59 MDXXV, MARZO. GO 10 milia fanti, dicendo per andar a debellar il duca di Albania. Sua signoria dice anderano a Regio, dove il signor duca di Ferrara fa leste de fanti et cavalli aziò questi non si adunino in questi paesi. Se intende lo Arcon sarà suo capo. Il reverendissimo crecje non molesterano le terre di la Chiexia. Ex lìtteris Parmae, 5 Martii. El reverendissimo Legato sarà domane qui. E1 signor dueba de Ferrara ha facto dar danari a 00 cavalli di quelli che si erano reducli in Regio, et ha facto licentiare tutto el resto. Quelli fanti et cavali dicono voler andare a Carpi. 38 Ex litteris Placentiae, quinto Martii. Che il Reverendissimo ha sopraseduto di andare a Parma, perchè li signori imperiali li hanno fatto intender che non dubiti le cose di la Chiexia non sarano molestate, et perchè da Roma è avisato il Papa non dubita di esser molestato in le cose di la Chiexia; che non continua il passar di fanti 10 milia Po, pur si continua a far il ponte. Che a Guardami -lio et Fombi lochi dii piacentino erano andati cavali spagnoli ad alogiare, et in alcune ville vicine. Che havendo il Reverendissimo mandato a veder che cosa era, li fu risposto che era il foriero dii capitani Alarcone, venuto per far allogiamenti per la sua compagnia, eh’ è 50 homeni d’arme, e ditoli era cosa inhonesla, si excusò dicendo esser gente che havevano patito, quali se voleano assettare et era forzo far cosi. E disse che non si faceva questo per alcun male effecto, e sua signoria non lo consentì e manco lo negò, e il di drieto dovea mandare missier Antonio Numaglio a Pieegaton a parlar al prefato Alarcone per intender bene la cosa e a che camino si va. Et mandava etiam un secretano al Viceré per tal effecto, et che sua signoria senza falò il di seguente partiria per Borgo Sandonnino et de lì a Parma, acompagnato da li cavali lizieri. E dice non dubita che ditte gente imperiale vengano ad alogiare di qua per dar molestia al Stato ecclesiastico ; ma solo per spasarse per haver frusti li lochi dii Stato di Milano, o per dar questo disturbo e graveza al conte Paris Scoto eh’ è gelpho. Ex litteris domini Caroli de Nuvolono, eiusdem diei, ex Placentia. Che alle due bore di notte il reverendissimo Legato havia haulo, che al porto de la Stella erano passati 500 cavalli dii campo imperiale, et venuti ad alogiare a Burgonovo terra del piacentino. Ex litteris domini Jacobi Capponi, datis Papiae, quinto Martii. Roggi li alemani hanno fatto consilio ne la campagna fori di castello sopra che voleano danari, et tanto Gridavano che li capitanei apena potevano par- 38' lare. Questi signori li hanno fatto offerta di una paga et meza di pani e mezza di dinari. Sin qui non hanno voluta accettare, dicendo che oltra lo avanzo dieno bavere doe page per bavere fatto la giornata. Questo dico de li alemani che erano fori de Pavia, sono capi il conte Nicolò Salma et lo signor Zorzo Fransperga et Marco Sitich. Di quelli di Pavia dico, che per deslreza dii conte Batista di Lodronc, essendo ben cauti dell’ avanzio se contenlerano per hora di una paga, salvo se ’1 tumulto di questi altri di hoggi non li fa mutare proposito, che non è senza pericolo. 11 conte di Salma voria pur licentia per andare in Alemania conira il ducha di Vertimberg, che par sia mosso con 12 milia persone per raqui-stare il Stato suo. Questi signori malvolentieri ce la concedono. Ogni giorno si partono de li fanti, di quelli che hanno guadagnato, li altri restano con speranza di avere lo avanzo. Credo certo, per quanto intendo, tutti li fanti non passano 12 milia, in-tendovi ancor quelli di Pavia, considerati li morii et li richi che se ne fugono. Tutti dimandano danari: benché pare che li spagnoli si acquietino meglio, perchè vanno buscando. Ex litteris domini Francisci Gonzagae, datis Ponine, primo Martii 1525. La persona del ducha di Albania venirà qui in Roma, et le genti, secondo che intendo, se dissol-verano, et forsi a questa hora anche una parte ne deve esser risciolta. Questi signori Orsini stanno sopra di sè et ne hanno gran causa, perchè molli li hanno assai mal animo adosso; pur per ancora non è sentito che sia seguito disordine alcuno in le terre loro. De Yspruch, di sier Zuan Francesco Con- 39 tarini fradello di sier Carlo orator nostro, vidi lettere di 2 Marmo 1525, drizate a sier Nicolò Poldù fo di sier Hironimo. Come Do-menega di Carlevar, a dì 26 Fevrer, a bore zerca 3 di notte el vene uno camerier di l’illustrissimo