447 MDXIX, LÙGLIO. 448 Legato e di l’Orsino, perchè il Carazolo era amatalo, et 1’ Ursino scriveva sperava fosse electo il re Ctiri-slianissimo, qual havia Ire voce, Br¡indiburg, Tre-verense e il Conte Palalino, si ’1 Brandihurg stava saldo; sichò, o il Re averà 4 voti overo niuno; tamen li è sta scrito Brandihurg fenze et è d’acordo col fratello Maguntino. Scrive, Luni intrarà li a Roma «1 reverendissimo cardinal Egidio tornalo di la sua le-gation, et intrarà in concistorio con le cerimonie. Item, manda teiere di Napoli e di Messina, di sier Pelegrin Venier, drízate a sier Piero suo fratello, per le qual avisa aver Zerbi levalo le insegne dii Signor turco. Di Verona, de V obsequentissimo servitor Thodaro Trini zi, date a dì 4, hore 14. Come, avendo tenuto uno suo homo a Trento per saper di novo, ozi è ritornalo, e porta una letera sentali per homo di autorità, è lì, la qual manda inclusa, acciò la Signoria intendi etc. Di Trento, di 3, hore 16, drizata al prefato Governador zeneral nostro. Come si ha de lì certo il re Catholico esser slà electo re di Romani a dì 18 hore 14 italiane, el haver auto 5 voti, videlicet Maguntino, Coloniense, ducha di Saxonia, Conte Palatino et re di Bohemia, et che ’1 Treverense e il marchese di Brandihurg non li hanno dali li voli loro, ni etiam li hanno dati al re Christianissimo. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretario, di 29. Coinè quella mulina scrisse quanto occoreva. Poi fo dal conte di Cariati, et dimandatoli justa le le-lere dii re Catholico volesse far render le caxe e zardini di nostri e levar la suspensión di creditori, perchè quello non achadeva render quello era intrato in la camera regia, pregandolo lo volesse far de jure perché la Signoria havia gran speranza in lui etc. rispose è justo e voi prima scriver al Re, licet habi mandato di questo, et non mancherà di justicia per esser suo naturai costume far justicia a cadauno, et è bon servitor di questo Stalo, commemorando quello havia fato in diversi tempi a beneficio di la Signoria nostra ; el che al presente non voleva risponder se prima non havea risposta dal Re suo, qual saria presta. Per tanto, esso Secretario scrive voi star a veder la resolution in cussi cossa jusla; voi alcune scriture et il capitolo zercha mexi 6 si ha tempo li subditi quando ben il Re volesse romper guerra a la Signoria. Scrive, il maestro di la stalla dii Re, slato lì, ha donato a la Duchessa 6 cavalli caralieri bellissimi, e va in Spagna. Dii ditto, data a dì 19. Come era seguilo de lì uno caxo di grande importantia: come uno zenti-Ihomodil’Sezo Capuano nominalo Alvise Filomarin, hessendo davanti la porla dii principe di Salerno a 251 * cavallo, fo assaltalo da Romeo Spagnol, qual era con 5 cavalli armati scoso in la dila caxa, e a l’incontro a Santa Chiara erano alcuni altri cavali, e comenzono prima a darli il prefato Romeo di una calia di inchiostro, la qual cossa de lì tengono per grande injuria, poi fono a le man con il prefato ferendoli il cavalo, poi sopra vene altri spagnuoli et 10 feriteno, per il che il Sezo Capuano è sublevato a l’arme, dicendo per esser costui di primi tengono la injuria esser fata a loro, adeo spagnoli non ardiscono passar la strada di la Incoronala el la piazza di l’OIrno, et è stati a le man ditti dii Sezo, quali portavano arme, con il barezello, qual convene l'uzir. Sichè Napoli è in arme per questo ; et il principe di Salerno è partito; per non trovarsi a queste cosse de 11 è andato fuora al suo stalo. 11 Viceré ha scritto in Spagna al Re, et spazalo letere di questo in gran pressa ; solicilava presto il venir dii conte di Caura con le zente. La cosa è processo per che ’1 ditto Capuano batè una donna. Poi leto le dille letere, fo inlrato in la materia di le aque, videlicet aprir Margera con far do porte, con certe clausole azonte si fazi la prova per uno anno, e cadaun di Savii di una man e di l’altra possi far aprir poi, etc. Andò prima in renga sier Bortolamio Contarini provedador su le aque, el rispose a quello avia dito sier Luca Trun eri, dicendo hanno le deposition di periti, e feno lezer alcune. Poi andò in renga sier Alvise di Prioli qu. sier Francesco da San Thomà, vien in Pregadi per danari, fo molto longo, disse assà cosse et a proposito che non si dovea aprir, ina replicò assai, et fo gran rider per che ’1 diceva cose ridiculose. Poi parlò sier Donado da Lezc, è di Pregadi, qu. Priamo, dieendo etiam lui non è di aprir, commemorando molle parte antiche, et una dii 1295 a dì 29 Selembrio, fu preso mandar una imbasata al signor di Padoa che ’1 levasse la Brenla che ne veniva adosso, poi dii 1371 una altra parte, per la qual Brenta si tolse la guerra col signor di Padoa, e fo per tre cause : P una dava aiuto a Treviso, l’altra per l’isola di San llario, la lerza per la Brenla, et alegò una istoria di Paulo Verzerio, qual fece la vita di Signori di Carara, et fe’ lezer certo 252 capitolo perchè il Signor di Padoa fe’ certo arzere di Uriago al Moranzan per mandarne la Brenla adosso eie. Poi parlò sier Piero Zen qu. sier Catarin el ca-