109 MDXXV, MARZO. 110 barano hora che sii per loro. Questi signori hanno deliberato di mandar un ambasciatore che stia apresso il signor Viceré, quale partirà fra doi o tre giorni, e sarà Bartolomeo Valori, qual al presente è uno de li signori Otto di pratica. Ex lUteris eiusdem, 18 Martiì. Meri partì Bartolomeo Valori, che va al Viceré. Qua se intende a questa hora esser imbarcato il duca di Albania, et credesi venirà a Livorno per levar monsignor de la Cleta, qual ancora è qui su l’hostaria con la compagnia, et se non fusse stato l’orator fiorentino che era a Siena che l’avisò di la presa dii Christianissimo, avanti che la si sapesse era amazato, perchè non era partilo di doe hore che corseno a la caxa soa, et già era parlilo et veuulo nel nostro dominio. Ex lUteris domini Francisci Gonsagae, datis Romae, 15 Martii. La Salitila de Nostro Signor non me ha dillo allro, se non che la persevera in bona speranza sopra le cose imperiale. Sono comparse a questi dì qui iri Roma certe monede d’oro di valuta di uno scudo stampate a nome dii primogenito del re di Pranza, e per quanto intendo, hanno lettere che dicono : « Franciscus Leo rex seeundus » etc. Et si ha inteso il sopraseder che ha fatto far la maire dii re Christianissimo per dui dì quelli che portavano la nova in Spagna alla Maestà Cesarea de la rolla de francesi et de la captura del Re, et questo per voler essa matre haver il parer dii Consiglio di Parisi cerca tal andata. Et essendosi resoluta nel sì, pare che Sua Maestà determini de andar ancor lei personalmente alla prefata Maestà, sperando poter far qualche bona opera per la liberatione dii Re suo figliolo. Questo è stato dillo, ma non ce n’è però certezza. La cosa dii signor Camillo Sermoneta è assetata con 70* dinari, paga sei milia ducali, che al male non è stato ppco, considerato il mal animo che se li havea adosso. Nostro Signor beri apresenlò a Madama illustrissima fermento, orzo, vini, zucari, cere, olio, salumi de carne et de pesce, et altre cose da man-zare. Et ce sona lettere del conte Baldissera di 24 dii passato, date in Saragosa, qual scrive che lì si facea preparamelo di arme per venir a li danni di Pranza. Nostro Signor me ha ditto che l’armata de Fran-za a questa hora deve esser giontu per levar il duca di Albania con queste gente francese, le quale se ne anderano a quel camino, parendoli in effetto questa esser la meglior via che possino fare, perchè a dover andar per terra o ad restar in queste bande potria portar grando pericolo. Et par Soa Santità habbi piacer assai che se ne vadino, aziò sia remossa questa occasione che li imperiali non habbino ad far altra provisione per expugnar ditte gente. Ex ìitteris eiusdem, 17 Martii. La Santità de Nostro Signor aspetta di hora in hora risposta da messer Bernardino da la Barba di quello haverà operato con questi signori imperiali, secondo la quale saperà fare qualche iuditio che cosa haverà ad esser di pace o di guerra, benché dica che la resolution dipende da la mente de l’Impe-rator. A di 20. La rhatina per tempo fo lettere di le 71 poste, il sumario dirò di sotto. Da Miìan, di l’Orator, di 18. Come beri il signor marchese di Pescara fece un banchetto con done; sichè stano su questi piaceri aspectando risposta di la Cesarea Maestà di quanto habbino a fare. E si dice Domenega da sera el signor Viceré ne farà uno allro. Iteni, ditto Orator scrisse a li Cai di X in zifra nescio quid. Da Crema, di 18, hore 3 di notte. Come in quella sera è gionto de lì uno che partì hozi da la Stradella, qual li ha referito che heri et ozi ha veduto passar de lì zerca 10 compagnie de zente d’arme et cavalli lizieri, quali diceano andar a Borgo Sandonino et altri luogi vicini, che sono tra Cremona el Parma. Scrive etiam esser venuto de lì uno che partì da la Biella Zuoba passata, fo a dì .. . ., che refferisse quanto è qui sotto nel suo reporto. A dì 18 Marzo, domino Raganino da Lodi, venuto qui a Crema dalla Savoia, dice esser partito da Biella acanto Ivrea miglia 7 Zoba passala, dove intese dal generale del ditto loco che l’aveva aviso de Franza, che la madre diire C istianìssimo faceva gran provisione per far gente, dicendo voler al tutto vendicarsi contra i nemici suoi. El ha inteso etiam che il duca di Savoia ha buttato uno taglione a li subditi suoi, dii quale molto se rcscnlivano, et se diceva per provedere alle cose sue. Se diceva etiam che ’1 signor marchese di Saluzo era in Saluzo con fanti 4000 et bon numero di cavalli per del'endersi de monsignor de Genevra, che voleva andar a li