107 JIDX1X, MARZO. 108 artelapie el alcuni homeni con presidi! per custodia di quel loco, temendo tarile fuste non fesse alcun danno; che Dio noi pormela. A di 28 Dezcmbrio, il Consolo di Napoli ave una letera a questo Viceré ; li fo mollo grata, é inclinalo a la Signoria. CO' Di l’armada, Capitano lo illustrissimo domino Hugo, per lelere di do de l’istante da la Majorca ora pur a .leviza et 6 barze cariche di sai avea fato scaricar per levar le Cantane, el aspetase a la Fa gagnana. De qui si prepara Discoli per la dila. Di corsari, fra Januzo e altri non andono mai a Zerbi, et se stima certo siano passati in l’Arzipelago per far danni a tulli. Iddio provedi. Formenli a la citi tari 11 e 5, in Catania per lelere di 9 a lari 13; é roba assao senza niuna domanda; la saxon va prosperando in bene che lo altissimo Dio a perfelione la conducili eie. Gl In questo zorno, fu il perdon di colpa e di pena a li Anzoli di Muran, concesso per questo Papa. Comenzò eri, dura Ire zorni. Fo tenuto, a li Frali menori, conclusion por un zovene scolaro nominato .... cathedrante domino Antonio de Fantis dotor, leze private in questa (era, in molle facultà. È da saper, che in la Scuola di San Roco, dove é una spina, se dice fo di la corona di Cristo, e par ne sia de soi capelli, qual zà uno anno sier Zuan Maria Coniarmi qu. sier Alvise da San Casati la dele a dita Scuola, dice fo di suo suocero, era in una cassa di piombo con lelere greche et auliche ut patet, et par che mo' uno anno a dì 19 Marzo, fo de Venere, dita spina fiorisse, unde li parse non la lenir in caxa, e cussi la presentò a la dila Scuola : el cussi ozi, eh’ è un Venere di Marzo, a dì 25, nel qual zorno, siccome scrive Santo Agu-stin, fo crocefisso el noslro Redenlor, zà 1519 anni; unde, stando a veder fra sexta e nona dita spina, veleno a fiorirsi, come fo visto da molte zenle che vi concorse a vederla, tra li qual domino P.infìlo Rosmin auditor del Legalo, el predicator di Frati menori fra Zuan di l’Agnelina, el guardian fra Luca Lion e assaissime persone ; e come fu nona la (ornò la dita spina ne Tesser come prima, siché de tal miracolo la terra fu piena. Et altre fiale si è dito in lai zorno dille spine, si sono de le vere, fanno certo segno di fiorir. A dì 26 11 Principe non fu in Colegio. Si ha resentito questa note; volse manzar pesse a la ve-zilia di Nostra Dona per devolion, e la età et com-plession non comporla, unde li ha falò mal. Vene in Colegio l’oralor di Franza, al qual fo coinunichalo la risposta fata eri a li oratori ungarici, castigata eie., la qual se manderà in Franza. Tamen non si nomina el Chrisliauissimo re, che si dovea nominar Soa Maestà a qualche modo. Vene el conte Zuan di Corbavia, et ringraliò de la condola, dicendo li avanza ducati 900 in zereha. Prega li siano dati, aziò possi ajularsi conira Turchi el servir la Signoria nostra. Li Savi li resposeno se vederia li conti etc. Et poi, sier Antonio Surian dotor e cavalier e sier Lorenzo Orio dolor, siali da li oratori ungarici, el primo è stalo oralor in Hongaria, e l’altro va, i qual oratori é stali questa malina in campaniel di San Marco et poi è parliti per Padoa, e fo scrilo a quelli reclori li onorino e fazino presenti per l’amonlar di ducali diexe, lior dilli oratori desideravano aver qualche scintilla dii corpo di Santa Ilelena è in la chiesa di Santa Lena, in questa terra, monastero di frati di l’ordene di frati di Monte Oliveto, el che diti patricii li dissello che questo non slava a la Signoria, 61 ' perchè quando quel qu. Serenissimo re di Hongaria alias domandò a la Signoria el corpo di San Paulo primo heremila, perchè di quello la Signoria poteva disponer ge lo concesseno, ma questo di Santa Ile-lena é di frati, e non si potria tuor alcuna reliquia senza nota etc. Et cussi restono quieti. Poi sier Zorzi Pixani savio dii Consejo e compagni, referiteno quello volseno li diti oratori, eri sera, che mandono per (re di Colegio, videlicet . . Fu loto le lelere di Roma, Napoli, Palrrmo, venule eri, et di Hongaria di l’Orator nostro di 5 ; el sumario dirò poi. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla. Non furono sopra far bagatini in zecha, et non fu preso. Fu preso la gralia di domino Lunardo Grasso prothoQotario, al qual per el Consejo di X con la Zonla dii.... a dì.... li fo concesso la capitaneria de la citadela di Verona, de la qual bavia auto da ducati 700 d’intruda. Hora, non, volendo esserli dà quella, domanda el resto de la inlrada de la Garzaria di Verona, dice è per ducali 200 a l’anno, l’altra mità fo data al Bajalolo di Verona. Et licentiala la Zonla a boti hora, restò el Consejo simplice. A dì 27. Il Principe non fu per non si sentir, à doja a la gamba, à tre rnadici, il visita maestro Bor-tholamio da Montagnana, maestro Agustin da Pe-xaro et el suo maestro Lunardo Buliron veronese. Fo fato in Colegio li oliciali de la muda de le galie di Baruto, che anderà questo Avosto, Capitano sier Jacoino Marzelo qu. sier Zuane.