* 583 MccccciH, Philippo Bàzolino, Thoiuaso di sit*r Pirulo. Da Roma di V orator, di 13, venute questa nocte. Come, ricevete rio lettere : una zercha la ex-comunicha di la contra’ di San Bortolomio, 1’ altra con la ricevuta fata a le proposition dii reverendo episcopo di Thioli, subito andò in palazo dal papa, qual non lo trovò perchè era andato in castello per fuzir l’audientia, dove starà sta note. E andò dal Cardinal Grimani e dal Corner, e li exposé quanto la Signoria li commete; disseno cussi faria. Item, fo dal ducha di Urbin, e scrive coloquj abuti insieme; e come è bon temporizar perchè il papa è bon e facile a creder, et non inanella tnalivoli, volendo dir Castel de Rio suo famigliar e il Cardinal di Volterà, che non cessano dir la Signoria voi tuor tutta la Ilo-magna, e si dice il papa ge 1’ ha promessa acciò li 276 ‘ dagi ajuto a esser papa ; però non si fazi altra novità, che spera le cosse si conzeranno, perchè il papa non è di far guerra a la Signoria etc. spera di Franza. E I’ orator li rispose, né li volse lezer la risposta, acciò prima la lezi al papa eh’a altri, e da lui prese licentia. Dii ditto, di 14. Come fo in castello per parlar al papa, dove alla porla era pre’ Lucha oralor cesareo, ma non potè ; e l’arziepiscopo di Famagosta Cy-picho li disse pian non aspectasse ; il papa non voi udir niuno, perchè domali spazerà li oratori di Ferrara in publico concistorio. Et cussi esso orator andò a caxa dii Cardinal San Zorzi, qual disse stava perplexo: la Signoria li dava bone parole; da l’altra havia avisi la leniva praticha in Ymola e Forlì, dicendo, si la Signoria fa per darla poi al papa, la fa ben a tuor Ymola; e che ’l papa è tre zorni havia mandà un breve a Ymola e aspetta risposta fin 10 zorni. Poi disse Tussignan sarà bon, si ’l papa haverà auto Ymola, renderlo per conzar le altre cosse, e spera si conzerà ; e si ben il papa non darà per adesso le investiture di le do terre, lo farà per suo honor, ma scorerà, e col tempo si le arà. E cussi steno su tal coloquj. Poi venuto a caxa, il ducha di Urbin lo vene a trovar e parlono insieme con gran segno di beni-volentia. Dii ditto, di 15. Come fo concistorio e udite il papa li oratori di Ferara, qual fono 6, computà don Feranle e 1’ orator vechio, e li dete ubedientia. Poi esso orator andò la sera dal papa, e li disse aver auto risposta a quanto à ditto il legato di soa santità, exponendo il tutto. E il papa li disse non voleva far altra risposta per esser cossa di gran momento, se dicembre. 584 prima non havea lettere dii suo legato, poi esser con li cardinali, et maxime con li principali; ma chome da lui li diceva. E primo, quanto a quello si dice la Signoria havia gran stalo, era il vero, et però non si dovesse tuor le terre di altri, et maxime di la Chiesia. Poi, non si poteva dar queste terre per le constitution si non in vichariato a qualche capitanio benemerito di la Chiesia, et non a potentiori, perché, si non li pagerà li censi, non la potranno astrenzer; et disse assai, e su la imortalità, concludendo volea quelle terre per la Chiesia, laudando osso orator, e pregando el scrivesse a la Signoria le restituisse ; et che tamen questa non era la soa risposta, ma dicea come da lui. Et esso orator li rispose a tutte parte sapientissimamente; e che la Signoria l’havia tolte a Valentino suo inimicho, et non a la Chiesia ; et che di quella era benemerita più che niun altro, alegando molte cosse fate per la Chiesia ; et che volendo darle a chi possi difender la Chiesia, non è niun el possi meglio far che la Signoria nostra ; però soa santità non solum dovea esser contenta di queste, ma far la ne toi de le altre; et che ’l reame è pur stà in feudo al re di Franza, eh’ è potente. E il papa disse, è consueto quel regno sempre darsi a’ reali ; et che quando l’havia parla in minorilms, era che la Signoria non lassasse andar avanti più Valentino, e non perchè lei tolesse le (erre di la Chiesia. Et (a) clic la gratia di soa santità dovea 277 supplir in esser contenta che la Signoria nostra le habi per la observantia nostra etc. il papa disse: Scriveteli, non però che questa sia la nostra risposta ». Et per esser l’ora tarda, fo leto un’altra lettera di dicto orator drizata al Consejo di X, credo coloquj dii ducha di Urbino, qual fo leta con li capi, noscio quid. Ni altre lettore fono lete ; ma ben poi disnar in Colegio. Di Napoli, di Lunardo Anseimi consolo, di ultimo novembrio. In materia di le lettere scrite per sier Zuan Francesco Morexini per il suo credito, le dete al dispensier magior, qual risponde a la Signoria, et si arà la resignatione. D. Zuan Baptista Spinello etiam volea scriver, ma è ito in campo. 11 gran capitanio atende a far li ponti per passar di là dii Garigliano. Francesi, li cavalli sono in Gaieta, patiscono assai et sono quasi morti ; et il signor Bortolo d’ Alviano fa certo inzegno ; presto si sentirà qualcossa. Ila avisi di Trani, di 22, Alvixe d’ Ars fa pur danni verso Spinizola. Scrive quel vai li grani li e in Puja. Et che lì a Napoli è la peste ; etiam nel campo di francesi. Di Rimano, di 18. Manda lettere ai uto dii