C45 MDXIX, SETTEMBRE. 646 presso Jeviza dove era per ritrovar al numero di vele fra grande e pizole 70 con fanti 12 milia e cavalli 800, capitano lo illustrissimo conte di Cabra, per andar a tuor l’impresa di Alzer, e cussi partì subito. Et expeditft quella impresa, afermasi dito Capitano con Farmada e zente tornarà a la Fagagnana et a Napoli, e già di qui si prepara viluarie per quella in gran summa: che Dio li doni victoria eie. A dì 10 zonse in questo porto le galie di Zenoa, 4 per forza et 2 per bona voglia, capitano Andrea Doria. Scorse da Bisali fin Caocurtaciera non Iro-vono alcuna fusla, et ha da tiO turchi presi de le fusto, e prima ne rimandò a riscatar in Tunis da 25, fra li qual uno nepote di Curtogoli e Ire altri capitani da mar de li seguazi di dito Curtogoli. A dì 21 al cargador di Zirgenta avanti zorno messe in terra 3 grosse fusle di turchi, et tre mia fra terra preseno molli homeni e ne amazono alcuni, poi si levò con aver roto li magazeni e fato gran danni, si partirono per Siciliana. Par tre nostre galie si scopri di verso la Lieneta, e zonzendo in dito cargador di Zerzenta, ebbeno nove di queste fusle ed incontinente li andò driedo e ne prese una gran l'usta siando infinita zente verso a la marina. Fece tajara pezi tutti dilli turchi, et poi si parli. Fin bora non scrivono altro: et certo tutta questa terra ne ha auto maximo piacer che non siano salvo morti. Non intendo si sono galie bastarde e sotil. E, per via di Messina, scriveno erano 6 galie; penso siano passate a Zerbi dove deno esser le galie di Barbaria, che per una fusla di Tripoli venuta danno nova le dite galie erano passale. Li bregantini sono in Trapano, per quel signor non è lassù si partì fino al primo di Septembre. Si altro se intenderà, aviserò. In porlo di Messina è zonla la nave di la Religion di Rodi con homeni 900 suso, va per Rodi. Item, è zonta la nave ragusea vien da Ingallera, mollo ridia di Tormenti, tari 13 venditori di l'uora. Post scripta. Scrive, è venuto corier di Zerzenta, e dice le galie reslò de non sequitar l’allre do fuste a causa li lo dito orano fuste 24 e una galia, e cussi ritornò. Fece morir 80 turchi, et il patron di quella fusla 1700 doble tripoline donar ha voluto, et mori quanta roba haveano la butorono in aqua, et 8 cristiani erano stati presi i liberono, et 8 mori fu venduti, et uno turco donò il Capilano a la cita di Zer-zenla perchè lo occidcsseno crudelmente. Steleno un-giorno e mezo poi partino; il nome dii Capilano non scrive. Di Verona, poi fo leto una letera di sier Andrea Magno podestà, di 7 Avosto. Di certo caso sequìlo podio avanti, che una dona Francesca Cevola consorte di Mironimo Clementi cittadin di Verona, in strada fuori di Verona, era stà dal dito suo marito et Domcnego so famejo amazada di molle ferite. Et auto inditii, esso Podestà fo’ prender ditto Hironimo et Domenego sopra nominati e formava processo; i quali da uno Borlolamio brexan custode fo fali scampar, etiam lui Bortolo è scampalo. Dimanda licentia di dar laja eie. el ponerli in bando. Et fu posto, por li Consieri e Cai di XL, darli autorità di iterimi proclamarli e ponerli in bando di terre e luogi e di questa terra, con laja vivi cadami di loro a chi li daranno in le forze L. 1000 di pizoli di so’ beni, si non di danari di la Signoria nostra, et morti L. 500, e li soi beni restino confiscali, eie. 135, 1, 0. Fo poi leto per Alvise Sabadin secretano, hes* sendo iSavii venuti in Pregadi, una relation di quello 'expose il reverendo domino Altobello di Averoldis episcopo di Puola, legalo apostolico, in materia di frali di San Zorzi mazor, et come sempre à invigila far ogni bon olìcio per la Signoria nostra con il Pontefice, el che a li zorni passati porlo uno breve di Soa Santità qual pregava la Signoria la causa si conoseso per persone ecclesiastiche. Et instando la risposta, li fo ditto la causa era stà tajala nel Senato, perchè, inleso il Papa questo, l’ha auto molto a mal, el di novo li scrisse uno breve a dì 0 Avosto, con uno altro a la Serenità dii Principe in questa materia, comandandoli admonissa etiam con censure lijudici non s’impazino, et che la causa ha comesso a l’abate di Borgognoni episcopo di Cremona; perii che di novo Soa Santità li ha mandà uno allro breve di 2G Avoslo voy aprescnlarlo omnino. E perchè ha inleso don Ignatio abate di Sanla Justina di Padoa voleva assentir al foro seeular, lo debbi chiamar a se et ammonirlo noi fazi. Poi disse li pareria da sì calar questo expediente: non volendo la Signoria melersi in l’abate predilo, la Signoria elezese uno di primi senatori, il qual insieme con esso Legalo por nome dii Papa fosseno judici arbitri a veder tal causa ; con altre parole, ut in relatione, ma questa è la substantia.. Fo loto poi il breve dii Papa al Doxe, di 6 Avoslo, molto caldo, et che ’1 voy aricordarsi quello promise a papa Julio; però non molestino ditti frali di Santa Justina, per esser zà più di quaranta anni in jnsto possesso, et scrive di la clelion in judice fato 370 per Soa Santità di lo eleclo episcopo di Cremona; con altre parole mollo alte et censure. Item, l’altro breve drizalo al prefato episcopo di Puola suo el di la Santa Chiesia umilio, cumpo-