233 MDXXV, APRILE. 234 lui non mancheria di far ogni bon oficio. Et il magnifico Moron era in leto con mal;non potè parlarti. Di Crema, dii Podestà et capitanio, di 26. Come il conte Alberto Scoto ha lettere di Piasenza, che 500 lanzinech erano imbarcali in Po per venir verso rezana, con fama andar sul Polesene de Ruigo. Item, che ’I ducha di Milan ha via donalo Castel Lion al marchese di Pescara ; et come spagnoli pareva si melesseno ad ordine per passar Po. Di Brexa, dii provedndor generai Pexaro, di 26, hore .... Manda alcuni avisi hauti : uno a una ostaria sul mantoan che uno si scoperse a una spia nostra, el qual era arlievo di Antonio da Leva spagnol, qual li disse-erano parlili 500 lanzinech di Pavia con artellarie per andar a far una impresa. Et che ’1 re Chrislianissimo era acordato con l’Im-pcrador, li dà lanze 2000, cavalli li zi cri 2000 el 12 milia fanti, et esser suo capitanio a quella impresa el voi,et restituisse il suo Stato al ducha di Bar-bon ; et che ’1 re Chrislianissimo voria andar in Spagna e non a Napoli. Fo aricordalo per sier Daniel Renier savio dii Consejo in Collegio si provedi a Verona, e fo serilo a quelli reclori slagino occulati. Et scritto al Podestà et capitanio di Ruigo stagi di bon animo, et confortino quelli popoli a non si meter in fuga perché non semo per mancar di ogni provision a la conservalion loro ; et avisato di le provision havemo fate per il Polesene. El qual Podestà scriveva, passando spagnoli Po, quello l’habbi a far eie. Fo mandato a Padoa Vicenzo Bambaion conte-sfabele, dovea andar a Corfù, con homini, aziò sia posto in custodia di qualche porta. Et sier Piero Orio savio ai ordeni aricordò si mandasse zenlhilomeni a le porle di Padoa, oferen-dosi andar lui in persona questa nocte. El sier Za-caria Trivixan savio ai ordeni, si mandasse li Capitami dii devedo di Treviso e Vicenza. E sier Pandoro Morexini cao di X si mandasse 200 villani di le Gambarare ; {amen non parse di mandar per adesso, nè far altro. 153 Adi 28. La mattina, tutta la (erra fo piena di queste molion di spagnoli che voleno venir a tuor Padoa, et si parlava molto di le poche provision facte ; sichè non si parlava di altro. Sì che questi padoani erano menati con dir è bon farli levar via de lì, come è sta facto. Et se intese che sier Zuan Viluri dia andar a Padoa ; el qual Vituri venuto in Collegio, il Serenissimo li disse non si partisse fin nona perchè aspectavano risposta di cerio loco. Poi le lettere di Milan è tanto bone, che tulli si confortò. Di Buiqo, fo lettere di sier Marco Antonio di Prioli podestà et capitanio, di 27, liorc 19 et 24. Come ha aviso, dicti spagnoli da zerca numero 6000 con scale e corde e arlellarie sono pur verso San Felixe et el Final, et hanno <^n loro molti cari con scale et corde suso ; etiam barche, et che si dieno unir con certe zenle dii Papa. Item, ditto reclòr,qual è in fuga et ha zà mandato le robe sue via, scrive che la Signoria comandi si ’I se dia levar de lì. Item, che ’1 Viceré con le zente dìa venir verso la Concordia, passar Po e mettersi a Li-gnago, aziò li nostri non vengi di brexana. Zuan di Naldo scrive dubita non habbino Iralato in Padoa. Fo mandato per l’orator dii ducha di Ferrara, et datoli audientia con li Cai di X et fatoli asaper come si dubita ditte zente non vengi ai danni dii suo Ducha ; et qui si stele su varii avisi et coloquii. El quid orator mostrò lelere dii suo signor Ducha, di 25 et 26, che li scrive pur li andamenti di questi spagnoli, che li ha mandato a rechledi r alozamenlo su quel di San Felixe, dii ter lo toriano loro. De Isprach, fo lettere, di I’ Orator nostro di 21. Come, hessendo quel Serenissimo principe in Consiglio, vene nova che questi villani procedevano molto et erano da numero 150 milia, et haveano artellarie con loro, et homini da capo, videlicet da guerra, perochè li lanzinech venuti de Italia sono andati da loro, et hanno preso alcuni lochi. Et il ducha di Saxonia et altri li dà favor, et par voglino venir conira 1’ Austria. Per il che il Principe, qual dovea andar a quella dieta col Cardinal Salzpurch el li duchi di Baviera, è restato, et maxime perchè uno suo capitanio nominato .....con 300 .....scontrato da ditti villani era slà preso et morto ; con altre particu-larilà come più avanti scriverò copioso. Vene sier Sebastian Justiniail el cavalier, va Po- 153* desta di Tadoa Luni primo di de Mazo, al qual eri fo mandalo a dir sopraslcsse la soa andata perchè la mità di la terra li vegneria contra, aziò non seguisse qualche scandolo. Hor bozi, inteso le nove si ha, fu deliberato l’andasse al suo rezimento, et andarà. Da poi disnar fo Pregadi, et loto molte letere, et di più da Milan el di Brexa venute hozi, come dirò il sumario. Da poi fu posto, per li Consieri, Cai di XL e Sàvii, che sier Zuan Francesco Loredan qu. sier Marco Antonio sia realdito da li XX Savii sora la