265 MDXXV, MAGGIO. ) A dì 6 Mazo. La matina, il Serenissimo vene in Collegio. Di Roma, di V Orator nostro, di primo et 2. Come, a dì ultimo Aprii il Pontefice andò a dormir a San Iani, et a cena dal reverendissimo Cardinal Colona, et la matina a dì primo Mazo Soa Santità vene in Santo Paulo a la messa, qual disse ditto Cardinal Colona, presenti li reverendissimi cardinali et oratori tutti, videlicet Imperador, Ingil-terra, Archiduca, Milan e Fiorenza. E luiOra'or non vi fu, per non esser la Signoria nostra nominata. Eravi etiam .... cardinali ; et compita la messa fo publicata la liga fata Ira loro. Et par il Papa habbi tolto il possesso a San Jani iusta il solito, senza far altra spesa. Scrive, il Papa voi crear do cardinali a requisilion di l’Imperador : uno nepole dii Gran canzelier e uno fiol dii ducha di Sessa. Scrive, il Papa ha inteso le zente spagnole esser venule sopra il ferarese, et non è da dubitar, per averli intima dirlo 10 zorni avanti, ge lo effondi. Item, di l’accordo nostro, tratandolo a Milan col Viceré, si adaterà. Item, il Papa li disse l’orator Anglico non voi più dar danari a spagnoli. Soa Santità lieo il Re suo sia sferdito di far guerra a Franza. Il res’erendo Capua li ha ditto, tien ditti reali non siano d’acordo, et che P Imperador ha inviati in Italia ducali 100 milia olirà li primi, e che li cesarei voriano ducali 25 milia dal Papa. 11 reverendo Datario li ha ditto, ben che ’1 Papa volesse la Signoria concludesse con P Imperalor, tien non si acordesemo aziò spagnoli non andaseno in Franza ; e che i voleno menar il re Christianissirno a Milan o a Napoli, e voi li castelli. Item, il Papa ha confirmato il perdon de la Sensa a San Marco. Da Milan, di V Orator nostro, di 4. Che li cesarei sono a Pizegaton per indur, si potrano, il Re al concordio. Tamen vieti dito per tulli, che il Re non voi assentir a dar cosa alcuna di la corona di Franza, sicome scrisse heri ; et questo aviso é verissimo e l’à hauto per bona via. Si ha che P Imperator ha faclo intender al ducha di Barbon che ’1 voglia tentar che ’1 re di Navara pigli per moglie la figlia di madama Lionora sua sorella, qual fu figlia dii re che morite di Portogallo, et che ’1 restituirà il suo regno, et li recupererà la contea di Libret a lui pertinente ; et questo fa per haverSoa Maestà Cesarea qualche pe’ in la Franza facendo questo parentado. Item, che ’1 Viceré ha dillo, che ’I non vole ulto pacto sii liberato esso re di Navara senza expresso (1) La carta 171 * è bianca. ordine a lui di P Imperador di liberarlo. Et per le-tere haute di Franza, si ha che si fortificava Bovili et Baiona et quelli altri loci, et che si dovea chiamar el Delphino figlio dii re Christianissirno per re di Franza. Item, che monsignor di Lautrech era sta 172* mandalo a le bande di Picardia per obstar ad an-glesi ; et che ’I signor Teodoro Triulzi era stà creato gubernator di Lion et lionese. El che monsignor di Vandomo era in gran riputation et havea la zeneral impresa ; et che si atendeva a recuperar danari, et si facevano gran preparalione. Item, scrive che luchesi havevano aconze le cose loro con il signor Viceré, con darli ducali 10 milia. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla ordinaria ; el scrisseno certe lettere per il Stato a Di Crema, vene lettere di 4, hore .... di sier Piero da cha’ da Pexaro procurator proveditor zeneral, orator, etc. Dii suo zonzer de lì. Et havendo inteso el signor Viceré esser a Pi-zegalon, ha scritto a sua excellenlia la sua venula, el ordeni quanto P habbi a far. Da Milan, vidi lettere, di l’ Orator, di 4, hore 19. Come in quella matina havia ricevuto la deliberalion del Senato zerclia il mandar de li il clarissimo Pexaro etc., qual é zonto a Crema ; et perchè-si ha che ’1 Viceré, eh’è a Pizegaton, starà qualche zorno lì, esso Pexaro non vegnirà li a Milan per adesso. Scrive, monsignor di Obigni va in Franza per praticar acordo di presoni, et monsignor Memoransi, che era con il Re, è slà contra-cambiado con domino Hugo di Moneada fu preso capitatilo di P armada verso Zenoa da P armala francese. Item, P orator di Monterà li ha dillo, haver acompagnà monsignor di Beuren fino a Turiti, qual li ha dillo il re Christianissirno non voi cieder alcuna cosa richiesta. Item, domino Hiro-nitno Severina orator di Siena, sialo dal Viceré, ha obtenuto che non si fazi in quella cilà motion alcuna per il ducha di Sessa, como fo ditto voleva far. Item, che il Viceré ha mandato a chiamar vadi da lui el magnifico Moron ; el qual se parte, va hozi a Lodi e doman sarà a Pizegaton, si chè si troverà col Viceré a queste traclalion : cossa molto a proposito. Da Iluigo, di sier Marco Antonio di Prioli 173 podestà et capitanio, di liosi, hore .... Manda avisi hauti da Zuan di Naldo etallri. Come quel- li spagnoli erano levati dii Bonden e quelli lochi, el