi bisognerà il figliolo, ch’è pregione, la pagi. Tien che’l duelo non seguirà più tra il Sforza el il Gambara. Il termine si prolungerà per lutto li 15 del futuro. Io ho da uno di la faction gelpha, la Francia armarsi el fa grandissima provision per defendersi accadendo, et che svizari gli aderiscono, si può credere per coprire in parte la loro vergogna. Et Laulrech è sta èlecto generai governator di la Francia, et ha-verà in special regimento Gienna, Linguadocca, Delphinato et Provenza, Lanson de Normandia, Ghisa fratello di Lorena de Zampagna et Bergo-gna, Vandomo di Picardia, Bertagna da sè medema. Ex litteris Bomae, 21 Martii. Come Nostro Signor li ha dillo haver hauto lettere di missier Bernardino di la Barba, qual scrive li imperiali esser di optima mente verso Sua Santità, facendo molle scuse di le gente che sono in piasentina et parmesana, dicendo non esser per altro, che essendo stà indrizati con animo di venire a la volla dii ducila de Albania, si sono poi firmati lì, sì per la carestia del vivere che si ha dal canto di Milano e Pavia, come per interlenirli fin che vi sia il modo di darli dinari, al che si attende con ogni diligenlia, e prometeno quanto più presto si possa di levar dille genie de su quel di la Chiesa, e far lai demonstration che Sua Beatitudine conoscerà che hanno quello bon animo verso quella che deveno, et che si conviene alla observantia che li portano. Et dicono volersi remetter liberamente alla parola di Sua Santità circa il partir di queste bande dii ducila di Albania con le gente sue, e non voler cercar altro, poiché lei li ha fatto intender che sono in breve per imbar-carse; et con molte altre bone parole assicurano Sua Beatitudine che lei ha da esser quella che con il meggio et auclorità soa Tasselli le cose de Italia, come anche altro volle gli hanno fatto intendere. De modo che Sua Beatitudine tien speranza che cussi habbia ad esser, e che dal canto loro non sia per mancare de assettare queste cose de Italia per poter attender alla expeditione di Franza ; alla quale Sua Santità tiene per fermo si abbia ad andare. A dì 29. Veneno in Collegio li oratori cesarei 881) Carazolo et Sanches, et cazadì li papalisti, li fo fato lezer la risposta presa beri nel Senato a le proposi-tion hanno facte per nome dii signor Viceré. Da poi disnar, fo Pregadì per scriver a Roma, et fo letto : Di sier Fiero Zen, da Cataro, di...... di V instante. Come havia adatà quelle cose di confini de......... et si partiva per venir a Sibinico per conzar quelli confini et cose di Scar-dona, et.............. Da Milan, vene lettere dii Venier orator nostro, di 27, hore 23. Come in quella malina li oratori fiorentini haveano hauto audientia dal illustrissimo signor Viceré, et corcrano la fortuna col Pontefice. Dii qual è pur li doi episcopi soi oratori de lì. Scrive haver inteso, lo illustrissimo signor ducha di Ferrara ha conzato le cose sue col Viceré, et li dà ducati 50 milia. Il signor Viceré el il mar-chexe di Pescara beri cavaleono a Binasco : si dice a parlar con li capi di lanzinechi sono in Pavia, aziò si levino de lì ; e cussi hanno promesso di levarsi. Item, per via di Zenoa, si ha lettere di Spagna la Maestà de 1’ Imperador veniva a Barzelona, et ancora non havea inteso la nova de la victoria. Di Brexa, dii Proveditor generai, di 28. Scrive in soa excusation zercha li lamenti fanno li (1) La carta 87 o 87* è bianca.