247 liDXXV, MAGGIO. 248 tione, par che parie è retirali più in suso verso San Felixe ; pur sono alozali alcuni al Bonden e lì intorno con alozamenti datoli per esso Ducila. El si have aviso Julio Maniron et Mercurio Bua condutieri nostri esser venuti verso Castelbaldo con le loro compagnie, in execution di quanto li fu scritto. Et il ducila di Ferrara fece murar due porte et meter 1’ artillarie a le mure, et far le zente preparade facendo far bona guarda a Ferrara. Vene in Collegio l’orator di Milan, et parlò in materia di questo acordo el monstrò una lelera dii Ducila. Scrive non è da metter tempo a concluder, persuadendo la Signoria a farlo per la salute de Italia, et per non sdegnar il Viceré a far qualcossa subita contra il Slado nostro. Introno li Cai di X nuovi in Collegio: sier Bortolo Contarmi, sier Alvise D’ Armer et sier Antonio Venier nuovo. Noto. Le lettere di Ruigo scrive, spagnoli sono pur al Bonden Final e la Stella. Erano 13 bandiere di fanti ; par non liabino con loro ponte alcuno, et 1000 fanti alozano poco Iuntai) di questi. Zuan Pau- lo Manfron é a la Canda, e Julio Manfron a la Frata, li seriveno che essendo la Signoria d’acordo col ducila di Ferrara, li bastano 1’ animo dar da far a ditti spagnoli. Da poi disnar, fo Pregadi per risponder a l’ora-tor cesareo. El se intese, e per via di Alvixe Mariti secretano mandalo dal prefato orator a intender di quanta summa basteria concluder lo acordo, disse non manco di 120 milia zà richiesti, et do mancho disconzeria ogni acordo. Et per lettere di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator nostro a Milan, di 28, si have: Che ’1 Viceré li ha ditto, il Carazolo, il Moron, il Ducha in conclusion, che voleno li 120 milia ducali al tutto ; et de li altri capitoli starano quoti et contenti. Da Milan, vene lettere di V Orator nostro, di 29, hore 18. Come beri partì il Viceré insieme con il ducha di Barbon per Lodi et poi Pizigalon. E che ’1 prothonotario Carazolo li havia dito alcune parole zerca lo acordo si Irata. Di Crema, di 29. Come il Viceré voi menar il re Christianissimo in reame et bular uno ponte sopra Ada ; e altri avisi. Di Brexa, dii proveditor generai sier Piero da cha’ da Pexaro procurato)', di 30 Aprii. Come il signor ducha di Urbin, inteso questi moli di spagnoli verso il Polesene, ha deliberalo hozi levarsi a la liziera et andar fino sul Polesene. Diceche questo moto è per doe cause ; overo per haver modo di menar il re Christianissimo via di Pizigaton ; overo per far che mediante questi moli la Signoria nostra vengi più presto a l’accordo, et condescen-der a quanto il Viceré richiede zerca i danari. Di Bassan, di sier Hironimo Lipomano podestà et capitanio, di 29. Come in Valsugana quelli subdili hanno tolto tre castelli, zoé Henego el Borgo el Grigno; sì che in ditta valle è gran com-buslion. Ha mandato uno per intender il successo, e quello bavera aviserà. Item, scrive esser zonlo de lì uno comissario di l’archiduca di Austria qual vien a la Signoria, chiamato domino........ canonico brixinense, qual era a Rovere con Andrea Rosso secretano, si parli, andoe a Yspruch da l’Ar-ziducha, modo vien a Venecia ; farà la volta di Padoa,; é con cavalli..... Fo ordinalo per la Signoria, prepararli la casa di San Zorzi per il suo slar. Di Padoa, di reofori el sier Zuan Vituri proveditor, di hozi. Scrive dii suo zonzer lì. Era alozato ai frati alemani a potile Peochioso. Ha con. lui li 200 di P Arsenal ; hanno poslo bona custodia a le porte. El per Collegio fo scritto a Padoa andasse lui Proveditor a star verso la Saracinesca nel monaslerio di Sant’ Agustin. Ha menato con lui do nobili, sier Piero Vituri qu. sier Renier et sier Jaco-nio Antonio Moro di sier Lorenzo per ponerli a qualche custodia. Di sier Antonio Justinian capitanio di Vi- 162 cenza, di Padoa, date heri sera. Come è zonto lì con 400 fanti, et bisognando altri tornerà a Vi-senza a farne 1000, si tanti voi la Signoria nostra. Et perchè fo scritto a sier Filippo Baxadonna podestà di Vicenza et vice capitanio ne facesse altri 400, et li mandasse a Padoa, per Colegio li fo scrilo soprasedesse et non facesse più fanti. Di Padoa, di rectori. Manda una lettera di Zuan Paolo Baion, qual è sul Polesene. Scrive a loro rectori non è da dubitar, e li basta l’animo mante-nir non solum le rive nostre, ma etiam quelle dii ducha di Ferara. Et scrive li fanti zonti sul Polesene. Da poi lede le letere, il Serenissimo si levò el expose al Consejo, qual poi Pasqua in quasi fa Pregadi in Gran Consejo per esser più fresco, quanto havia ditto domino Alfonso Sanzes oralor cesareo in Collegio, e li oratori di Milan. Come resta solum a dar li ducati 120 milia quali al ludo li bisogna, o per capitoli, o per don, o per imprestedo ; nè poi far altramente, zurando non ha altra libertà; con al-