183 MCCCCClll, OTTOBRE. 184 doleva ; che ’l Cardinal Roan era sta la causa per aver dato favor et spale al ducha Valentino loro nimi-clio, cargando molto questo ; et che questo hodio col ducha e li danari li ha dato spagnoli li ha fato acordar ; e che Bortolo disnò quel zorno col Cardinal San Severino etc. ; e sopra questo fo ditto molte cosse, sì per el principe come per molti di Colegio, per excusatione noslra. E1’ orator era in colera, dicendo se diseva la Signoria havia dà li danari, perchè li fo ditto spagnoli li havea dato ducati 15 milia etc. Poi pregò si scrivesse a l’orator nostro è in Franza per justifieation noslra eie. Item, pregò si scrivesse a li passi, perchè à visto lettere vien de Trieste fanti «lemani. Et il principe, rasonando e dicendo mal dii ducha Valentino, (disse) che per le operatione sue calive chi ’l difendeva feva mal, come alias esso orator disse in Colegio. E dicendo di papa Alexandro, disse ’l principe aver udito una cossa come facecia, la qual però la voleva dir: che par che ’l zorno il papa si amallò, el si domcntichasse l’anello papal, quel sub anulo piscatoria, su una finestra, e partito, lo mandò a luor per uno suo, qual trovò uno puto l’avea in man, qual disse non ge lo voleva dar si non al papa proprio, e il papa miratosi, andò. El qual puto li dè l’anello, dicendo: « Papa Alexandro tu ’l gallerà pocho, tu vien armado » però che ’l papa si messe adosso il corpo di Cristo. Or andato in camera con gran timor, sopravene uno babuin per la soa camera et saltò fuori, et uno Cardinal corse per piarlo, e preso, volendolo presentar al papa, il papa disse : « Lasalo ! lasalo ! eli’ è il diavolo » et poi la note si amallò cl morite. Et dittò tal favola, tutti rise, dicendo certissimo era andà a cha’ dii diavolo et pezo anderà questa perversa anima di Valentino. Vene uno eorier di la marchesana di Mantoa, volendo, justa li anni passati, una lettera di trar "20. bote di vino di Friul per suo bever, senza dazio. Et il principe li disse non voleva, perchè a sier Dome-nego Bolani veniva capitanio di Cremona, a Borgo-88* forte li fece pagar ducati 18, dolendosi. Di Spagna, di l’orator, vene lettere di avo-sto replichiate, et di 4 septembrio, che prima non si havea auto. Il suniario è questo. Prima : dii 20 avosto, che ’l re di Franza mandava zente verso Perpignauo etc. ; et cussi il re mandava a l’incontro. Ilavia butà 3 galie nove, di G fa far, in aqua. Item, di 29 avosto; in zit'ra. conte il re li ha ditto li piace che Franza li habi roto etc. Item, suo -fiol, arzivescovo di Saragosa, naturai, dovea venir lì, e non sa la causa, si non per le cosse di Perpignauo. Item, che li oratori cesarei, stali cinque mexi lì senza avisi dii suo re, si voleano partir etc. Item, che la Chalhelogpa si havia risolto a darli 200 homeni d’arme, 200 fanti pagati per tre anni, et lire 50 milia di moneda, eli’ è ducali 40 milia a l’anno per ditto tempo contra Franza. Dii ditto, di 4 septembrio, date pur a Dar-zèlona. Come a dì 29 intrò l’arzivescovo sopranominalo fiol dii re ; et a dì 30 partino li oratori cesarei. Item, il re à mandalo contra francesi verso Salz el ducha di Alva e suo fradello don Ferando de Toledo ; etiam à ordina vaili assa’ zente de diverse terre verso Perpignauo. Item, per un’ altra, come era ritornato d. Andrea dii Borgo sccretario dii re di romani a star de lì, e porlo lettere a domino Francesco de Montibus, vadi a Roma, el qual si parte e voi andar per terra per la Franza per non li comportar il mar. Item, l’Almazano secretano, li disse eie. Item, di le ripresaje date contra la Signoria noslra per quel chierano, che il re le suspese per mesi 18 compie questo f'evrer ; et l’orator parlò al re perchè niun era comparso, perchè è in ditte marche che, passato il lenitine, li ripresaje cori etc. ; et che il re li ha ditto: « È longo termine, forsi che ’l comparerà», tamen vederà. Et per Colegio, e fo mio aricordo, li feci scriver sopra tal ripresaje il re voi levarle; quel chierano è pagato; à ’ulo più di ducati 8000 e mandarli il conto etc. Item, per un’ altra lettera ne avisi di Colo-qut, di le nove ; et per un’ altra si li dimandò Irata di formenti de Sicilia. Da poi disnar fo Pregadi, per li avogadori, zer-cha certo extimo di Cividal per le diferentie di la terra col conta’. Parlò sier Zorzi Loredan avoga-dor ; li rispose Paris avochato dii conta’, et tamen non fo balotato. A dì 20 octubrio. In Colegio. Vene sier Dome-nego Morexini procurator, come comessario dii Cardinal Zen, et parlò zercha far l’aitar e 1’ areha in la chiesia ; et che ’l principe e Signoria venisse a veder il loco ; non si vasterà la chiesia. Li fo ditto, mai niun homo è sepolto in chiesia, ni doxe ni altri. Item, disse di ducati 2000 fo recuperati di li danari robali al ditto Cardinal, qual non fo notà sul conto. Item, si dolse di certo mandato fato per la Signoria, fusse dà arzenti per ducati 300 a sier Piero Zen a conto di suo legato ; el qual mandato fo revochà cou gran rumor. 89 Di r orator di Franza, fo leto tre leltere mandava a la Signoria, per una dolendosi di sier Ilironimo Bembo mostrava eerla sua lettera. Et fo mandato