287 MDXIX, MACGíO. 288 simo. 1! Papa ha mandalo a dir a le terre franche, si rimovino di l’exercito ha fato, e la eletion lassino farla libera a li Electori. E scrive, in questa dieta sarà espediti li oratori e noncii notati di sopra e altri avisi, come apar in quelli; ma questo è il sumario quasi di lutto, siben per ordine non è scrilo. Di Hongaria, eli sier Alvise Bon el dotor, orator nostro, date a Buda, a dì 22 Aprii. Come, a la proposta hanno fato li oratori ispani venuti a quella Maestà per aver favor a l’imperio, Soa Maestà li ha fato risponder, voler tal volo suo per lui, perchè l’aspira esser electo come terzo fiol di 1’ Imperador, e da lui in fuora li darà ogni ajuto, pregando quella Maestà voghi far il simile verso di lui. Ma poi è nassuto varie difficultà. Quelli di Bohemia non voleno quella Maestà mandi soi comessi hongari a la dieta; ma dicono loohar a loro come regno di Boemia, per il qual questo He è Elector. Poi il re di Polonia suo barba e lulor ha falò intender, in queste cosse il Re non doveria risponder ni risolversi di dar il suo volo senza suo consentimento. Scrive, è zonto lì uno ambassador dii re Chrislianissimo per aver etiam da questo Re ajuto a tal elelione, e non dagi favor a la Catholica Alteza: non ha auto ancora risposta. Et manda Soa Maestà uno orator in Polonia per questo da suo barba re Sigismondo. Item, esso Orator nostro solicita l’andata del successor suo. Item, scrive aver comunicato li avisi di Anderno* poli al Re, et quelli signori ringratiano la Signoria pregando il perseverar. Item, scrive, ha auto la le-tera dii re di Spagna, qual manda, el quella dii re di Pranza di credenza, el una dii re di Polonia scrita in nome dii suo canzelier a uno di questi signori di Hongaria. 164* La letera dii re di Spagna, latina, molto bella, data a Monte Rotondo, a dì 6 Fevrer, la copia sarà notada qui avanti. Laletera dii Christianissimo, data a Baris, a dì 4 Fevrer, di credenza. Manda il suo orator Ponzelo di Turre signor e zentilhomo di la so’ camera. Item, in scritura manda quello ha esposto ditoambasador al Re predito di Hongaria; la copia etiam potria esser scriverò qui avanti. L’altra letera eli Polonia, di Cristoforo di Schydz palatinus et generalis capitancus Cracovia ac regius Polonice supremus cancélarius, data in Cracovia, a dì 8 Aprii. Scrive a uno prevosto a Buda, come erano venuti li 2 oratori dii re Chrislianissimo el uno per il re Catholico intitúlalo secretarius Ccesaris, tutti per avei; aiuto da quel Re come lutor dii re di Hongaria et Bohemia a la elelione. Però il Re non dia risponder alcuna cossa a niun di dar il voto senza consentimento dii lutor so barba; per tanto va# operar in questo con altre persone, ut in litteris. Dii dito, di 26, date a Buda, videlicet Orator nostro. Come l’orator di quella Maestà si dia partir questa malina per Polonia, et è suo amico. È venuto da lui: scrive coloqui aulì insieme, dicendoli la intention dii Re suo non è di dar favor ni a un ni a l’altro di questi do Re, ni per guastar la cosa sua, perchè spera esser electo; che quando questi do Re non potrano esser loro, vorano elezerlo lui. Però ha dato le promesse a Spagna acciò lo ajuti ad esser lui, perché con la discordia di questi do Re, questa Maestà torà di mezo. Et che il Re manderà in Francfort do bohemi, et il terzo sarà il marchese Zorzi di Brandiburg tutor regio quantum ad personam. Scrive, il zorno di Pasqua, hessendo esso nostro orator a messa con il prefalo Marchese, li dimandò quello avia dii Turco, dicendo ha inteso è ussito con armala grande, sichè è da temer di lui. Rispose esso Orator questo non creder, perchè la Signoria li haria dato aviso. Et lui disse: «Cussi credo mi che non sia vero. » Poi intrò a rasonar di la elelion di I’ Imperador. Ridendo disse: «Questi do Re, videlicet Franza e Spagna voriano esser elecli, ma non crediate che li Electori li elezerauo.» E li disse che il Re lo mandava lui insieme con do bohemi per far nomine suo tal electione. Exemplum litterarum regis Catholici ad 165 serenissimum regem Ihmgariee. Carolus Dei gratia rex Ilispaniarum, utriusque Sicilise et Hierusalem, etc., archidux Austriae, dux Burgunèi», Brabancise, ele., comes Flandrise, Ti-rolis, etc. Serenissime Princeps, fraler noster carissime, salutem et fraterni amoris continuum in-crementum. Quamquam credimus non .... Sere-nitalem Veslram quam aeerbus nobis esse debuerit obitus sacratissimce Cesarece Majeslatis domini alque avi nostri colendissimi, non potuimus tamen pretermitiere, quin et deeo ad Serenitatem Veslram, quam unice amamus et diligimus, scriberemus. Nam in tanto dolore et trislitia salubriusnihil occurril, quam incidere potuisset, facile intelligere potest Serenilas Vestra, si considerarit qualem patrem, qualem defensorem et rerum noslrarum protectorem ami-serimus; nam si singula recte meliri, quemadmodum par est volumus, cum nos tanto firmamento orbalos vidimus, quasi altero membro nos mutilatos arbi-