17 MDXXV, MARZO. 18 questo con ¡1 re di Franza per questo sapeva la Cesarea Maestà aver boti voler a la paxe de cristiani, et voleva lenir il duca de Milan nel Stalo et far una liga de tutta Italia e atender contra la Franza etc. Item, che l’orator anglico è li, era stalo dal Papa a dirli che ’1 suo Re non soportaria mai che l’Impe-ralor voy tuor altro stado in Italia, et che l’era de oppinion che ’1 duca de Milan slesse in Stado; con altre parole, ut in litteris. Et lui Orator scrive il ' Pontefice esser di optimo voler, esser a una fortuna con la Signoria nostra, et altre parole, qual per ora non posso scriver per non saperle. Et che ’1 duca di Albania era a Formello con la sua doglia di fianco, febre e gole, e le sue cose erano lentate mollo, questo perchè Ursini non si accordavano bene insieme, et etiam il signor Renzo di Cere non havea fatto quelle zente etc. Scrive, Roma era in molo, si eri-clava : « Imperio, Cotona », et altri : « Libertà. » Li cesarei haveano fatlo gran feste, fuogi et alegre-ze ; et altre particularilà, come dirò. Et per quesle lettere non si poi intender la mente dii Papa, perchè, zonte le seconde lettere nostre, qual il zorno drio saranno li, et di quelle il Papa risponderà zerca far liga etc. Nolo. Intesi per lettere parlicular di Marin Pozo, è col Cardinal Pisani, di 27, a Francesco Spinelli, che ’1 Papa era in castello a veder le feste, et havia a di 26 fatlo far proclama tutti li fanti andasseno fora di Roma ; che se fosseno siali lì per dì 27 che vene la nova, sarìa seguito qualche scandolo. Da lioma, di sier Domencgo Disamano vidi letere, di 25. Scrive de li poche facende ; questo duca di Albania andarà in reame, e dicese bavera 11 milia fanti et 400 lanze, computa queste de Orsini, che sono da 150, et 400 cavalli lizierì. Ogni zorno cavalcano zente e per Franza e per Spagna e cussi fanlarie sono de qui per una e l’allra parte; ma si tien de qui che parte spagnola a quesle bande sia molto più polente che la francese. 11 duca di Albania è in deferenlia con il signor Renzo, adeo che si tien non andarà in campo, perché non ha fatto nè cavallo, nè fante ; fin qui è a Formelo. Di Spagna si ha, l’Imperalor ha fallo provisione di ducali 200 milia, et già havea fatto le lettere di la mila, e le lettere di mercadanti sono zonte de lo aviso, ma quelle di cambio non è zonte, e questi dieno pagar per le lettere di aviso ha comenzalo a pagar el danaro. E questa matina è lettere, che in Zenoa era zonto lettere di ducali 150 milia; sichè spagnoli ha-verano il danaro, e questo l’ha da persona degna di fede e di gran conditione. Si dice Zanin di Medici / Diarti di M. Sanuto. — Tom. XXIVUI. esser ferito in una gamba di schioppo. Scrive di qui di conlinuo ha piovesto, dal zorno che ’1 zonse fin questa matina, che è pur venuto un poco di sol. Dii ditto, di 26. Come havia basato i piedi al Pontefice in castelo; qual li feze optima ciera. Li ducali 100 milia per spagnoli erano zonti per lettere di cambio, et ducati cinquanta milia a Napoli. Scrive 9 lì a Roma si dubita molto che francesi habino a patir, e tanto più che per lettere nel Papa di 21 parca che francesi havesseno abudo qualche poco di danno. A dì 2. La malina veneno in Collegio li do oratori cesarei domino Marin Carazolo protonolario et don Alonso Sanches oratori, et uno dii Viceré eri sera zonto, nominato don Zuane Sermente spagnol. El sentati lutti Ire apresso il Serenissimo, il novo venuto apresentò la lettera dii signor Viceré don Carlo de Lanoi, date in Pavia a dì 24 di questo, la qual era di credenza; poi disse che l’era stà mandato per alegrarsi con questa Signoria et illustrissimo Dominio de la villoria aula et captura dii re di Franza con altri molli signori. Et qui comenzò a narar la villoria e il modo è stà combatuto ; et dice esser stà morti di le persone 16 milia ; con altre parole. El in la lettera del Viceré etiam è questo avviso de la vitoria aula ; la copia sarà qui sotto. El Serenissimo li usò bone parole ralegrandosi molto, et ditoli che havemo commesso al nostro Podestà di Brexa acciò sia preslo vadi a trovar la excelenlia dii signor Viceré et alegrarsi. Poi dilli oratori disseno aver inleso che ’1 duca di Ferrara era venuto incognito in questa terra, et il Serenissimo li disse non è vero, iurandoli non saper alcuna cosa. Fo parlato questa matina di far ozi in Pregadi uno Oralor in Ingalterra, per esser molto a proposito nostro. Da Cremona, fo lettere di V Orator nostro, di 27. Come in quella mattina il signor Duca li havia detto non partiria, per aver aviso il Christianis-simo re venir ozi a Pizegaton acompagnalo dal ca-pilanio Arcon et 4 bandiere di fanti, però havia terminato Soa Excellentia andar a Sonzino. Et avendo lui Oralor zà inviato li muli a quella volta, li mandò a dir non andana a Soncino, ma a Castel Lion et poi a Lodi ; sichè lui Orator lo seguirà aspeelando ordine di la Signoria nostra di quanto l’habbi a far. Di Crema, di 28. Come in questa hora era ritornalo uno de li soi che lenea al campo cesareo sotto Pavia, è partito de lì questa notle. Refferisse che beri le gente selevava da Pavia, el che sette bandiere spagnolo andavano a la impresa de Carpi, et alcune altre pur spagnole andavano ad allogiare 2