665 MDXIX, SETTEMBRE. 666 danari è lì per lì tributi, con il danno di• la zeeha, 385 Per tanto, havendo mandato quel Francesco Zacaria lì in Cipro il suo Josephin turziman p r ii ducali 8500 per compir di saldar li tributi di do anni, per il danno di la zecha li hanno parso non dimorar, et fato provision di mandarli ; siché trarà dila quantità, e sarà expedita la cossa. Fo leto il mandato dii Signor turco a lo chadì et ernin di Aleppo, voi li ducali 16 milia di slampa venitiana. È dato in Andernopoli di l’anno 925 a tre di la luna, ch’è a dì primo Aprii 1519, nel qual nomina Caraza bassà etc, ut in eo. Fo leto la letera di Francesco Zacfiaria, di 29 Zugno, di Aleppo. Scrive sopra questa materia. E come vien el deflerdar de lì, qual fo una altra volta al tempo dii magnifico Bei bassà, qual è mollo amico di domino Andrea Morexini, al qual ha scrilo; siché si conzerà il tulio. Però si mandi li ducali 3500 eie. Et questo si ha inteso per uno olacho a dì 22 zonlo lì, qual manehava zorni 18 di la Porla e porta le-tere et nomina Memeth Zelapin, il qual a dì 15 di Lujo dia zonzer de lì. Scrive esso Francesco Zacha-ria, come quelli fo mandati per luor l’aqua di la cavatela erano parliti, ma senza il suo consejo, si-chè crede non farano ben. Dio voja habino bona fortuna. Avisa, la cavatela lì in Aleppo ha fato gran danno a le biave, goloni et......; e questi non voleno mandar a tuor dita aqua per convenir quelli voi passar per la Persia, et quell’aqua è nel castello è vechia. Scrive, lolendo questo deflerdar li saraflì con il danno di la zecha, sarà utile. Di la reai il sa-raflb core 64 danari e il ducato venetian vai assa’ : e fo dito il Signor mandava ordene zercha queste monede, ma nulla è stà mandato, solum conrtanda-menlo li saraflì si lazi a moneda corente danari 64 l’uno. Et è stà afità la zecha de lì ad alcuni zudei per ducati 2500 al mexe. Scrive di novo dii Sophì si ha, esser potentissimo, et cussi il Signor turco preparerà il suo exercito, e si tien per questo anno non faranno nulla fin a tempo nuovo; sichè per adesso non si atacherano insieme. La letera dii defterdar scrive a sier Andrea Mo-rexini in Aleppo è mollo famigliar, e li comete li cali una caxa, stalla, et li provedi di la cuxina, con parole molto benevole, ut in eis. Di sier Bortolamio da Mosto capitano di Famagosta, date ivi, a dì 18 Luio. Come han- 385 * no di novo li exerciti esser preparati, dii Signor tur-cho e Sophì, qual è mollo polente. E scrive, in lo Egipto e Scria sono molto malcontenti de ditti turchi, et che il Gazeli di Damasco e Chaiberch, i soldan al Cayro non vedono volentiera turchi. El Signor turco prepara zenle e fa passar su la Natòlia per venir contra il Sophì. Scrive, la eavaleta ha fato gran danno de li: tamen è stà bona saxon maxime di goloni che assa’ numero sarà, sichè in do anni quelli tanti saranno che non si potrà condur a Ve-nexia. Etiam si bavera gran copia di sali per li gran caldi è siali, sichè si cargerà di sali quante nave se li manderà. Conclude, quel regno harà bona inlrada. Scrive, atonde a le fabriche, e fa fati e non scrive le-lere; in 7 mexi è lì, ha fato assa’ opera con ducali 550 ha auto al mexe di la camera di Nicosia e non più, licet per il Consejo di X li fusse scrilo ne man-daseno ducali 1000 al mexe, et sempre lui ha tenuto 250 lavorano a esse fabriche etc. Di Roma, di l’ Orator nostro, di 11. Come, olirà quello scrive a dì 10, ha inteso el re Christia-nissirno haver scrito a monsignor di San Marzeo, digi al Papa voy adatarsi con la Cesarea Maestà, zercha darli la investitura dii regno di Napoli, ma ben lo prega a definir la conclusion fino Soa Maestà si conzi etiam lui le cose sue con quella Maestà ; le qual tien sarano di brieve adatate. Pertanto lui Orator scrive per questo, el Papa persuade el par voy alender a la pace, per far el fato suo. Pertanto, l’al-Iro zorno che Soa Santità li parlò, disse, zercha la liga voleva pensarvi un pocho eie. ; sichè per parerli cossa de imporlantia, ha terminalo lui Orator avisar questo, et dice de facili quelli conzerano le cose loro con la Cesarea Maeslà, et poi verano ad esser judici di le diferenlie nostre con quella Maestà. Et questo aviso scrive averlo inteso da monsignor di Samalò, l’altro orator dii re Cristianissimo. Li ha ditto aver visto questo in le letere dii re Cristianissimo, scrive a monsignor di San Marzelo digi al Pontefice. Dii dito, di 12. Come eri sera ricevete nostre di 6 in risposta di sue, come se li avisa San Marzeo non haver diio al Papa tutto quello l’havìa in inslru-tion dal re Chrislianissimo. Risponde è vero, sicome scrisse per sue di 25 dii passato, el Papa averli dito che non li ha exposto se non parole zeneral, e sopra questo scrive la soa opinion ut in litteris; tamen starà vigilante a inquerir etc. Avisa, aver che la dieta di sguizari fata questo San Bortolamio era disciolta, e che el cardenal Syon mandava uno suo qui al Papa, tien per conzar le cosse sue con Soa Santità. Scrive, le letere per Spagna le expedirà. El Papa s.tarà qui a Roma, nè parla di partirsi ancora. El reverendissimo cardenal Cortona eri partì per Fiorenza. Da Milan, dii secretano Caroldo, di 15.