221 MDSXV, APRILE. 222 danari. E li lanzinech hanno sachizà la piaza di Pavia, unde il Viceré voria pagarli ; et erano anelali a certo loco di la Chiexia per espugnarlo con 10 cannoni. Zerca Ferrara, il Papa voi Rezo e Rubiera. Nolo. In le lettere dii Podestà e capitanio di Rui-go di 24 è : Dii zonzer sul Polesene di Zan di Naldo con 95 cavalli lizieri, et li ha dato alozamenlo. E sier Alvise Diedo qu. sier Francesco el dotor li à scrito spagnoli tornavano verso Revere e hanno taià i ponti. Erano venuti fin lì per asecurar spagnoli vanno in reame con botini. Esso Podestà scrive che a Ferrara si lavora li bastioni. Spagnoli danno voce di andar al Final; hanno dimanda al duca di Ferrara 25 milla ducati et 40 milia poi col tempo. Li ha risposto non li poter dar nulla. 144 A dì 26. La malina fono letere di le poste, zoé queste : Da. Milan, di l'Orator, di 23, hore 18. Come eri, da poi venuti questi illustrissimi signori io col duca di Borbon, et scrive coloquii auti insieme. Ozi poi era stato col signor Viceré. Quali dicono ha-ver alcuna speranza di trovar modo di componer le cose dii re Christianissimo con 1’ Imperador, re di Anglia et duca di Borbon. Et il signor Viceré doman ritorna a Lodi e poi a Pizegaton dal Re predito et starà lì questa seplimana : el per questo il reverendissimo Legato cardinal Salviali 'tardará il suo venir di qui fino al ritorno dii prefato signor Viceré Questo illustrissimo signor Duca, col qual questa matina era stato, e scrive coltoquii auti insieme, attende a liberarsi dii cargo 1’ ha ; et diman sarà com-pido di pagar i lanzinech sono in Pavia, i qual pagali anderano a Pedirnonti. Item, scrive come furono li sopraditi con monsignor di Beuren venuto di.Spagna al Christianissi- • mo re a Pizigaton, et primo vi fu il Viceré et Beo-rem, poi da per sé il duca di Borbon, de inde ite-rum el Viceré et Beorein et lerlio il duca di Barbón. Di primo iudicano che non admelteno esso duca di Borbon ne le Iractalion sue, che prima faeie al venir di Borbon il Re siete suspeso, poi ragiono-rono insieme ad longum di le Iractalion di lo accordo; qual confortò grandemente esso Christianissimo a lo acordo, et aceptar li parliti di lo Impera-tor : et che subito poi per el Viceré fu expedito in Franza a l’Imperator di la resolution ; et che Beo-rem si è per partir presto con la resolution di essi cesarei el dii re Christianissimo. Expedi etiam a madama Margarita in Fiandra et in Anglia, et etiam a madama la Rezenle a Lion,el che fra tre dì monsignor Memoransì potria andar fino a Lion, ovvero uno altro personagio de assai, quale si alrova apresso Sua Maestà. Monslra Barbon desiderar tal com-posilion, et che vengi la risposta di Venezia, et ne acquili la adaptation. El che ’1 desidera che, venula la risposta de lì capitoli da Venetia, lo intendi per haver per nova commission da l’Imperador ad intervenir in tal Iractation. Et diceche, per lettere de 144* Yspania di 11, si confìrma la mission di monsignor di Nassao in Portogallo, et che l’Imperador inan-darà a Madama in Franza o il Gran canzelier o il gubernator di Bressa. Di Franza si ha la confìrma-lion di la morte di monsignor di Lanson cugnato dii re Christianissimo, qual era il primo che aspec-lava la corona s’il Re non havesse auto fioli. Item, che ’I re di Anglia mandava a l’Imperator dui per-sonagii de li primi di Anglia: non però si ha parli-cularilà alcuna della Iractation de lì per quesla via. Et il Viceré dice voler andar domali a Lodi per spasso, et poi a Pizegaton et star 3 over 4 giorni con il re Christianissimo. Da Crema, di 23, hore . . . Come ha aviso, il Christianissimo re non ha voluto assentir a li partiti portoli per lo Imperador et cesarei. Che li lanzinech che erano in Pavia andarano a la volta di Carpi, et più olirà verso il Polesene, el che ogni demoslra-lion fa li cesarei per far correr la Signoria nostra con più danari a lo acordo. Di Brexa, dii provedi tor zeneral Pexaro, di 24, hore 20. Come ha auto aviso che 7 bandiere di spagnoli, fato il ponte su la Sechia, erano passati di là et vano sul mirandolesco et quel di Concordia, et hanno falla la scorta a le rive di Po a cinque barche carge di spoglie qual vien condute in reame per terra, el sono smontate a . . .. Da poi disnar fo Consejo di X con tutte do Zonle, et prima con la Zonta di Roma. Fo scrito a Roma. E noia: intravidi, sempre che si chiama la zonla di Roma, sier Andrea Badoer el cavalier et sier Nicolò Copo come dii Consejo di X elecli per uno anno in loco di papalisla e dii Consejo di X ; e il lerzo eh’ è sier Malio Viluri, non va più poiché iulrò suo nievo sier Hironimo Barbarigo dii Consejo di X. Lui è fuora et più non é slà latto in loco suo. Da poi restò il Consejo con la Zonta ordinaria in materia di Stado. È da saper. Eri sera gionse qui sier Marco Antonio Dolfiii qu. sier Piero da Salila Marina era Palron de una galla in Barbaria, et fo retenuto; qual lassali ditti Patroni, li altri do è restati a Madril, e lui è ve* nulo a Barzelona e de lì per mar venuto a Zenoa, poi in questa terra. Dice, lì in Spagna si dice sarà pace.