15 MDXXV, MARZO. 1G le fantarie spagnole che erano sbandate se remesse insieme et andò verso sviceri, quali haveano fatta una ala et andato per testa a li lanzinechi, li quali investirono li svizeri per testa et poi li spagnoli per fianco, de modo che li rupeno, et si posseno in fuga. Parte furono fati pregioni et svalizali, et partese anegorono nel Ticino. La Maestà del Re veramente, de 300 zenlilomeni che l’havea, non se ne trovò de più de 50 apresso la persona sua. Spinse ne le gente d’arme spagnole, qual trovò accompagnate con molti schiopettieri, et loro venero a la volta del Re, il quale non possendo resistere, si ritirò verso Mirabello combattendo solamente Sua Maestà, qual corse la sua lanza et rupela gagliardemenle, et cusì monsignor di Lescu et monsignor de San Polo et non altri, et sono ambi dui feriti et in uno leto insieme. Et furono rotte tre lanze adosso la Maestà dii Re, et sempre stète valorosamente ; ma poi li fu morto il cavallo sotto di archibuso, et restò a piedi et combatè ancora curn il stoco, defendendosi per bon spazio, linde che uno archibusier lo volse ama-zare; ma lui disse esser el Re et levò lo arcobuso, et immediate li fu avanti monsignor de la Mota che lo cognoscea, et lo difese et fecelo pregione. Un de essi cridò : « Victoria, victoria, » et condusse Sua Maestà presone. Et tutti li capitanei spagnoli corseno a veder il Re, butandosili inanzi a basarli la mano et il piede. Monsignor de Barbon, subito che vide Sua Cristianissima Maestà da longi, messe mano a la spada alzandola all’aere et poi subito la remise nel fodro presente il Re, et smontò et se andò a inclinar, basandoli la mano et il zenochio, confortandolo, et poi lo menorono dentro de Pavia. La sera lo feceno cenare. 11 signor Viceré li diè l’acqua a le mani, et monsignor di Barbone havea la tovaglia, et basandola per sugare le mani a Sua Maestà, proru-7 pe detto monsignor di Barbon in uno amarissimo pianto: et ambi dui de ditti signori lo serviano standoli sempre in piedi. Tutto il resto de li francesi, cosi gente d’arme come fantaria, sono dissipate et fuziti; ma si tiene che serano svalisati o morti da li vilani et da quelli di Alexandria. Et li cavali lezieri de li cesarei sono andati ultra Novara seguitandoli. Et che sono restati gran numero de pregioni tra baroni, capetanii, zentilomenfi e personazi da conto. 11 signor marchexe di Pescara, seguendo la victoria fu ferito de spada in una galta, et un poco nella gamba, et hebbe una schiopetata nel fianco, ma non li passò la ballota fino a la carne; et l’Arcone è ferito di uno schiopo in una gamba. Che li signori cesarei, Sabato da sera a di 25 feceno consiglio tra loro, et fu ditto che haveano deliberalo di mandar le gente in guar-nisone; ma non sa in qual loco, et ha sentito raso-nare che vogliono fare la impresa de la Franza; tuta volta hanno fatto ritornar il retroguarda a Belzoio-so. Che lutti spagnoli grandemente bravano contra della Santità del Papa, et di boca de lo Àrcon ha sentito dire che vogliono andar a Fiorenza a pagar le sue fantarie, et poi sachizerano Fiorenza. Fu terminalo per Collegio et scritto a sier Antonio Surian dotor et cavalier, podestà di Brexa,*che vadi immediate Orator nostro al signor Viceré, et alegrarsi de la vitoria aula, con la commission che immediate se li manderà. E nota Fo fatto questo per Collegio, che si doveria haver fatto per Pregadi. «a Vene in Collegio l’orator di Mantoa domino Zuan Batista di Malatesli, et monstrò lettere dii suo signor con una lista di signori presi et morti di francesi et gran maestri, la qual non è discrepante di quella si ha hauto per via di Cremona. Da poi disnar fo Collegio di la Signoria con li Savii, et alditeno sier Alvise Badoer avocato fiscal, qual ha visto li instrumenli et aquisti di frali di Co-rezuola,overo di SanZorzi mazor. Et erano presenti sier Francesco da cha’ da Pexaro, sier Gasparo Ma-lipiero, sier Francesco Falier e sier Nicolò Salamon qu. sier Michiel, li quali tre ultimi fo mandati per il Consejo di X con la Zonta a metter li confini con ditti frati ; et disse in conclusion che ..... Di Roma vene lettere molto desiderate in ìiore 42, in risposta di le prime nostre, di sier Marco Foscari orator nostro, di 27, hore 5 di note. Come la notte passata, a hore i, il Pontefice ave lettere da Piasenza dii Legato, Cardinal Salviati, che li advisava la rotta del campo francese et catura del re Cristianissimo. Da poi, inteso questo, il Papa mandò a dir tal nova a esso Orator, e che li andasse a parlar la matina per tempo. Et poi, a hore 12 zonse in hore... il corier nostro con le lettere di la verità della predilla nova, con le qual esso Orator andò dal Pontefice. Et scrive parole usade per Soa Beatitudine, ut in litteris, et il sumario dirò di sotto. Item, che il duca di Sexa orator cesareo era stalo quel zorno dal Papa e congratulatosi della vittoria, dicendo, benché Soa Santità havesse fatto (1) La carta 7 * è Wanca.