383 MDXXV, Et fono sopra una oblalion di ano, qual si ha oferto questa matina a li Cai di X di dar un gran aver a la Signoria, et non voi altro che meza per cento di quello si averà con effecto, et presa tal gratia dechiarirà il tutto : per tanto fu preso concederli la dilla gratia ut in parte. Di Tango vene lettere dii Prióli podestà et capitanio, di eri a hore... Come spagnoli, volendo far certo novità et exlrusion sopra il bolognese, Ra-mazo'to et quelli altri li hanno facti star quieti, et voleano ritornar a la Stellà et quelli loci, ma il duca dì Ferrara non li ha voluto darli aizzamento; sichè sono pur sul bolognese. A dì 11. Vene in Collegio l’orator cesareo, dicendo che si doveria ultimar questo acordo e non star più, perchè voleno 150 milia ducati, perchè il Viceré hà bisogno, et non si aspecli più altro da lui che prolesti, e tal paroìe. 11 Serenissimo li rispose non è possibile a darli tal summa, et doman si faria Pregadi, et se lì rispóndeva con il Senato. Introno li Cai di X in Collegio et steteno longa-menle. Di sier Piero da cha' da Pexaro procura-ior proveditor generai, et sier Marco Antonio Venier dotor, orator, fo lettere, date a Montu-dine, a dì 9, hore 3 di notte. Come erano stati quel zorno a Pizigaton a parlar al Viceré et li altri, et prima parlato col Carazolo, poi col Viceré, qual al tutto voi l‘20 milia ducati e si rispondi si volemo darli o non, dicendo Gasparo Sormart per nome di Franza è stato à Venezia, e questa è stata la dilation e pratica nova con Franza, zurando il re Chrislianis-simo li haVia ditto questo. Et hanno inteso, il Viceré ha scritto a l’orator Sanses significhi questo in Collegio, e voi ducati e non scudi. Tien di qui lì vìen scritto tutto. Disse il Viceré, lui voi star in paze, ma si le sue zente fesse qualche custìon con le nostre lui non sarà in colpa, dicendo : « aveti di novo fatto 2000 fanti ». Li risposeno per guarda dii Polesine, per la fama era che spugnoli volesseno passar sul nostro; et con questo tolseno licentia. Il duca di Bar-bòri è andato a Milan, etiam vi dia andar il marchese di Pescara. 185 Di Crema, di 9, hore 21. Come ozi è passato de lì domino Sachetto da Urbino maistro di caxa dii signor Federico da Bozolo, quale dice veni\a da Lione, et dice de lì esser partilo a li do del mexe presente, dove si aspectava de giorno in giorno monsignor di Lutrèch, el che drieto li veniva guasconi 10 milia, et già èrano venute le poste che avisava che erano a mezo il camino. Et che avanti il maggio. 284 partir dii prefato Monsignor, lui disse ad esso domino Sachetto, che dica per suo nome al signor Federico, che già molti giorni era slà expedilo il capitanio Lorgie per far quattro in 5000 venturieri, et che F homo che era andato a li svizeri era expedito per 10 milia svizeri, et medesimamente altri per 10 milia lancinechi, quali dice se aspectava de hora in hora. El dice el prelato monsignor de Lùtrech ha-verli ditto, che in persona veniria cum lo exercilo in Italia. Dice etiam ditto refferente, che a Lion sono da circa .4 in 5000 fanti italiani, quali sono ben veduti et acarezali e pagati, ma vogliono ,che vivano honesta et bonorevolmenle; et che la Franza non fu mai più cusì ben regolata come é al presente. Et che in Lion et lionese sono da 3000 lanzinechi, fra quelli che ha menato il signor Renzo et quelli che si salvarono da la giornata. Nel qual luco de Lion se atrova etiam il prefato signor Renzo ben acarezato. Et dice che praticavan el baralo dìi signor Federico sopradito et monsignor di San Polo cum il principe di Orangie. Et che haveano in esser da lanze 1000. Dicendo che pagavano adesso le gente a homo per homo, come fa la Illustrissima Signoria nostra. Vene in Collegio per caxa dii Principe uuo ve- 185 nuto di Franza, qual è'.......... Vene in Collegio con li Cai di,X quello a chi eri sera fu presodarli meza per cento di quello si troverà di danari etc., qual è uno cìtadìn che tìen botegà a Rialto di telaruol, chiamato Marco de Moixe, homo di anni .. .. el quel comenzò a dir el muodo, eh’ è metter certa angaria picola universal a tutti, videii-cet............... . Da poi disnar fo Conseio di X, cori la Zonta ordinaria et di Roma, et tra le altre cose preseno: atento è slà fatto conscienlia a li Cai di X, che molli quali hanno comprà le possession del flisco galdeno assa’ più di quello hanno comprato con danno di la Signoria nostra, però sia preso, che mandar se debbi fuora uno dì officiali a le Raxon vechie, quali hanno il cargo in Collegio, da esser ballolladi tutti tre in Colegio, et andar debbi con quella spexa et compagnia parerà al dillo Colegio con li Cai di X, qual habbi a reveder tutte le possession alienade dal 1509 in qua per la Signoria nostra, et quello troveranno di più metter in la Signoria. Et poi fo manda sier Ruzier Contarmi oficial a le Raxon vechie.