325 MDXXV, MAGGIO. 326 de le opinion de l’Imperador, nè questi di la Franzo furano molto. Altro non ho al presente; ad quella per sempre iterum t lquc iterimi mi et le cose ricòmando ; spero certo venir de lì per San Zuane di Zugno a la più longa. In Lion, ne 1’ 8 di Mazo del 1525. Copia de una lettera data a Barzelona a dì 5 Mazo 1525, per Zuan Negro secretano dii Navaier orator nostro, scritta a suo padre. Come a di 7 Aprii si partirono da Zenoa sopra la nave, et con bonaza navegorono fino a li 9 e feno da miglia 60, et perchè le aqtie tirava al garbin, se ritrovono sopra Marseia lontani de lì miglia 30, e per la bonaza stetero suxo le volle fino a li 12. Dubitando però di l’armata francese che non li venisse a trovarli stando cussi in bonaza; de la qual armata non ebbero vista, nè intesero cosa alcuna. Poi la notte, due hore avanti di, li saltò una fortuna di ponente sì terribile et di sorte che la tolsero in pupa per scorer in Ligorno, overo a Piombino, come persi. Et come fono a le 22 hore, scopersero l’isola de Corsica, non sapendo da qual banda fossero de la ixola preditta per la scurità grande che era, che non si potea scoprir la montagna, unde fo deliberato per salvarsi slrenzerse a terra per non slar la nolle in mar; et cussi introno in porto de Calvi, et forno da quelli benissimo veduti. Unde per lempi contrarii che usono steteno lì sino a di 20 di dillo mexe. Poi fatto vela, zonseno a dì primo Mazo lì in Barzelona. Et scrive starano fino a dì 10 per for-nirse de cavalli per poter andar a la corte de la Cesarea Maestà. 212* De Yspruch, de sier Carlo Contarmi orator, di 16. Come de lì tulli è stati lutto cri et questa notte in arme per causa de villani, quali sono venuti fino a Valla milia 5 italiani apresso questo loco. Hanno dato la fuga ad alcuni cavalli de homini d’arme venivano qui in Yspruch de l’Austria, et li hanno tolto li cariazi. Et haveano mandato a dir a questo Serenissimo che voleano al tutto venir qui, et haver el capo de sti cavalli ne le mano. Et che voleano la roba del Salamanca,dopo che lui era andato via, Si è stato sopra diverse provisione, el non iuvando, queslo Serenissimo mandò a chiamar quelli de i Sboz, che sono assai numero, li qual mandono a dir a Sua Serenità che non temesse, che poi che il Salamanca el li prelati si erano partiti, che loro pigliariano le arme contra lutti e lo defenderia-no. Et mandorono a far intender a quelli erano reduli lì a Ala, quali haveano principiato venir verso Yspruck, che si levasseno altramente che li ande-riano tagliar a pezi. Et cussi essi villani si sono levali et ritirati a le loro slanzie, e vanno guidati da uno signoroto lodesco qui vicino, expulso de qui dal Conseglio. Domente queste cose si lractavano,et eri et questa nolle si è stati con grandissima guardia in arme lutti cum grande timore. Il lutto a laude di Dio è cessato. Sono etiam sublevali in molli lochi li villani da Trento in qua, et prendeno tutti e voleno saper dove vengono. Se sono preti o servitori di prelati li spogliano, li altri li lassano andar con beveragio. Altro de qui non è occorso. Scrive la febre pur li continua etc. Da Crema, dii Pexaro et Venier oratori, 213 fo lettere, di 19, hore 9. Come era ritornato Dominico Vendramin secretarlo stato fino a Caxa-lin, eh’ e mia 8 luntan de Pizigaton, seguendo il Viceré col re Christianissimo, nè mai ha potuto arivar a lo abate di Nazara per parlarli, però che era andato avanti in posta a Zenoa. Et come ha-via trovà il prolonotario Carazolo, qual li ha dillo che t’abale di Nazara non leniva la commission, et per sua opinion haria voluto che col Viceré fosse sta tra là tal acordo, perchè saria sta’ manco mal, conoscendo la dcslreza di esso Viceré. Et dice che l’abate preditto parliria di Zenoa per Milan, poi il Viceré anderia col re Christianissimo per mar a Napoli. Per tarilo scrivono essi Oratori come opinion loro saria si mandasse commission a li oratori nostri sono in Spagna a tralar tal acordo con Cesare. Scrive, come esso oralor Venier torneria a Milan a la sua legalion et lui proveditor Pexaro a Brexa, el qual faria la via di Bergamo per re-veder quelle gente sono de li. Fo mandato per Collegio Ilironimo Alberto secretarlo da l’oralor cesareo Sanzes, qual li dimandò perche ozi non si feva Pregadi. Rispose perchè le lettere dii proveditor Pexaro et oralor Venier scriveno il Viceré voi lassar queslo manizo a l’abate di Nazara. Disse il Sanzes preditto, il Viceré mi ha scritto che io la traili, el voi 120 milia ducati. Non è vero il Viceré habbi conlbntà di 100 milia; ma la Signoria fa queslo per menar la cosa in longo. Questa Signoria non dovria far sì poco conto di l’im-perador. Vegnirò da matina in Collegio et dirò pezo mollo di questo. Et ditto secretano referite in Collegio queslo rasonamento* Di Brexa, di redori fono lettere di 19.