81 MDXIX, MARZO. 84 (Micet pngamcnli, et pagamenti di laudar e pagar le zenere a sier Anzolo Justinian patron, e refazion de la caxa dii Consolo, aliter non li saria dà i mori in terra. Hor fu forzo da li mori, perchè cussi era uhli-gà li Patroni per sento, quando feno i nolizali; sichó pagato i noli, fe’ smontar li mori e sue robe in terra, prometendo quel Re voler satisfar chi dia aver cte. Ilor poi ditto He, qual si dà a lascivie e piaceri nè alenile ad altro, no 1 disse ma è cussi, ha anni .. et ¿6 ha fioli 120 el femene .... et dà recapito a tutto e compra quel poi aver pur con li Patroni senza saputa dii Capitano. Conclusene levar un suo ambasador con presenti al Signor turco, zoè 30 cavali e altre robe, per valuta di ducati 50 tnilia, videlicet in ducali 800, e smontarlo a la Valona ; la qual cossa mai el Capitano volse asentir, pur si voleva smontar a Cataro haria soportalo; tamen concluso el nolizado. Et el Re era a Cartagine, nè si curava cargar il presente. El Capitano voleva levarse, et mandò a dir se leveria, e lui dicendo al suo capelan clic ’1 manderia Un presente più richo di ducati 100 milia al Signor turco, nolizeria una nave, e manderia a dir el Capitano non l’ha voluto levar, e il Signor turco l’averia a mal. Per il che esso Capitano si vele in gran fastidio, fense retirarsi, e il Re mandò a dir tornasse con le galie a la Goleta che lo expediria. Tornò e famen nulla si eargava; sichè siete a Tunis zorni 8. A la (in fo cargà li cavali et li ambasadori. Non disse del presente dii Signor turco, ni di l’ambasador, quel Re mandava qui, ni dii lion e lioua che ’I portava Inorti sul viazo. Hor se levò de lì le galie con efecto, benissimo armale con pan per 8 zorni, la conserva e la soa per 5, si pensò venir a Trapano; ma convcne per pan andar a Saragosa per el tempo li sora vene, e il pan venuto ha manca, la zurma visse do zorni con datoli. Zonse a Saragosa, ben visti supra modum da tulli, et fornito di pan, soravene li tre corsari e narò el successo come in l’altra relatione fata in Colegio, scripta di sopra; et ave optima compagnia de la lerra. Vene con 10 galie, pareva una armada a la Valona; vene Temiti de la Valona conira; l’amba-sador smontoe, descargò li cavali, et volendosi partir per 3 schiavi, dissello esser furiti e vernili in galia li retene 7 homeni, tra i qual el suo patron. Siete do dì per averli, zerchò le galie, non li trovò, si dolse di questo che lo faria intender a la Porta, e quel ambasador di mori si laudò mollo di esso Capitano. Nulla li valse, se levò per venir via, lassò el vice provedador a veder de reaverli. Zonli a Zara per venir di longo, ave Ire gran fortune; a la liti zonse salve le galie in questa terra. Disse la bona ventura de sier Sebaslian Moro provedador di l’armada, qual zonse in Sicilia, aqtiistò el tempo, e lolseno il parizo. Disse di quel don Paulo Vilorio capitano dii Papa, preso da mori, qual a Tunis lo riscosse per ducali 5000. Lui capitano lo servile di ducati 1000 senza utile, sier Olavian Bon di sier Alvise di ducali 500, altri merchadanli, chi di 1000 doble, con darli altra 46’ tanta roba e chi di 500 per ajutar la mercadanlia ; sichè trovono ducati 5000; e Volendo aver, li corsari non se fidava nè lui si fidava a dar li danari. Mandò 4 nobeli ostasi; ave il capitano, qual zonto se itize-nochiò, è mollo amalo dal Papa. Zonto a Saragosa per lerra, vene per passar a Roma, e il Papa inlesa la nova, era a tavola, subito contò li ducati 5000 e l’ave mollo grato, e volendo meler esso capitano dii Papa 50 ducali di più per spese li fece esso Capitano, non volse dicendo li capitani di la Signoria non è osti. Conclude, per lui non ha mancà esser stalo mexi ... al Viazo, e se non fusse i Capitani, le galie non veria mai a caxa. Lui è pagà a viazo a ducali 250, di quali 100 resta a la Signoria; sichè per lui non ha mancato, tacite cargando li Patroni rompeva li ordeni dii star per le scale per vadagnar; sichè de li Patroni non si lauda, nè si biasima, perchè con efelo è stà viazo longo. Disse che in viazo li vene a manclio a la sua galia una gomena, el suo patron sier Justo Guoro non volse comprarla; lui Capitano la comperò a Fatnagosla, et quella 1’ ha salvato; l’altra galia tolse di FArsenal una gomena di più. Laudò mollo el suo armirajo Pietro Vilan, sempre lì è stà apresso in galia, exceplo a Valenza, per 5 zorni andò in lerra. Laudò li cornili di esser sia cargà in lochi devedati; disse le galie è venule se poi dir mode. De la desobedienlia di Patroni in altro nulla disse, perchè li Capitani referisse 4 cosse, desobedienlia, armar e cargar in lochi devedadi, poi se scusò s_' non ha falò etc., el vene zoso. Et el Principe disse alcune parole di questo viazo di Barbaria, qual lui è slato, e se dia navegar ai tempi; biasemò la disobedienlia, el altre parole zercha tal viazo, et non fo mollo aldìto, a bassa voxe, e lochò la man al capitano, el qual vene zoso, laudò Piero Vilan armirajo, et ditto capitano sier Piero Micbiel et vene zoso. Poi fo balotato, secondo la forma de la leze, li patroni. Sier Juslo Guoro qu. sier Pandolfo ave 69 de no, 109 de si; sier Anzolo Justinian di sier Alvise ave 40 de no, 135 de si, et fo strida per el Canzelier grando rimase el Justinian, et il Guoro ca-