G37 UDXIX, SETTEMBRE. G38 apresso la Cesaree Maestà, et è boi) lemporizar coi) 370 lutti, come sempre ha dito Soa Maestà, però la Signoria nostra li havia risposto col Senato comuni-chandoli dila risposta: concludendo la Signoria nostra voi esser sempre unita con Soa Maestà. Il He udì lutto aleutamente, poi li rispose bona verba ut in litteris di l’amor portava a questa Signoria. Laudò la risposta si leva in Spagna, perchè era necessario farli risposta, dicendo simel rechiesle di lar intelligentia quella Maestà havea fato a lui, e tutto fa la Cesarea Maestà per disnodar il gropodi la nostra lianza, dicendo è boi) se strengiamo insieme più, e non si pratichi l’uno senza l’altro con alcuno. Laudò il far di la liga. Sperava il Papa saria. Etiam sperava si bara sguizari mediante il Papa, e aspelava letere da monsignor San Marzeo di Roma. Poi esso sier Sebastian tolse licenlia da Soa Maestà, la qual se li oferse mollo ut in litteris. Etiarn tolse licenlia da Madama, qual li monstrò i lìoli, come a bocha dirà; e cussi si parie per venir a repatriar. El vene leteft al cardenal Bibiena legalo in quella ora: come il car-denal Rossi era morto, e San Marzelo zonto, e haver basato il piede al Papa solamente. Poi esso Cardenal disse a loro Oratori, cussi come l’anima è unita col-corpo, cussi il Papa è unilo col re Cristianissimo e con la Signoria nostra: è boi) far una intelligentia insieme e aver sguizari, con nui per mazor forteza ; ma havendo sguizari bisognerà pagarli, e ne seguirà grandi utcli. A questo l’Orator nostro disse nuli bisognava parlar dar cargo a la Signoria per la gran spesa patida in questa guerra. El Cardinal a questo se la rise. Scriveno haver parlato a Ruberlet, qual li ha dito il re Catholico à fato far gran oferle al re Cliri -svanissimo, el oferlo la mila de l’imperio, dicendo monsignor I’ Armirajo sarà qui fra 10 zorni, el che l’orator ispano è qui, ha dito il suo Re liarà il Papa e la Signoria, e vien in Fiandra, poi in Germania, e passerà iu Italia per andar a Roma a coronarsi, e verà per il conta’ di Tiruol e per le terre di la Signoria passerà. Concludendo, il re Cristianissimo ha bona disposinone, et è disposto a far la liga, manca trovar la forma. Scrive si mandi el successor, è zà mesi 8 è stà electo. Lui vien per aqua, e in leliga è venuto li a Bles. Il Re starà de li zorni 10, poi partirà con la corte e lui non lo potrà sequir e le cosse de la 370* Signoria nostra patirà. Manda letera di l’Orator nostro in Spagna. Scrive esser zonto li a Bles Marco Antonio Colona, el ozi è stà aldito dal Re, dal qual è stà mollo acarezalo. Scrive soliciterà la letera per quel Zuan Baptisla Pulavieino ; scrive, non è zonto alcun nonlio di la Cesarea Maestà de iì eie. Di dito sier Antonio Justinian, solo, di 3 Septembre. Come, a di 30, parti sier Sebaslian .lu-slinian e lo lauda assai, e il Re ha fato gran conto di lui, e più diria se non fusse il comim cognome. Ricevette nostre di 23 e l’aviso auto di Spagna come a dì primo Novembrio manderà li soi agenti a Verona. Parlò al Re di questo, pregando Soa Maestà facesse dilli agenti ultimasse le diferenlie di le ville dii FrinI et di beni di subditi eie. Soa Maestà disse è ben raxon, e voi parlar a l’orator dii Re predilo, è qui, e scriverà di zio a l’orator suo è in Spagna, parli al He, el comandò le letere a l’orator suo è qui, vadi a Verona, qual manda a unirse con questi. E zercha al Palavicino, disse parlasse al Bastardo di Savoja, et voi scriver a Zenoa di questo, et li parloe; il qual dice scrive che si ’I vien in Provenza, lo farà relenir dove lui ha il poter. Il Re li disse che monsignor San Marzelo di Roma li ha scrilo come si lauda mollo dii Papa, et Soa Santilà voi far quello voi Soa Maestà, a la qual si remele. Soa Maestà va ozi a caza e domati starà fuora. In questo mezo ha ordenà a Rubertel vadi dal reverendissimo Legalo e consulti il modo si ha a far. Poi esso Oralor fo da Madama, qual li disse edam lui andasse dal Legalo per tratar lai cossa. Scrive, è sialo da dito Cardenal, et coloqui auli insieme, dicendo è bon intendersi in spiritu insieme senza altra capitazione; ma pur à considera è meglio far una scrilura con uno capitolo solo di ajutarsi l’un con l’altro a defension di comuni siati de Italia, e lenirla secreta fin si babbi sguizari con nui, aziò niun si possi tirar indrio, et spera il Papa harà sguizari con nui, e a questa cossa Soa Santità meteva ogni pensier suo, aziò havesse elleelo. Scrive esso Oralor è boi) atender a questo con il Re; solicila si mandi il successor. Et Marco Antonio Colona parlò una fiala al He, poi si ha messo a loto con febre. Il He 1’ ha visitalo, e non li inanella in cossa alcuna, e fatoli nudar di stanzia perchè non slava cussi comodamente. Nolo, scrive in le lelerc di 29, Ruberlet averli dito di Spagna nulla haver, zercha il mandar agenti a Verona. Di Spagna, di VOrator nostro, date a Dar• zelona, a dì 17 Avosto. Scrive coloqui auli col Nonlio pontificio, essendo cavalchati fuora di la tera a veder certo monasterio, et li ha diio il Re haver scrilo al Papa di acordo eie., e Soa Santità non averli risposo nulla di questo. Scrive, l’orator anglico dele una letera dii suo Re a questo Re, li scrive voi mantenir la lianza Ira loro, lauda pacificarsi col re Chrislianissimo; et il Re li ha risposto voi continuar col Cristianissimo re, sicome li ha dito Poralor