313 MDXXV, MAGGIO. 314 a sier Andrea Morexini di sier Juslinian. Come hanno hauto nova alli 25 dii passalo di due fuste di Taranto esser in le aque di Modon, et sora Slri-vali esser sta preso uno schierazo corphuoto patron Mengola et tagliato a pezzi dillo patron con la compagnia, salvo sie che si bulono in aqua. Et hanno menalo via ditto schirazo, qual era cargo di cere, gofoni et sede et robe di zenlilhomeni ve-niliani di sier Lorenzo Contarmi qu. sier Antonio cl corphuoli, per valuta di ducali 8000. Unde, aula lai nova el clarissi mo Proveditor di l’armada domino Zuan Moro è parlilo di qui per andar a la recuperalion di dillo navilio con do galìe, sier Ale-205* xandro Bondiinier, et sier Vicenzo Juslinian. La quarta, eh’ è sier Francesco Grilli, è andà a com-pagnar li rezimenti che vanno a Napoli di Romania, le do altre galie per avanti sono andate in Dalmatia. Item, scrive, questa mattina per navilii venuti di Candia si ha, trovarse a Cao Salamon galìe 15 et una fusta lurchesche, dicono audar in Alexandria a levar de lì Abraim bassa et condurlo a Constanlinopoli. Dii Zante, di sier Nicolò Trun proveditor, di 28 Aprii con questo aviso, qual scrive a Corphù al Proveditor di l’armata lai nova dìi schierazo preso da le fuste di Taranto, che veniva a Veniexia. Nolo. Le lettere dii proveditor generai De-xaro, da Montudine, di 16, hore 3 di notte. Scrive haver per bona via, che il dì sequenle, a di 17, il Viceré menava via di Pizigaton il re Chri-slianissimo. Di JBrexa, di sier Francesco Foscari ca-pitanio, di 16, fo lettere. Zerca denari bisogna da pagar le fanterie, poi che il Proveditor zeneral li ha lassato questo cargo ; et sopra questo si difende longamente. È da saper. Havendo fallo il Patriarca nostro domino Hironimo Querini uno mandato a quelle 7 chiexie solile cresimar il zorno di la Sensa per man di uno episcopo, videlicet San Moisè, Santa Maria Formosa, San Silvestro, Santo Apostolo, San Barnaba, San Jeremia et......... che non dovesseno in tal zorno cresemar, ma voi che ’1 zorno de le Pentecoste, tutti chi se vorano cresemar vadi in chiesia de Castello e lui Patriarca, overo uno altro episcopo in loco suo cresmi, et questo sub poena etc. Unde inteso il Serenissimo tal cosa, che sempre si ha cresemà in tal zorno, mandò a dir in Collegio è bon mandar a dir el Patriarca non innovi alcuna cosa, maxime quel zorno di la Sensa, venendo molli forestieri a cresemar. Et cussi mandono per Hironimo da Canal nodaro della Canzelleria a dirli. Et soa signoria rispose gaiardamenle voleva far a suo modo in cose spiritual, et si ’1 Serenissimo non voleva, vegniria in Collegio a refudar il patriarca e portar la croce ; con altre parole, el messe in scriptura questo. Unde li Cai di X mandono a tuor ditta scriptura per far provision. Fu posto, in questo Pregadi, cazà li papalisti, per li Consieri, essendo vaca il priora di la prece-toria di Sant’ Antonio di Brexa di 1’ ordine di San Agustin per 1’ obito di domino Antonio de Basteuis morto a Roma, il Papa 1’ ha dato al reverendo domino Hironimo episcopo vasionense siro secretano et maestro di caxa, nato a Vicenza, apar per suo breve di 16 Mazo, però siali dà il possesso. Balolà do volte, non bave il numero. 96, 4, 9. 90, 7, 12. A dì 19. La matina, el Serenissimo non fo in Collegio per star inquieto, Vicedoxe sier Francesco Bragadin, per esser zà più zumi fuori a solazo (?) et è il più vechio Consier. Dii proveditor Pexaro generai et orator Venier, date a Montudine, a dì 17, hore .... Come havendo inleso, come scrisse, che quel zorno el re Christianissimo dovea esser levalo di Pizigaton et che erano preparato cariazi eie. poi inlese che quel zorno non si levava perchè il Viceré havia certa doglia di stomaco, unde per saper la verità mandono a dir che veriano a visitarli si ’I fosse in piacer di soa excellenlia, qual li mandò a dir fos-seno i ben venuti. Et cussi quel zorno, poi disnar, andono a Pizigaton e trovò el Viceré in piedi. Et scrive parole dite Itine inde, qual li disse che monsignor di San Polo era fuzito di Pavia e venuto a Crema, e con li nostri cavalari acompagnato via, eh’ è contrario di quello è sia ditto a Cesare. Unde lui Proveditor disse che ’1 non sapeva di questo, imo haveano scritto a Bergamo e allro fosse in-tertenulo, con altre parole, sì che ’I rimase quieto. Poi disse che domati si partiria col re Chrislianissi-mo per Novi, et poi de lì a Zenoa et per mar la condurano a Napoli, el che lui anderia a compa-gnarlo fino a Napoli. E resteria Capilanio zeneral e per suo nome de qui il marchexe di Pescara. Poi introno zerca li danari, dicendo esser risolto in voler ducali 100 rnilia d’ oro in oro, 80 milia al presente, et 20 milia fin due mexi, et cussi havia scrilo a P orator di qui. Item, scrive che li lanzinech di Pavia volendosi partir, il marchexe di Pescara è andato lì et è slà a quietarli, datoli danari et li man-