73 MDXIX, MARZO. 71 anno, principiando judei, zoveni, puti, Temine, vecliii, barbari, cavali zaneti, somari et bufale, et tuli hanno uno pretio per uno, chi de una sorte e chi.de un altra, et questo corer dura li ultimi zorni di carnevai, ogni zorno qualche palio. La Domenica di carnevale, el Papa fece una livrea de 24, tra li qual ne era 18 soi camerieri de li primi e 5, trombeti e uno che portava lo stendardo su bellissimi cavali zaneti. Erano vestiti lutti in questo modo, uno zipon mezo di brochato d’oro el mezo di raxo carnesin, calze turchine et bolzagini giali, una vesta di raso carnesin meza el l’altra mità di brocadelo paonazo, capa a la spagnola di raso biavo fodrata di tafelà giallo, barela meza di raso carnesin et meza di bro-chatelo, el la coperta di la sella dii cavalo di raso carnesin ; do stafieri per uno vestili a una foza, ba-reta rosa con uno penacbio bianco, zipon mezo di raso carnesin et mezo di raso paonazo, calze meze gialle et meze turchine. Veneno su la Piazza di san Piero con gran magnificentia, et comenzono a corer conira a cerli cavali vestiti da mori, ma malissimo in bordine de habili ma boni cavalli, et se trazevano certe cane, et corevano come saria dir a la zoslra presoniera (?) et bagordono assai. Finita dila festa, se andò a una comcdia che fece il reverendissimo Cibo, dove è stata belissima cosa lo apparalo, tanto superbo che non si potria dire. La comedia fu questa, che ’1 fu fento una Ferara, et in dila sala fu fata Fe-i-ara precise come la è, digando che monsignor reverendissimo Cibo averia passato per Ferara; el volendo una comedia, li fu data questa. La comedia è sta trala, parte de li Suposili di Plauto e di l’Eunuco di Terenzio, molto bellissima et forte ben recitata. Da poi el Papa andò a cena da esso reverendissimo Cibo con 17 cardinali, et tutti li ambasatpri et molli prelati in numero a tavola 36, bellissima cena de vi-40* vande e musiche assai, e cusì ne li intcrmedii di la cornedia; e per far dila comcdia, el Papa donò ducati 1000 a dito reverendo Cibo per farla. Poi el Luni, questi di la livrea veneno su la Piaza pur de san Piero et amazorno 4 tori con le zanele ; ma non fu bela festa per tulli, perchè morite do homeni, non di quelli di la livrea ma altri, et molti strupi .ti, e morse do cavali zaneti di la livrea, et parechi ferili el Sa-rapicha camerier dii Papa fu bulato da cavalo dal toro, ma non haveva male, ma è macato un podio, et è in lelo. Altri cardinali non à fato niuna livrea, ni picola, ni granda, exceplo il Papa; nè è più quel lempo dii povero Cardinal di Siena, che spendeva ili uno zorno in una livrea ducali 4000; sichè niuno di tanti cardinali ha speso un qualrino. Finita dita fesla, si andò a una altra comedia, ma bufona, fata per mali et contrafar mali e panchiane da rider mollo ; e la fine di la comedia fu che colui che l’avea composta, che fu uno frate, fu sbalanzato et ave uno cavalo (?); ma si ave a grandissimo piacer aldirla, et in-travene anche bufoni. El Marti poi, il Papa fece tirar el colo a molte oche, corer a lo anelo et a la quintana ; et da poi fu fato una comedia inanti cena e una da poi cena, ma non da conto, e fu brieve. Questi è stati i piaceri si ha auto questi zorni di carnevale, et maschare sine fine dicentes.con assais-sime musiche et molto belle et bone, più tre volle che bora uri anno. Non voglio restar de avisarvi de uno convito fece Lorenzo Strozi dal Bancho, fratello dii cugnalo dii ducha Lorenzo di Urbino, a quatro reverendissimi cardinali, zoè Rossi, Cibo, Salviali, et Redolii tutti nepoli et zermani dii Papa, et certi altri fiorentini bufoni el tre pulane; qual fu de li belli convili sia sta fati in Roma; ma cosa spaurosa el che non piacele a li cardinali. Quando introrono in casa del dito Slrozi, fu acesa una candeleta da uno qualrino, et fumo menali per certe scalete che andavano suso el in zoso et per traverso a modo in bissa, e tanto andono che i zonzeno a una porla nera, dove alzata 41 dita porta, introrno in una sala tuta coperta di negro, scura, et atorno'de li ori pieno di leste di morlo, et ne li quatro cantoni di dila salola erano dipente quatro morie molto brute et spaurose, con una candeleta picola da drieto che faceva grandissima paura. In mezo di la salota era una tavola coperta pur di negro, con un piato di legno in mezo, et era dentro do teste de morto con quatro ossi da morlo etqua-Iro taze di legno piene di vino. El patrone disse: « Signori fate colazione, che poi anderemo a cena. » Niun non volse mangiare, perchè era una cosa spaurosa; et rote quelle leste, insì fora fasani coli, e de li ossi saìzizoni ; et uno chiamato fra Mariano, che è buffone dii Papa, disse a Brandino, che quello è stato molto a Venecia con Mariella Tressa et vien chiamato di qui da tutti Cordiale, fra Mariano li disse : « Cordial mio, dove siamo conduti ? non voglio perdiamo in tutto » et scomenzono a manzar uno boccone et bever una taza del vino. Da poi i se parlino di quello loco, et introrono in una sala grande che pareva uno mondo stellato molto bello, con assaissime luce, et in questo locho era se non una tavola con li mantili filli, et senlorno a tavola. Erano in lutto 14. Subito sentati intorno la salta, saltò suso 1 i laze de insalata, et fu messa una per cadauno; poi fu dimandato da bere, altri 14 bichieri