453 MDXIX, LUGLIO. 454 saper di novo esso Oralor andò dal Papa, era in camera et lezeva lelera auto di Germania, et vene l’o-rator dii re Catholico e domino Hironimo di Vich, qual licet non sia più oralor, si opera per quella Alteza, i quali introno e sleteno longamente ; sichè l’hora era tarda, e il Papa te’ licentiar tutti non volendo più dar audientia, per voler dir l’oficio e andar poi a cena. Le letere ha aule Soa Salitila di Germania e di tutti tre, dii reverendissimo Legalo, di l’arziepiscopo Ursino et il Garazolo, e lutti scri-veno diversi officii hanno fatto con quelli Electori. Quello scrive aver parlalo col Brandiburg, dice o sarà il re Christianissimo over uno terzo; quello ha parlalo col Magunlino dice sarà il re Catholico over uno terzo eie. Dii dito, di 5, hore 14. Come, poi pranso, è stato a palazo per parlar al Papa, dove sopra zonse una stapheta di Alemagna, et in l’anticamera erano li oratori Franza e Spagna e lui nostro, i quali erano zoilii alhora, et havendo dimandato a l’orator di Spagna si nulla havia di novo, non volse dirla se prima non la diceva il Papa. Il qual ispano, chiamalo che ’1 fu entro dal Papa, subito vene la nova fora il suo Re era sta eleclo re di Romani. Poi inlrò Franza, e demum ussito, inlrò lui Oralor nostro. Il Papa disse aver teiere di 28, di Franchforl, come in quella malina haveano eleclo re di Romani il re Catholico, et havia auto tulli li voli, però che il Re predilo bave li 4 voti li havia fato promissione, et visto questo, il resto condeseseno etiam loro a darli il volo, et il Christianissimo non havia auto niun voto. E il Papa, disse: « Domine Orator, vi affermo che s’il re di Franza havesse fato a nostro modo, saria sta eleclo uno terzo : Dio voja questa eleclion sia ben di cristiani; » et esso Oralor prese liceiltia, et spazò le letere. Il corier ha tolto esser qui in zorni do. Di Palermo, di sier Peìegrin Vènier qu. sier Domenego, date a dì 19 Zugno. Come, a di 23 Mazo scrisse quelle occorentie, come per una barcha venuta da Tunis con alcuni presoni fuzili si ha letere di Hironimo Fontana consolo di... di 15: come era venuto a Zerbi uno ambasalor dii Signor turco, et quel Iodio havia levato le sue bandiere, et feva baler monede col nome di esso Signor turco. Il qual ambasador andava a Tunis, et che quel Re li havia donalo una terra e uno porlo, si lien sia porto'Farina. Tamen si aspela il zonzer di do nave vieneno di Tunis, da le qual si saperà la verità. Eri sera zonseno de li fusle 16 di mori, quale haveano depredalo 8 navili di cristiani. Item, alla Fagagnana si ritrovava il capitano domino Hugo di Moncbada, qual aspelava l’armada, vien di Spagna, zoè di Car-tagenia, qual a dì 4 di questo si dovea levar de lì. Scrive di fra Januzo corsaro con li altri corsari nominali in le letere. Dove si ritrovano fermenti tari 13, vanno bona saxon. Avìsa come a Mesina era zonla una galìa, soracomilo uno da cha’ Salamon, per levar le robe di la nave Nicolosa. La corte è pur a Mesina. Da Tunis si ha, quel Re aver fatto carzerar alcuni merchadanlì zenoesi; tamen è slà cridà bona paxe tra quel re di Tunis c zenoesi. Scrive, Hironimo Dedo, secrelario nostro a Napoli, li ha scrito li mandi alcune scriture zercha ripresaje, et cussi le manderà ; et ricomanda suo fralelo mis-sier Piero a la Signoria nostra. Da Zara, di sier Piero Mar zelo conte, c sier Zuan Nadal Salamon capitanio, date a dì 29 Zugno. Come hanno scrito, per più sue, di le depredatimi fate per turchi in quelli contorni. Avisa come el conte Zuane di Corbavia, havendo auto danno per corarie fateli per turchi, si messe in ordene con alcuni vicini per vendicarsi e corer etiam lui a danni di essi turchi, ma podio fece, et el zorno di san Zuan Batista da 700 cavali turchi corse su quel di esso signor Zuanne, et esso Conte lì fo a l’incontro; fono a le man, pur ave danno di 17 cavali, tra li qual era uno valentissimo homo. Et ditto Conte ha scrito a loro relori una lelera, qual manda la copia Iranslandata in latin, per la qual avisa el bassa di Bossina aver ter-menato ogni zorni 15 far corer a soi danni ; sichè si racomanda a la Signoria eie. La lelera dii prefalo conte Zuan, drizata a li rectori di Zara, dala a uno suo caslelo, Sabado primo poi el Corpo di Cristo, scrive el modo ha combalulo con turchi e li danni aulì, et non essendo ajutato, non sa a che modo defendersì, et si racomanda a la Signoria; con altre parole utpa-tet, la copia de la qual lelera fortasse scriverò di solo. Fu posto, per li savi dii Consejo e di Terra fer- 255 ma, una lelera a l’Orator nostro in Spagna, e farasse data a dì 3 in risposta di sue ricevute, zercha quella Maestà averli fato dir per el Gran canzelier et Au-denzier regio. Coinè essendo successo in li Stadi di la Cesarea Maestà è successo etiam in la trieva, però voìa ultimar le differentie, et si mandi el nostro Oralor a Verona, che etiam lui scriverà a Inspruch ne mandi uno altro; el ha scrilo a l’oralor suo apreso el Cristianissimo re, quella Maestà mandi el suo per poter star con l’animo quieto, et maxime per