139 MDXIX. APRILE. 140 Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta. Fu posto suspender i debili di sier Micbiel Foscarini, fo podestà a Cologna, dii 30 et 40 per 100, per do anni, e non fu presa. Fu preso, aleuto la renontia fala de la balia di Arbe di domino Pietro Bembo a li Procuratori de San Marco, con pension ducati 300 a l’anno: die de la cassa dii Consejo di X si dagi ogni anno ducali 300 a dili Procuratori, da esser dati al prefato domino Pietro Bembo abate. 78 Fo Iralato di molte partide dii Monte nuovo scosse per la Signoria per ducali 8 el centener numero 7, prese, zoè pondo una presa di sier Hironi-mo di Prioli, qu. sier Lorenzo, fo dal Bancho, et una presa clic fo quella di mi Marin Sanudo di durati 300 dii Monto Novo, ubligai per cauzion a sier Pandolfo Morexini; la qual una altra volta fu posta et non presa, bora è slà presa. A dì 7. La matina, la Signoria c alcuni Savii fono a visitar el Serenissimo Principe nostro, qual sta bene et non à mal alcuno. Di Roma, di. . . di Spagna, di... e di Napoli, e da Constantinopoli, zoè di Andernopoli, dii Bayìo, fono letere di 25 Fevrer, el sumario de le qual tutto noterò di solo. Da Maran, di quel capitano alcmano. Se duol di certi burchii di legni ha concesso tajar ad alcuni in boschi soto la Cesarea Maestà per pagar creditori di la qu. Cesarea Maestà, el volendoli con-dur e Venetia a vender, è stà sequestradi per alcuni, dicendo i legni è soi; prega siano liberati. Vene l’orator di Pranza per la materia di danari di brexani, intervenendo monsignor de la Clela. Vene l’orator dii re di Tunis, solecitando voler expedirsi de quelli dicono dover aver dii suo Re, el se sarano d’acordo sarà ben, se no vegnirà davanti la Signoria a mostrar le scriture e la verità, el far se possi merchadantar su la Barbaria e maxime a Tunis. Li fo dito se tnanderia a dir a li creditori dovesseno andar a contar. Vene il Legalo dii Papa, al qual fo dato el breve per formar el processo sopra la canonizatione dii bia’ Lorenzo Justinian, insieme con lo episcopo di Cremona abate di Borgognoni. Iiem, poi con li Cai di X, foli dato uno altro breve dii Papa in materia de l’arziepiscopo di Candia, che è in Toresele, retenulo per tnonede, vidclicet che a lui et al Patriarca el Papa ha rimesso a far el processo. È da saper, che a Roma è zonto uno corier con letere al cardenal Pixani, zercha impetrar questo arziepiscopato ; et andato dal Papa dito cardenal, Soa Santità rispose queste è gran cosse, e come l’a-caderà la privatione, sarà contento darlo più presto a lui che a niun altro etc. Fu venduto in Rialto do possession a sier Antonio Grimani procurator, et una a sier Francesco Corner qu. sier Domcnego di campi 30 a ducati. ., al campo. Da poi disnar, fo Colegio rie la Signoria e Savi. Et sier Zuan Moro eleto capitano de le galie bastarde, et rimasto capitano de le galie di Fiandra, volendo la Signoria rispondesse si ’1 voleva meter bancho Domenega do le galle bastarde, che sier Nicolò Zorzi soracoinito, qual ha galia bastarda, zà ha messo bancho, e lui volea galia nuova, rende non la polendo aver refudoe, et voi andar capitano di le galic di Fiandra. E domati si farà capitano de le galle bastarde. Et sier Domenego Capelo, va provedador in ar-mada, eri comenzò a dar danari, ha scrilo zercha 80 homeni, partirà questa altra selimana, anderà in Dalmatia a interzarsi; ma voi danari per dar soven-zion a le galie è fuora. Da poi veneno li deputati sora l’imprestedo, sier Batista Enzo e sier Zuan Marzelo, non era sier Polo Valaresso, et fono in contrasto con sier Alvise di Prioli consier e sier Uironimo da eba’ da Pexaro Cao di X Provedadori sora l’Arsenal, per danari vo-leno diti Provedadori quali aspeta a la Signoria per conto de l’imprestedo, el non li voleno dar, unde zà alcuni zorni per el Consejo di X fo deputado do primari, sier Domenego Trivixan el cavalier procurator et sier Lunardo Mocenigo fo dii Serenissimo, quali aldiseno et lermenasseno quello voi el dover. Et bora tulli do e savii dii Consejo li aldìteno e ter-minouo. A dì 8. La matina, non fo altro da novo, solum per una nave venuta da Cypro patron Stefano da Larivich. qual è stà trovà da li corsari, et visto el libro dii patron, l’hanno lassalo andar, et portò letere di Cypro dii Luogotenente e altri, di ultimo Fevrer, qual fo lete in Colegio. Veneno in Colegio il Legato dii Papa e il Patriarci» nostro, et con li Oli di X fono in materia dii breve mandato per el Palriarcha a l’arziepiseopo Landò, che voi essi do formino el processo, et ge lo mandino, e che ’I ditto arziepiscopo sia dato in man dii Palriarcha, e tenuto con custodia, e più Cai di X non se impazi, et asolve quelli dii Consejo di X lo teno retenir. Unde non si polendo respouder se non col Consejo di X e Zonta, fo termenà ozi da poi Pre-gadi chiamar Consejo di X per questa materia.