635 MlìXlX, SETTEMBRE. 036 nigo cl cavalier, oralor nostro. Scrive, zonlo sarà de ijui, monstrerà li sui conti; ha ben speso li danari di la Signoria. Di Roma, di l’Orator nostro, di 6. Come si aspeta risposta di Pranza, di quanto scrisse monsignor ili San Marzclo li havia dito il Papa, e tic» sia opera dii signor Alberto da Carpi, con il qual ogni di esso San Marzeo è insieme. Et dito signor Alberto si è venuto habitar in palazo in lo stanzio dii carde-nal Medici per poter meglio negoliar col Papa, e a lui Orator nostro non li piace, perchè pur è sta sviscerato cesareo. Scrive, è zonlo do lì l’arcivescovo Ursino, fo in Alemagna, vien di Pranza ben salisfato dii re Christianissimo. ltem, è zonlo il reverendis- 369 simo cardenat Gijetano. Eri fo aceplalo in concistorio jusla il solilo. Si trova malcontento; vede non si lauda alcun di do He di lui, imo haver perso quello l’havia aquistalo. Di la dieta che sguizari dovea far questo San Bortolamio a Bada, nulla se intende. 11 Papa manda a sguizari lo episcopo di Pistoja, domino Antonio di Pulzi nepote dii reverendissimo Santi Qualro, qual l'anno passato fo da essi sguizari, et par li sia grato, e fo causa il Papa desse 100 rnilia ducali a essi sguizari per conto di possession vechie. Et il Papa va fuor di Roma e lui è a Fiorenza, et non volendo torsi darli instrution, verà da Soa Santità qual a bocha li cometerà eie. Etiam il reverendissimo Medici verà dal Papa, e insieme tornerano in Roma, et a Fiorenza vi anderà cl cardenal Cortona. Scrive, è stà retenuli Ire di casa di l’ambasador spagnol, che menò quel yspano via per forza, come scrisse; è slà esaminali, dicono averlo falò di ordenc di l'am basador. Il Papa ha fato brevi di ex-comunication fortissimi conira di chi à falò làr ole. unde. par l’habia suspeso a pregeria dii cardenal Ancona, Salila f et Vidi, e di l’orator di Portogalo lino vengi la risposta di Spagna, et hanno expedito de poste per questo al re Calholico over Cesarea Maestà : et quel fu menato via, par si ritrovi a Gijeta. Dii dito, di 8. Come, ozi, (orzo zorno, essendo zonlo corier di Pranza, fo a palazo per saper qual eossa. Trovò l’arziepiscopo Ursino, con il qual si alogrò di la tornata sua. Disse è lelere di 30 Avoslo, solum di permutatoli dii vescoado di Costanza e Albi, che fo dato al reverendissimo Santa Maria in Portico per il Re, è Legalo in Pranza. Poi esso Oralor fo dal Papa, li domandò di novo. Disse esser lelere di questa permulation, e non poi esser risposta di quanto scrisse San Marzeo; la qual il Papa desidera mollo la vengi presto. Scrive haver domandato di sguizari al Papa quello havia. Disse nulla, e li disse mandava il vescovo di Pistoja qual è a Fiorenza e in camiti li darà la instrulione, e in questo mezo Soa Santità ha scrilo a sguizari per interte-nirli non si acordino con Spagna. Poi il Papa li disse de li Ire rolenuli spagnoli, quali hanno confessalo l’ambasador averlo ordenalo e in quella note fo fuor 369 * di casa e suo fiol lino a caxa dove era quello fo rnenà via, et disse il Papa havia fato la excomonica-lione, el diio orator ispano li mandò a dir averlo lalo di ordene del suo Re, et si 'I Papa voi fulminar, questo si voi partir. Li ha mandalo a dir fazi quello li piace; e come era stà pregato da li 3 cardenali nominali per le «lire a sopraslar lino vengi risposta di Spagna ; et quel fo menato via era a Marino casldo di Colonesi, e si lidi sia slà menalo a Cajeta. Scrive, domino Pidro Slda secretano dii cardenal Santi-Qualro, con uno corier di la comunità di Brexa, è stalo da lui con lelere di 29 Zugno di la Signoria nostra, zercha darli ajulo a voler riformar li monasteri di Brexa : scrive farà etc. Dii dito, pur di 8. Come il conte di San Bonifazio è stalo da lui a dirli l’auditor dii Papa haver contesso la eilalione di Ire ciladini padoani depuladi a l’archa dii Smlo Antonio, per uno excesso fato el zorno di Santo Antonio eonlra li frali di San Francesco observanli. Unde inteso questo, esso Orator andò dal Papa per far revochar dita eilalione, dicendo è laici, e vien il loro a la Signoria noslra; poi venendo, saria danno a essi frati che tutta Padoa nou li daria più elemosina; con altre parole ut in littcris. Soa Santità disse li frati erano slà baludi a la indulgenlia era per la fabricha di San Pietro, che non ha altro modo di compirla; tamen che’l ve-deria, e si parli al cardenal Sanla f. Et cussi esso Oralor parloe, qual promesse far ogni bon olicio. Etiam parlerà al cardenal Ancona,con il qual etiam 11 Papa havia parlato di questo; sichè farà ogni cosa aziò diti ciladini non sia citadi. Di Franza, date a Bìes a dì 29 Avosto, di sier Sebastian Justinian el cavalier, et sier Antonio Justinian dotor, oratori nostri. Come a dì 12 parlino da Melun, el a dì 25 zonseno lì a Bles, et eri zonse la Cristianissima Maestà. Ozi è siali da Soa Maestà, et li comunicò le teiere nostre di 16 el 18, ricevute a dì 27 di questo. Et prima ringratiò esso sier Antonio Soa Maestà de le coniunichation fale ; laudò il suo proposito di voler la pace, laudò il far di la liga col Papa, Soa Maestà e la Signoria nostra, et che la Signoria havia scrilo a Roma a l’Oralor nostro sia unito con monsignor di San Marzelo; poi disse quelle di 18 con la letera di i’Orator nostro