375 MDXXV, MAGGIO. 376 ria. Che in Lion se fanno grandissime provision di danari, et-stimasi ne habbino una grandissima quantità, perchè ogni di si vede venir muli cargi di danari. Sono etiam questa mattina lettere di Genoa, che erano per imbarcar Luni il Christianissimo, et erano 15 galle et certe fusto che lo acompngna-gnarano. Si parla etiam di l’armada francese a l’incontro grossa. Se intendeva etiam di 30 galle di mori ad uno certo passo, che aspettavano di tuor il Christianissimo re. Unde, questi cesarei son in pensier assai e dicono esser per andar a navigar a terra a terra, et si sarano sforzati smonto-rano. La qual lettera sarà notada qui avanti perchè la si have poi. Fu posto, in questo Pregadi, per li Savii di accordo, 2 galie al viazo di Alexandria, parli il Capitanio a di ... . Avosto, la muda per tulio .......con le clausule consuete et di più le maistranze siano elecle per li Cai di XL, Savii ai ordini, et Provedilori sora 1’ armar. 252 Stimano di una lettera da Buda, di 13 Mago 1525, scritta per Antonio di Zuane, dri-zata a Bortolomio di Zuane. e fradelli, ricevuta a dì 30 ditto. Come de li quelli hanno confirmato iterum, che non si traza nè bestiami, nè bovi, né cuori per niente; tamen questa cosa non puoi star cussi, e li cuori creseno di precio. Come desidera sia expedilo da la Signoria Paulo Cesella servitor dii Conte Palatino, qual pretende haver di la Signoria, e il Conte Palatino voi far ripresali di qui, et è per certi danari à tolto la Signoria dii banco di Capelli che li aspecta a lui. Il secrelario scrive a la Signoria. Questa dieia è compita, zoè passalo il tempo che la die durar, che son 15 zorni, et la mazor parte di nobili sono partiti in discordia, et non hanno ordinato niente di bon, perchè hanno ordinato molte cose che la Maestà dii Re, nè li signori non hanno voluto consentir. E hanno electi 150 nobili, quali Sono romaxi qui per far qualche conclusion, et fin bora nulla hanno concluso. La nobiltà voria far un altra dieia a questo San Zuane Ballista, caxo che la Maestà del Re non consenta a quello che loro hanno dimandalo. Lagnai dieta la voriano far in una villa lunlan de qui sei milia hungari, et che tutta la nobiltà sotto pena de la vita deba venir armata man. La qual cosa la Maestà dii Re nè li Signori la vo-rano consentir, perchè saria cauxa di qualche gar- buio o discordia. Vogliono etiam che ambassador niS'iino stiano qui, maxime quello de l’Imperador e il nostro, perchè dicono che la Signoria ha pace con il Turco e che '1 stà qui solum per spiar le cose loro, però non vogliono che stia, e che quando acaderà a la Signoria mandar ambasadori li aldirà volunlieri, stiano uno mexe o doi, poi expediti tornino a caxa. Saria bon la Signoria non aspelasse dese licentia al suo, et dargela lei, perchè a lenirlo qui non è con suo decoro, et anche poca stima fanno de lui. Vogliono ancor che 11011 stia nessun todesco in corte, et maxime in quella della Regina, che hahbi oficio nè ministrazion alcuna. Vogliono che la legni hongari, et non li mandando via li amazerano, et già li hanno in tanto odio che non son seguri andar per la strada, et questo fano perchè dicano che anche in la corte di la sorda dii Re non volseno tenir altro che uno zovenoto hongaro di poca con-dition, et per questo non voleno che anche questa Regina legni todeschi. Poi voleno molte allre cose, inira le qual ge n’ è una di quel zudio che si feze christian, che è quello di la croxeta favorito da lo episcopio di Strigonia, el qual era venuto in tanta alteza che governava la Regina el tutte le cose dii Regno passava per le sue man, poi l’accusavano che l’era pur zudeo più che prima, et molle allre calunie. De*modo che lo reteneno in castello e li è stato parechi giorni, dove la vizilia di la Sensa a 24 hore era slato licentia lo, e tornalo a caxa acompa- 552* gnalo dal maistro di caxa di la Regina. Et vedendo la nobiltà che l’era stalo liberato, el non fu cosi presto in caxa che li asaltorono la caxa armala man, et se ’1 non saltava da driedo de la caxa con il dillo maistro et uno trezon di la Regina, che stava li in caxa con lui, erano taiadi a pezi. Vedendo non lo poter haver meseno a sacho la caxa, et hanno ca-vado de gran roba et danari, e lui scampò in castelo con gran faliga. Non ge bastò questo, che andorono la notle medema a metterà saco li zudei quali stano in la terra et sono in forteza, ma non ge valse, che a l’alba del zorno introrono dentro, et hannoli messo • a sacco, che durò zerca 3 hore. Sono romaxe alcune caxe, che non son stà sachizale. Questo fo perchè venne il Conte Palalin con lutti li signori armati con le sue zente, et fezeno tanto che li liberò, de modo che si dubitavano che tutta la (erra andasse a sacco. E siamo stati tutti questi zorni con tal pericolo, perchè da poi hanno comenzato algune allre barufe alle a far tal principio, benché la terra fesse subito provision, et tutti si messe in arme, e anche