205 MDXIX, APRILE. 200 di ducati 541, 8, 12, possi tuor caxe di debitori de le Cazude el scontar con debitori si li come in altri olici, exeepto li 8 ofici ut patet: et fu presa, ave 160, 15, 2. Ha 12 (ioli e presto uno, sarà 13. Fu posto, per li Savi tulli di Colegio, che ’I sia concesso autorità al Colegio nostro di elezer armi-rajo dii porto di Corphù in loco di Piero Areudi, che morite, facendosi far prima le proclame chi si vuol meler a la pruova, e chi averà più balote, passando la mila sia rimaso, non potendo esser priva quelli ch’è conira le leze ut in parte. Ave 115,42,0. et fu presa. Fu posto, per li Savii ai ordeni, che andando do nave a Constantinopoli, debano andar unide, facendo l’ufficio di Capitano per setirnana uno di patroni, e questo per dubito di corsari, perchè vanno molto riche. Et mandata la parte et balolata, sier Polo di Prioli, è di Pregadi, andò da li Savii a dir la sua nave è in ordene, et l’altra non sarà cussi ,113* presta, et non è raxon l’aspeti a partir, et che’1 Colegio non dovea meter questa parte. Hor il Colegio non si volse remuover, et lui andò a li Avoga-dori dicendo la parte si dovea mandar tre volle, et è sta mandà solum una volta, e lui haria parlalo. Unde, sier Benedeto Zorzi et sier Marco Antonio Contarmi avogadori andono dal Principe et Signoria a dir era passa con desordene, unde terminono non fusse nombrà né publichà le balote, perchè per le leze se doveva mandar la parte tre volte, et cussi l’andò zoso. Scuri inio di orator a Roma. Sier Lorenzo Bragadin, e ai X savii, qu. sier Francesco. Sier Gabriel Venier, l’avogador di Comun, qu. sier Marco. Sier Gasparo Contarmi, el provedador sopra la Camera d’imprestedi, qu. sier Alvise. Sier Marin Morexini, fo avogador di Comun, qu. 9ier Polo. Sier Santo Moro el dotor, fo di Pregadi, qu. sier Marin. Sier Daniel Renier, Cao dii Consejo di X, qu. sier Coslanlin. Sier Marco Antonio Venier el dotor, provedador sora il flisco, qu. sier Cristofolo. Sier Ferigo Renier, savio a Terra ferma, qu. sier Alvise. Sier Nicolò Salamon, fo avogador di Comun, qu. sier Marco. Sier Hironìmo Tajapiera el dolor, fo podestà e capitano a Cividal. Sier Lodovico Falier, qu. sier Thomado. Sier Nicolò Tiepolo el dotor, fo di Pregadi, qu. sier Francesco. Sier Sebaslian Juslinian el dolor, fo savio a. Terra ferma, qu. sier Marin. Et non era in Pregadi sier Antonio Grimani procurator et sier Antonio Trun procurator, quali vieneno di raro. Da poi, venuto zoso il Pregadi, el secretano di l’orator di Franza existente in questa lerra andò dal Doxe, dove frano alcuni di et Colegio, li lesse una letera particular auto jia l’orator di Franza da la corte dii Re, di 11 Aprii, che è un zorno più vechia de le nostre. Li avisa el riporlo di monsignor de la Mota venuto de lì, mandato per monsignor l’Amirante, qual andò a li Eletori per la creazion dii Re di romani, et se ritrova a .... et dice che 4 di loro Eleclori erano reduli in uno loco ditto .... a presso Franchfort, videlicet Ire episcopi et il Conte Palalin: el come Treverense e Colite Palalin expresse si hanno dechiarito esser per el re Cristianissimo. Treverense dice farà quel vorà el fradelo marchese di Brandiburg, che è absente ; qual marchexe è con noze etc. e col Re predilo. Et lo episcopo di Colo-gna voi certi danari e li averà, et che ’I Papa dà ogni favor al Cristianissimo re, e promesso far li do episcopi Eleclori, che non sono cardcnali videlicet Colonia e Treverense, et al Maguntitìo darli la lega-tion di Germania, et il Re aver mandato gran sum-ma di danari per questa; et monsignor di Naxon orator dii re Catholico, era lì con 100 cavali, esser partito e andato a .. . . A dì 25 Aprii 1519. Luni di Pasqua. In Pre- 114 gadi fo leto le infrascripte letere di Franza, con la credenza solita, et li novi venuti in Pregadi si andono a dar in nota e a tuor iljuramento, mandati fuora li secretarii non poi star etc. Di Franza, di V Orator nostro, date a dì 10 Aprii, a Poesì. Era venuto li ad alozar; non hatia potuto parlar al Re per esser cavalcato, nè li parse di parlar a Madama se prima el non parlava col Re per cognoscer el suo polso. Ritornata la Maestà Cristianissima, li parlò, dicendoli che dove era sta richiesta la Signoria di 50 milia scudi, quella havia preso nel Senato di servir Sua Maestà di 100 milia, sicoinc havia mandalo a monstrar le letere per il suo secretarlo, che allora el non potè venir per esser indisposto. Il Re ringratiò la Signoria, poi lui Orator