C47 mdxix, settembre. 648 testate Legati de latere, quali li comanda apresenti dito breve, et non volendo quelli judici restar, lazi le censure conira di loro; con assà altre parole. Itetn, l'altro breve drizato al dito, di 20 Avosto, che si maraveglia la Signoria non obedisca a quanto l’ha scrito zercha a ditti frali, et voy di novo instar. Non si impuzino, et perchè don Ignalio abbate di Santa Justina di Padoa voi sotometersi al foro secu-lar, lo debbi admonir non lo fazi, perchè basta dii judice in partibus li ha dato, ch’è lo elccto episcopo di Cremona; et (pianto bavera dal Doxe in questa materia, li rescriva aziò possi proveder di opportuno remedio. Et di questo breve fo comanda per il Canzelier granilo grandissima credenza, e fo una pazia, perchè tutti lo sano. Fu posto, per li Savii, una letera a l’Oralor nostro in Pranza*in risposta di soe, ringraliando di’ conferimenti aulì col He. Laudamo la opinion dii reverendissimo Legato farla in scriptum ; ma ben sia tenuta seeretissima, per aver con nui prima sgui-zari. Et come li mainiamo letere di l’Orulor nostro in corte, ante ozi, per sua instruzion, et cussi quello haveremodi Roma si li farà intender, ltem, ringra-liamo quella Maestà di voler parlar a l’orator ispano zercha l’aboehar e il convento di Verona per ultimar tutte nostre differentie, et cussi scriver al suo orator, è apresso la Cesarea Maestà; con altre parole, ut in litteris. E da ino’ sia preso si mandi la copia di tal letere a l’Orator nostro in corte, et a l’Oralor in Spagna la copia di quanto scrive l’Orator è in Pranza zercha il convento di Verona. Item, ringra-tiar la Maestà Christianissima di la letera mandata al suo orator, è qui, vadi a Verona. Ave 171, 5. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e lutti li Savii, aciò si possi expedir l’oralor dii Signor turco presto, il Colegio babbi libertà darli tra presenti e danari per ducati 500, acciò vadi ben contento a la Porta. Fu preso : 180, 4, 4. Fu posto, per li diti, aleuto un nonlio dii mira-cur vernilo in Colegio ha richiesto li sia donalo il dazio di certi panni di seda mandali a comprar per lui, ut in parte: però li sia dona la merzee dazio, che poi esser per zercha ducali 30. Fu presa. Fu posto, per sier Vicenzo di Garzoni, sier lliro-nirno Zane e sier Antonio Mocenigo savii ai ordeni, una parte di disarmar per la invernata che vien, licei di 14 galie è fuora restar debbi solum 0 col Provedador. vidcìicet lui Provedador e do solil di le nove armale, et il Capitano di le bastarde con la conserva Zorza bastarda et la bastardella Barbariga, et sia mandato la sovenzion a le do vechie di tempo in tempo come si fa a le nuove, justa la parte. Et sier Andrea Griti procurator savio dii Consejo, andò in renga, dicendo importa lenir do galie solil per ogni rispeto a l’isola di Cipro ; però lui è di opinion resti 8 galie. Et venuto zoso, lui solo messe voler la parie con questo resti 5 solil et 3 bastarde, do di le qual solil sia mandale in Cipro; e niun di altri Savii volse meler nulla. Andò suso sier Vincenzo di Garzoni savio ai ordeni. Conlradise dicendo è mal butar via i danari, ducali 450 per galia al mexe. Poi in Cipro non è bisogno di inverno; poi le galie vechie restando si sarà mal Ibrnili ; ma non disse quello achadeva, che si rompeva la parie presa questo Marzo che era un ordine santo zercha lo armar : che si su questo si afondava vadagnava l’opinion. Tamen non potei far che non facesse lezer dila parte, qual fo leto il principio, solum e non il fin, che bisognava, perchè non si poi romper lai ordine, con gran strilure, et lo vulsi parlar ma non avi loco, e questo perchè audò in renga sier Piero Lion savio ai ordeni, e disse l’opinion sua era che restar dovesse solum il Provedador con le bastarde, il resto far disarmar, ma ora voi metter resti 0,con questo mandi la bastardella e una solil in Cipro, e vene zoso. L’hora era tarda bore 24, nè mi parse parlar più. Andò le parte : nulla non sincere, 28 dii Lion e questa andò zoso, 58 di tre savii ai ordeni, 85 dii Griti ; iterimi andò le parte : nulla non sincere, 83 di savii ai ordeni, 89 dii Griti, e questa fu presa per l’autorità di chi messe la parte; tamen fo un romper l’ordine preso questo Marzo. Di Padoa, vene letere di sier Piero Landò podestà e sier Alvise Contarmi capitano. Come era morto il canzelier di quella Comunità nominato Zuan Domenego Spazarin, et in suo loco quella comunità havea eleclo Zuan Antonio di Treviso, qual poi fo confirmato per la Signoria nostra. • A dì 13. Vene in Colegio l’orator dii Signor 377 turco, è qui zà più zorni per il tributo di Cipro etc. Per il qual fo mandato, et il Principe li disse come si liavia nulo letere di Constantinopoli, che si era avisali el Signor turco liavia contentà luor li saraffi fo mandali di Cipro in Aleppo per tal conto con il danno di la slampa in farli venitiani, però fusse contento restar ancora qualche dì fin si babbi la certeza. El cussi si aquetò. Da poi disnar fo Consejo di X semplice. El fu fato uno secretano dii Consejo di X in loco di Zuan Baplista di Andriani che morite, et rimase Andrea di Franceschi secretano ducal. Fo solo Borlolomio Co-