189 MDXXV, mexe e zorni 20 che la seguite. E li corpi che si trovava erano sepelili eie, A dì 18. La mattina, redulo il Collegio, veneno tre rectori venuti questi zorni santi. Et primo referite sier Moixè Venier venuto reclor e proveditor di Cataro, vestito di-scarlato, in locho dii qual an-doe Sier Francesco da cha’ Taiapiera, et referite di quelle ocaorentie de lì. Et si scusò di la caluma fato- li per quel vescovo di nation catarin, et quelli altri disobedienti ; e sopra questo si dilatò. Et che domino Piero Zen stato de lì ha ben inteso la verità; con altre parole. Et il Principe li disse..... Poi referì sier Lorenzo Venier el dotor, venuto podestà di Bergamo, vestito di veludo cremexin alto e basso, in loco dii qual andoe sier Polo Valaresso. Disse di la condition di la terra e iustitia fatta; et esser sta in tempo di guerra et di peste. Da poi referite sier Tomà Moro, venuto capita-nio di Bergamo, vestito di veludo cremexin, in loco dii qual andoe sier Nicolò Michiel el dolor. Qual disse la condition di la camera, intrata e ussita, di le soe operation in questa guerra e provision falle a conservation di quella città; et dii voler di quelli cittadini et populo. Poi di capi stati de li et altre par-ticuritade. Et il Serenissimo li laudoe tutti do. Vene il Legato dii Papa, et andati fuora li papa-listi, disse voleva risposta di quanto disse quando portò li capitoli di la liga. Il Serenissimo li disse havemo scritto a Roma sopra di questo. 124 Vene l’orator cesareo, qual etiam cazadi i pa-palisti tratoe di la materia di l’accordo, et parlò altamente che questa terra mena Cesare a la louga e non voi l’acordo. Et disse li 3 capitoli voi il Viceré dovendosi acordar la Signoria con Cesare; ma non disse il quarto di esser pagali di 2 mexi. Il Serenissimo iuslificò le raxon nostre et che si dolemo di lai proposte. Et. nota. L’orator Venier fo molto biasemalo, che da Milan scriva di do mexi et questo Sanzes nulla disse. Et fo tolto rispetto a consultar, et a risponderli col Senato. Veneno li do oratori di Milan, il Taverna et Bilia ; et il Bilia tolse licentia perché il suo Ducha il manda in Spagna per suo orator a la Cesarea Maestà : il qual Ducha fa bon ofìcio. Da Milano, sul tardi, fo lettere, di l’ Orator nostro, dì 16, Ime 16. Come el Gatinaria.qual torna in Spagna venuto di Roma non é ancora partito, ma partirà presto et aspeda che zonza monsi- APR1LE. gnor di Breon il qual hozi si aspecfa lì a Milan. E stalo do giorni a Lion con madama la Regente madre dii He. Scrive è fato gran mulalion lì a Milan di tratamenti di lo acordo, di quello era prima si concludesse a Roma ; e lui fa quello li dà le forze sue, ma il caso non é suo. Si alende a pagar li lan-zinech di Pavia per poter liberar quella città di tanto carico. 11 signor Viceré voleva mandar cavalli 300 al principe Ferdinando; ma al presente non diee altro perchè lui Orator ha liauto ordine di la Signoria che quando li voi mandar li dagi ad viso. Et scrive, è voce de lì che ’1 signor Viceré voleva andar nel regno a repatriar, pur quesli signori non vede la possibilità si parti fino le cose non babbi preso alcuna forma. La liga fata a Roma è sta pur conGrmata da questo illustrissimo signor Ducha e suo consejo, con questa condition che se l’Impera-dor non la confirmarà non sia fatto nulla. Scrive, li ducali 75 milia che bora dà il Pontefice et fiorentini a Cesare serà dati per imprestedo a questo signor Viceré, e lui se obliga a restituirli. Quesli oratori e nontii pontifici instano aprcsso il signor Viceré che investissi la Chiexia di Rezo e Rubiera, proludendoli dar ducali 100 milia. Scrive, don Ungo diMonchada è ancor qui a Milan, nè del suo parlir per la corte di Cesare non si dice cosa alcuna. Di sier Piero da cha’ da Pexaro procura- tor, proveditor generai, di 17,hore....... date a Santa Maria di Mugazan. Come poi di-snar col signor Capitanio zeneral rilornerranno a Brexa. Di Crema, fo avisi di sier Zuan Moro podestà et capitanio, di 16. Di uno corier con lettere di 1’Orator nostro in Spagna zonto a Pedi-monti amaialo, li ha mandato a dir mandi a luor le lettere ; et cussi ha expedito do cavalari fidali fin lì a questo effeclo. Item, par siano zonli 4 pezi di arlellaria a Pizigaton, e si dicea il Viceré voi mandar il re di Franza a Napoli. Et allre parlicularilà ut in litteris. Di Boverè, di Andrea Iiosso secretano, di 17. Come ha nova da quel comissario di l’Archidu-ca è lì, che le zente sue erano siate a le man con quelli villani liaveano fado la motione, et erano sta morti 400Q et fati apiccar da 400 che fo presi : ta-men non si ha per certo. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Fato Podestà et capitanio a Crema sier Andrea MarzelJo, fo al luogo ’ di proeurator, qu. sier Antonio.Capitanio di le galle di Baruto sier Francesco Bragadin fo soracomilo qu. sier Vetor, et allre 9 voxe. 124*