751 MGCCCCIV. GENNAJO. mino Bortolo de Asonicha, era stà al suo vescoado, et voi andar a Roma ; vene a luor licentia. Veneno li oratori di Meldola, dicendo li capitoli non li satisfa, maxime zercha il sai, et voriano pagar mancho di quello pagaveno al retor ; rimesso a 360* li savj. Da Cremona, di rectori. In materia di banditi et rebeli di Franza, non sono lì. Et mandano uno capitolo di nove di Coloqut, à ’uleda Lisbona di quelli I’ Afaitada, in execution di nostre; ma sono veehie, I 4 septembrio. Di Brexa, di rectori et camerlengo. Avisa, come inteso la Signoria manda il proveditor som i campi di li ; si oferiscono loro scuoder e senza le 3 per 100, perochè ’l proveditor dà di spexa ducati 30 al mexe, e loro ex nunc nulla voleno. In questa malina, li savj andono a consultar la materia di scriver in Franza et a Roma. Da poi disnar fo Colegio, et aldito il conte di Sojano, con la suplication di .lacomo Sacho voria cerle possession di Castel Liale soto Arimino et do fonte-garie; alditi li oratori di Meldola et Santo Archan-zolo. Item, domino Lazaro Grasso et altri contesta beli. Di Bimano, dii proveditor, di 21. Come, per alcuni stati a Fan, quelli dimandò come si contentavano di la Signoria. Risposeno benissimo. Loro disse durerà pocho, et che il signor di Pexaro è in acordo col papa di robar Rimino, et si prepara di zente, et etiam zente dii ducha di Urbin, e Latantio di Bergamo è lì vicino; et che etiam a Pexaro hanno inteso questo, et che il signor di Pexaro à fato comandamento a li soi stagino preparati eie., et li villani dii territorio amano forte il signor Carlo Malatesta. Però aricorda à pochi fanti, et si li mandi danari per compir la compagnia di Schiaveto dal Dedo e farne di altri etc. Item, ha leltere dii proveditor di Meldola, che Cluxercule à levato le insegne dii papa. Item, manda una lettera auta da Franco dii Borgo è al Porlo Cesenaticho. Item, ha mandà nontj a a Pexaro el a Urbin a saper, e in hoc interim si provedi al bisogno. Dal Porto Cesenaticho, di Francho dii Borgo al proveditor di Rimano, di 21. Zercha legne tajade etc. in possession di domino Meleagro, si scusa etc. Item, eri zonse a Cesena l’arziepiscopo di Ragusi con 100 fanti, el ne vien 100 altri soto Malizili da Bologna ; el à porta 2 canoni li qual il signor Antonio Maria di Forlì li fa condur a Cesena ; e si aspela el vescovo Vitelli e altri fanti. Di Zervia, dii podestà, di 20. Per uno vien di Bologna, ha inteso di li 100 fanti passali, capo nominato Roverso; et ne vien di altri soto 2 contesta-beli et Manzin e artilarie. Item, il castello di Cesena tutavia bombarda la terra. Di Ravena, di rectori, di 21. Come hanno nova da Forlì il signor Antonio Maria sta malissimo ; è in peri culo mortis. Di Faenza, dii proveditor, di 20. Come, justa li mandati, mandò il suo canzelier a Bologna dal vescovo, a dirli venisse a far residentia a Faenza ; ri- 361 spose va a Roma dal papa, poi veria e saria a Faenza per tuto mazo. Item, ricevute lettere con li capi di X zercha li formenti di Castel Bolognese, à fato tanto che aspetcrano qualche dì. Item, di Forli à aviso il signor Antonio Maria stà malissimo, et è abando-nato da’ medici eie. Di Eiemagna, di V orator, date a dì 14 et 15. Qual per esser parte in zifra, non fono lete, licet io in camera dii principe fui a lezerle, et fo aperte, io solo di Colegio presente. In Colegio, fo consultato proveder a Rimano, mandarli 1000 ducati et oltra Hironimo di Tarsia, che fo diliberà mandarlo lì con fanti 100, qual stava a Ravena, etiam che Zuan Griego con cavali.... lizieri vi vadi; e scrito a Jacomo da Venecia e Meleagro da Forlì sono ...., si preparino con le so zente d’ arme per andar di lì. Item, fo parlato di armar do fustc, ma fo varie opinion, et io disentiva. Item, per mio aricordo, fo scrito al podestà di Zer via, in risposta di soe, di 14, zercha quelli dii Porto Cesenaticho quali voriano venir a raxon di lì per esser vicino e alias soto Zervia, che ex nunc siamo contenti ad beneplacitum Dominii nostri; et dita lettera coram principe la matina fici expedir. A dì 24 zener. In Colegio. Vene el Milanese et Piero di Bibiena nontj dii conte di Pitiano, e lexeno una lettera dii conte. Li scrive che à partidi da molti, et che è in capo di la conduta, et la Signoria li rispondi quanto à a far. Et il principe li disse se li risponderla, dandoli bona verba. Tamen il Colegio è di opinion di refermarlo etc. Vene il conte di Sojano zercha li sali etc., et il principe li disse si expediria, et cussi Jacomo Sacho. Vene domino Bernardo di Rossi episcopo di Treviso, per cosse soe particular etc. Di Roma, di Vorator, di 18. Come do cardinali yspani, zoè Belva e Salerno, è stati col papa e concluso el duca Valentino vadi a Civitavechia in custodia dii Cardinal di Santa Croce fino il papa habi le roche ili Forlì e Cesena,'poi resti in libertà. El qual Cardinal Santa Croce tandem à contentato andarvi;