245 MDXXV, MAGOIO. 246 5. Che li sacerdoti che non tengano le consti-lulion et facino li ofticii segondo el suo obbligo, siano in lutto desmesi. 6. Che niun prelato o vesco o cardinal o prelato de che condition se vogli, posi far sangue né altro in temporal. 7. Che tutti li sacerdoti, prelati, episcopi et cardinali, facendo homicidii, latrocinii o altro mal, siano sotoposli a la iustitia temporal de Imperador, Re over altro signor. . 8. Che tutti li prelati, sacerdoti, siano obligati dar la decima de tulle sue intrade al suo signor temporal. 9. Che in tempo di guerra, per suffragio de suo’ terra et paesi, li preti, frali et prélati signo ubligati dar aiuto al suo signor, sì de arme, cavali, danari, come altra cosa iusta la sua intrada. 10. Che niun frate, prete, o prelato de sorta alcuna possino far mercadantia di sorta alcuna, come fazeano per avanti. 11. Che li prefati episcopi, cardinali, non possino tor gabella nè far salvo conduli ad alcuno, ma .far che lutti li passi de sui lochi siano liberi senza alcuna spesa. 12. Che morendo alcuno, li piovani et prelati frali o preti de sorla alcuna, possino convegnir de prelio alcuno per sepelir ditti corpi. 13. Che tulli li frali, preti, prelati de ogni sorte, se possano maritar et tuor moglie ad ogni suo beneplacito. 14. Che li villani sottoposti a signor, sì temporal come spiritual, havendo possession caxe over altro mobele o stabele, possi vender ad ogni suo beneplacito senza dimandar licentia al suo signor. 15. Che’1 non si debbi augumenlar decime nè angaria de sorta alcuna più di quello era per lo avanti. 16. Che intravegnando custion de sorta alcuna tra doe parte, et havendosi ferito o baludo uno cum 160* 1’ altro et poi havendo fato pase insembre ditte do parte, che volendoli condanar, el zudese temporal non possi condanar de più di quello parla le leze del libro de Rolumbur Tau che era uno Imperator che li fazea residentia. 17. Che tulle le aque, fiumi, lagi, cisterne, fon-lane, peschiere de ogni sorta siano libere et franche che ogniun possi pescar in dille acque. 18. Che el si possi far cazason et prender sai -vadesine, quadrupede et oxelli de che sorta esser si voglia in cadaun loco, senza alcuno obstáculo de sorta alcuna. 19. Che tutti li fitti di che sorta et condition esser si voglia, non siano più obbligati a dar el quarto al suo signor, ma sieno liberi de ditto quarlo. 20. Che quando uno vilan mora, el non sia più in facoltà del suo signor, sì temporal come spiritual, essendo ditto villan capo di casa, a tuorli la milà di la roba et animali, over altra cosa come prima faceano. Et in caso che la moglie de ditto villan si havesse a maridar, non sia dita dona più obbligata a darli a dittò suo signor cosa alcuna, come prima fazea. Et morendo, ditta dona non sia più obligata a dar al suo signor cosa alcuna. 21. Che in caso che’l si rompesse qualche barca o navilio in qualche aqua o fìumera, che quella aqua fosse passo de qualche signor e ditto signor volea le robe di ditta barca fusseno sue ; et simili ter essendo prese robe per terra sodo al tegnir de qualche signor da malandrini el sasini, che recuperandole ditto signor volea le fusseno sue, vole-no ditti villani che tutto sia libero et non in podestà di ditti signori. 22. Che ’1 non si debbi pagar dazio nè gabella alcuna de robe da manzar et bever. 23. Che tutti li prelati, de le intrade che loro hanno non possino vender come fazeano per avanti, ma tegnir tanto che si fazia per lui et sua corte et per mezo anno di più, et lo resto siano obligati dar per 1’ amor de Dio, sicome 1’ havea lui per l’amor de Dio. Dii mexe di Mago 1525. A dì primo, Luni. Fo San Filippo e Jacomo. La mattina : Di Euigo, di sier Mùrco Antonio di Prioli podestà et capitanio, di ultimo Aprii, hore---- Scrive come spagnoli sono al solito di là di Po, et manda avisi bauli di Zuan di Naldo, et si scusa di quanto ha scritto di la paura havia ; che non avendo alcun presidio de lì non poteva far altro ; el altre parole scrive in sua escusatione. Di Padoa, di sier Francesco da cha’ da Pc-xaro podestà et sier Nicolò Venier capitanio, di heri. Mandano uno aviso hauto ili Zuan di Naldo capo di balestrieri nostri, qual è a le rive di Po, come ha mandato di là da spagnoli, quali non sono 2500 in 3000 in tutto con molti presom francesi con loro, et ha inteso che non sono per passar et si stanno a guazar de lì ; et havendo mandà il ducha I di Ferrara a dirli che si doleva alozaseno a descri-