345 MDXXV, MAGGIO. 346 poteano più caminar, e convenne restar. Scrive, lì a Milan si dice una pensata che ’1 signor Viceré ha ditto al re Chrislianissimo avanti el suo partir di Pizigaton, che lo volea menar via con l’armada et condurlo a Napoli, e si lien Soa Maestà hahbi scrito che la sua armata se metti al mar. Et par esso Viceré habhi dillo che l’è disposto più presto morir, che succedesse che Soa Maestà fosse liberata a questo modo, digando ancor alcune allre parole eie. Di Crema, di 22, hore 24. Manda una relation di uno vien da Lion, qual dice cussi : Domino Zuan Piero Verzin mercadanle da Crema, hozi a dì 22 Mazo gionto da Lione, dice de lì esser partito alli 14 dii presente el esser venuto da la Savogia. El dice che lì si a trova il conseio di Paris con mon-227' signor di Leutrech et molti altri signori et capetani francesi et molli altri capetani italiani, zoè il signor Theodoro Triulzi, il signor Renzo da Zere ; vi è anco la Madre dii Chrislianissimo re. El intese che per cerca zorni 5 prima che giunse a Lione, erano parlili de lì fatili 4000 italiani e andati alla volta de Picardia, perché dubitavano del re d’Ingilterra. Et che sei bandiere, che sono a Lion, pur de fanti, erano parliti per andar driedo li sopra dilli ; ma che furono falli ritornare. Et intese da uno capitanio ditto fra Baston da Lodi suo amico, che Luni doveano farli la mostra e Marti dar danari, et venir poi a la volta del Finale. Dicendo che a Lion sono gran numero de francopini el venturieri, et non se parlava de venir altramente in Italia, salvo che, secondo che monsignor de Brion portava la resolution da lo Imperator, se governe-riano. Se diceva che le gente che eran'o con el signor Renzo in terra de Roma venivano verso el Finale. Et ha sentito il Sabato avanti il suo partir far un bando, che alcuno soldato non andasse a danni del ducalo de Savoia. Se diceva etiam che zerca 7000 lanzinechi, che erano nella Fiandra al servicio de la Cesarea Maeslà erano sublevati con-tra fiamengi, et li haveano serali per tagliarli a pezi. El a Lione si parlava ancora che aspettavano de lì 12 milia guasconi. 228 Vene in Collegio l’oralor cesareo solicilando la expedition, et non era il Serenissimo, perché si atende a far profumegi a le gambe. Et disse che beri parloe per le lettere di 15 dii signor Viceré, che ’1 voleva li 120 milia ducali ; bora ha hauto allre lettere, eh’ è conlento di 100 milia, videlicet 80 milia de praesenti, et 20 milia fin 2 mexi per averne grandissimo bisogno, pregando la Signoria volesse servirlo, usando parole dolce, et che era qui il com- missario di P Archiduca per li denari el dia haver, e saria bon almen expedir questa maleria. Li fo risposto per sier Andrea Baxadona consier vicedoxe, chesi aspeclava il ritorno di P abaie di Nazara a Milan, qual ha questo manizo, et si trataria questa cosa. E hozi è la vizilia de la Sensa. Di Verona fo lettere, di heri. Come hanno hauto un’altra lettera di 22 dii vescovo di Trento, da Riva, li scrive li successi de villani nel conlà di Tiruol, habuli per relation di uno lodesco venuto lì, el ringratia la Signoria dii salvoeondullo hauto, et bisognando vegniria ; ma tien non bisognerà per esser seguito trieva fino il primo Venere poi il dì dii corpo di Christo, sarà a di ... . Zugno, et in questo mezo si tralarà la dieta a Bolzan, el P Archiduca voi esser per veder li capitoli di villani ; si-chè lien le cose si acquieteranno. Da poi disnar fo il Serenissimo, vestito di re-slagno d’oro et berela di reslagno a vespero iusla il solito, con li oratori in pergolo. Era vi questi oratori, Papa, Imperador, Ingilterra, Archiduca, Milan, Ferrara et Manlua. Li Procuratori solili per sii 3 mexi. El l’orator cesareo non fece altro al vespero che parlar col Serenissimo. A dì 25, fo el zorno de la Sensa. Bellissimo tempo; ma pochi forestieri nè tele cremasche. Fo in piaza do belle bolege, una di cose de alabastro lavorale a Fiorenza di piera tenera bianca si cava solt > Piombin, mollo belle, e dimandano assai dii pezo, l’altra 3 bolege di veri, videlicet Anzolelo, quel de la Serena, et Francesco Balarin con lavori bellissimi, inter coetera vidi una galìa e una nave granda bellissima, senza altri vaxi e cose di vero meravigliose. Vene il Serenissimo, vestilo con una vesla d’oro soprarizo e bareta d’oro et manto raxo cremexin di sopra con li oratori sopradilli senza alcun Pro-curalor. Eri portò la spada sier Donado da Leze va Luogotenente in Cypro ; suo compagno sier Homo-bon Grilli, et hozi la portò sier Andrea Donado va Capitanio a Fainagosla; fo suo compagno sier Marco Memo fo sora la sanità, qu. sier Andrea. Et ne lo andar et vegnir, la galìa armata soracomito sier Zuan Ballista Grimani, qual si partirà fin..... zorni, et le do fusle eh' è a San Marco, patroni sier Ambruoxo Coniarmi el sier Zuan Ballista Donado, andono per Canal vollizando. E da le nave Dolfina e Marzella nuova, poste al viazo dii Zaffo a condur pelegrini, e la nave Liona nuova, fo Irato assaissimi colpi de artellarie in segno di alegreza. llor il Patriarca disse la messa iusla il solilo a San Nicolò di