307 MDXXV, MAGGIO. 308 quelli deputali ; ma da poi, inlendendo li villani ohe per tutto de lì via li preli erano sublevati per far che ’1 zudexe procedesse conira di questi tali, micie sono posti in ordine, et hanno sachizalo quelli di la sua villa, zoè il piovan. Poi sono mirati in la terra di Persenon et hanno svalizato alcuni preli et ama-zali, et sachizato le caxe loro, et fatto fuzer dillo zudexe et il capitanio in castello et voleno essi villani pigliar ditto castello, per il che ¡1 vescovo eh’ è qui dovea hozi partir per andar a Persenon, ma rispetto quello ha scriplo, none partilo. Al presente è venuto nova che li villani, erano a Fies a campo, hanno fatto intender al capitanio di ditta città, che il tal giorno, come fu beri, loro voleano andar a disnar ne la terra et far quello li pareria, videlicet questo, che lì dentro è una bellissima abbatta et rica et la volleno sachizar, et altro non voleno perchè ditti villani hanno dimandalo che se il capitanio li lassava sachizar dilla abbatia, loro villani non ge dava più fastidio, et se leverano de lì, et quel capitanio non ha voluto ; però i diceno voler 20*2 andar a disnar con lui. Tutto questo paese è in gran fuga, et maxime li prelati. Questo Serenissimo, mandò dui sui 1’ altro giorno a dicli villani primi per veder se vol?vano mautenir quello i haveano dillo di voler deponer le arme e far trieva et esser aldili di) Sua Serenità, et metter le sue differentie ; i quali ancora non sono ritornali. E si dize cussi, che loro prozedeno avanti, benché queslo non sia fermo ; ma quelli voriano fusse cussi vanno seminando tale parole, et ne sono assai di tal faclione, ma non si voleno scoprir al presente. Idio li metti la sua mano. Da Brexa, fo lettere di 16, hore .... Come el signor Federico di Dozolo non era fuzito, ma ben monsignor di San Polo. In questo Consejo di X con la Zonta di Roma et Cao di X in loco di sier Antonio Venier, è papalista, sier Nicolò Coppo è proveditor al sai, fo scritto a Roma in materia. A dì 18. La mattina, et Principe non fu in Collegio per farsi certi bagni a li piedi, quali è infiadi. Di Hispruch, di sier Carlo Contarmi ora-tor nostro, di là, hore 3 di sono. Come quelli villani de Sboz altre volte sublevali, beri mandono a dir a questo Serenissimo a farli intender, se non li davano il conte di Oltimburg eh’ è il Salamanca, ne le mano, lo venenano a tuor al suo dispello. Per tanto lui, per fuzir la furia, questa notte, senza saputa di 1’ Archidtica, è partito con tre cavalli per Italia. Si indica esser andato a trovar el Viceré. Etiam è partito il dotor Faber; et di quelli molli di Persenon non se intende altro. Et il reverendo episcopo di Prixinon partite de qui per lo posle per andar a conzar le cose sue ; non sì sa del suo zon-zer. Quelli villani che erano a campo a Fies acontenta non far altro, ma ben aver il passo di passar su la Baviera et cussi heri hanno cominciato a passar, el ha lassalo da driedo Fies. Si iudica vorano far come fano il Turco, che dà a tutti e ne lassa nui da driedo. Scrive, de lì si ha aviso il clarissimo Proveditor ze-neral Pexaro esser andato a Pizigaton per esser con li cesarei per tratar acordo. Idio li fazi concluder. Scrive, lui Oralor haver pur dii mal. Et a voler sa- 202* per nove, bisogna San Zuan Bocadoro, zoè.trabucar. Da Verona, di rectori fono lettere, di heri hore .... Come hanno, che ’1 vescovo di Trento et domino Andrea dii Borgo erano zonti a Riva, eh’ è sul lago di Garda, però che quelli di Trento li hanno fatto intender che, venendo per haver quela terra, se i darano perchè non voleno esser sachizali ; i quali sono da 30 milia e più villani che vanno contra preti etc. Noto. Heri et hozi per Collegio fo scritto a dicti rectori di Verona, dovesseno far a saper a quelli che fuzono di Trento e vengono de lì, non stagano lì, ma volendo vengano in ville e lochi più in quà, aziò ditti villani non li venisse volia di venirli seguitando etc. Da Vicenza, di sier Filippo Baxadona podestà et sier Antonio Justinian capi tanio, di eri. Come hanno aviso di la molion di questi villani, et per una lettera ha hauto domino Lunardo da Porto, par voleno tre cose: uno Dio, uno Papa et uno Cesare, e non tanti signori come sono. Et che certi contadini dii visentin par se intendino con questi villani allemani. Da Montudine, dii Fexaro et Venier, di 16, hore .... Conseiano si mandi a tractar in Spagna con l’Imperator, perchè col Viceré mai si farà nulla. Spagnoli sono 800 homini d’arme, 4000 fanti spagnoli et 4000 lanzinech et 2000 italiani, cavalli Iizieri 1300. Et che ’1 Viceré partiría il dì sequente di lì col re Christianissimo. Vene in Collegio I’ orator di Milán solicitando l’acordo, et usoe alcune parole che ’I Ducha desidera Io acordo per suo e nostro beneficio. Vene l’orator cesareo dicendo era morto il consolo nostro di Saragosa, eh’ è citadiu de lì, pregando la Signoria voy elezer uno che ’l nominoe laudandolo assai. Il vice-Doxe sier Francesco Bragadin li disse se informeria et vederia.