m MDXXV, MAGGIO. 350 Da Milan, fo lettere, dii Venier, orator nostro, di 24. Come beri vene lì lo illustrissimo ducila di Barbon. Andoe a sua visitatoti. El qual lo vete al solilo. Ha conduto seco sopra la sua fede el signor Federico da Bozolo, el qual bora è in libertà. Scrive colloqui bauli insieme ; qual disse esso Bar-bon leniva che ’I signor Viceré non liabbia a tornar più di qui, ma resterà a Napoli, sì per governo di quel regno, come per custodia di la persona dii Re. Et hozi esso Viceré col re Cbrislianissimo doveano andar in Zenoa et in uno castelelo lì vicino imbarcarsi su l’armada per passar a Napoli, et condurauo il re Cbrislianissimo in Castelnovo. Manda lo incluso e sottoscripto reporlo di le nove di Spagna. Item, richiede sia electo il suo succcssor, el sopra questo scrive longamenle. Nolo. Il Legato disse in Collegio, come ha via hauto lettere dii Roma, dii reverendo arcivescovo di Capua, che li scrive la Signoria non dia star per 20 milia ducati di concluder P acord# con li cesarei. 230 Reporto del signor Emanuel Malvicino ma-giordomo de lo illustrissimo signor Viceré, quale partì da Toledo alli 9 de Mazo 1525. Referisse haver lassato lì la Cesarea Maestà con tutla la corte, cum expedila deliberatone, che (ini- lo il termine di le Corte che lien lì Sua Maestà, che sarà alli 20 dii mexe futuro, quella senza più dila-tione partirà cum tutla la corte per condursi a Valenza e de lì a Barzelona, per spingersi con ogni celerità alla volta de Italia. Che Sua Maestà per tal sua venuta bave condu-le nave 12 delle più grosse che si alrovi, quali se attendevano a preparare cum molta diligentia. Parimenti have descripti et già si cominciavano a pagare fanti 12 milia spagnoli, che se haveano a congiongere cum li 4000 lanzchenech che sono fra Perpignan et Salzes. Ave anche in ordine et pagate lanze 2000 et za-netari, over cavalli lezieri, 1500. Il passar di Sua Maestà non è ancora determinalo se ha ad essere per mare o per terra, ma si delibererà in dies, secondo sentirà il procieder de questo exercito, et moti de Pranza. Che Sua Maestà al principio che ebbe nova de la vittoria, fu de opinione di abraziar apontamento cum il Christianissimo re, quando Sua Maestà Chri-stianissima se fusse contentata di lassarli la Borgogna senza intervento el partecipatone dii Serenissimo re Anglico ; et assegna che saria slà ben fatto alora, avendo Sua Maestà Cesarea expedito de qua senza assenso de esso re Anglico. Al presente esso maggiordomo, per la nolitia ave de le cose de là, crede che la Maestà Cesarea non abbraccerà tale apontamento al presente, perché al suo partir erano gioliti in corle duo oratori del prefato Serenissimo re Anglico, cum ordine di rinnovatoli di liga. Confinila la captura de sette over otto castelli nel confine tra Narbona el Salses; ma che sono de poco momento. Che in Narbona per i villagi é sparsa la gente 230* d’arme. Che in Lione è stalo giorni (re, et aver parlalo cum la illustrissima Regenle madre del Re, quale era alquanto gravata, et sta rn sunima speranza che la Cesarea Maestà sii demente verso il figlio Chri-stianissimo re, et che omnino ne babbi a resultare bona pace et apontamento fra loro. Che in Lione vi sono fanti 500 italiani tenuti nel borgo per bon rispetto, né vi è altra genie Che in quel medemo loco vi é monsignor di Laulrech cum nome di capitanio generale di tutta la Pranza, et per il paese si stà in grandissimo timore, nè hanno altra speranza che nella dementa di la Cesarea Maestà. Copia di una lettera de Yspruch de sier Carlo 231 Contarmi orator, data a dì 20 Mazo 1525, drizata a sier Anzolo Gabriel qu. sier Silvestro. Quest villani continuamente si hanno deliberato, sottospecie di voler far grande questo Serenissimo, farlo pezo che una ombra. Et prima li hanno proposti alcuni capitoli mollo vergognosi, e sopra tutto non voleno che Sua Excellentia tengi niuno forestier nel suo conseglio, et manco nel guberno de li lochi et terre, eh’ è cosa che vien da più alto loco che da quest villani. Non voleno che ’I lengi zen te d’arme, nè fanti forestieri in questo contado ; da alcuni che l’altro giorno veneuoli deteuo la fuga, et alcuni altri che venivano quelli de Isboz non li hanno voluti lassar passar ; el hanno fatto intender a Sua Serenità che fazi revocar le gente liavia man-dato a tuor in Italia; et cusl li é stà forzo far. Non voleno che Sua Excellentia possi donar nè impegnar alcuno loco, terra over caslelo, anzi li offeriscono liberar li impegnati el darli danari, et già sono anelali forsi 10 milia di loro a recuperar il contado di Octimburg che Sua Serenità havia donalo al conte