531 MDXIX, AGOSTO. il Papa voi perseverar più clic mai in l’amieilia col re Chrislianissimo, e voi aver sguizari coii nui. Scrive diio Secretano mandar lelere di l’Oralor nostro in Franza. Di Franza, di sier Antonio Justinian do-tor orator nostro, date a Poesi, a dì 17. Come eri ricevete nostro letere con quelle va in Spagna, (piai ha expedile per le posle regie, il He non è de lì, e la illustrissima Madama è indisposta, sichè non ha potuto comunichar quanto li è sta scrito fazi; ma comuniehoe eri col Gran canzelier. Et.quanto al mandar nonci dii re Catholieo a Verona per adattar le eose di foraussiti et di la risposta fatali per la Signoria, come era prompta a mandarli, laudò, dicendo il re Chrislianissimo replicherà le lelere al suo Orator è a Venecia, vadi a far questo bon elicilo. Poi scrive coloqui aulì insieme, dicendo questo è il tempo la Signoria e tutti fazi el fato suo con questo re di Ilo-mani electo, per esser povero e impotente; il qual starà ben con tulli per adesso, ma poi vegnirà di altra sorte: dicendo: « Fiamengi al principio è granosi, ma poi non si poi star con loro ; cussi el fece con il nostro Re quando el passò in Spagna, facendo lige, parenlà, ma poi zonto de li nulla ha fato. » 303 Dicendo, non è da fidarsi di lui, però saria bon far una nova liga dii Papa, il Re nostro, et la Signoria et sguizari a conservalion di Stali loro, e non a far guerra ad alcun. Dicendo, in questa electione è sta fato capitoli che dito re Catholieo sia ubligato far l’Imperio babbi quel è suo, dicendo: « Ve li mon-strerò li capitoli ». Poi disse sguizari sarano con nui, perchè lien li cantoni, terre e lochi di la caxa di Austria, etiam per l’odio auto contra la caxa di Borgogna e quello li lien in Borgogna e Linguado-dia. E disse: « Domine Orator, son stalo orator dii Roy a la Cesarea Majeslà defunta, qual si doleva la Signoria li leniva molli lochi a lui pertinenti, si a P Imperio come al suo patrimonio ; etiam il Papa sarà con nui, perchè il Catholieo re non si lien ben satisfalo di lui per l’ajuto ha dato al re Christia-nissimo a la electione, e lo voria far mancho che uno , capelan; sichè questa liga saria per difender e non per offender, ni far guera ». Lui Oralor laudò questa parie di voler star in pace, ma non si slargò da riva in risponder ad altro senza ordine. Dii dito, date ivi, a dì 18. Come, licet lulta la noie havesse grandissimi dolori a li piedi, si forzò et andò a Poesi dal Re, ozi. Et prima scrive et su-plica se li mandi el suo successor, perchè fin quatro zorni il Re e tulla la corte partirà de lì, sichè lui .è impotente a poterlo seguitar. Scrive aver parlato al Re, comunicatoli la venuta di 8 oratori germani per andar al re Catholieo, e la letera dii re Catolico zerca i foraussiti con la risposta fata. Soa Maestà laudò tulio, dicendo era ben fatto, e scriverla a l’orator suo qui residente, vadi a Verona, e fazi per la Signoria nostra il lutto. Poi disse aver auto una letera dii re Catholieo electo re di Romani, lo avisa de la sua elelione, el come el voi perseverar in la bona lianza come prima, chiamandolo padre come el faceva avanti fusse electo, dicendo che sarà savio, starà proveduto per ogni cossa possi ocorer, e « cussi farò 10 e fazi cussi la Signoria » dicendo aspelar lelere di Roma quello vorà far el Papa, inteso tal eletion. Poi disse non sa come risponderli, perché non li voria dar titolo se prima non sa quello voi far el Papa, dicendo voi mandar uno suo a Roma a interlenir el Pontefice con Soa Maestà, el cussi saria bon mandasse la Signoria, e voi lenir pratica con sguizari et lanzinech, aziò venendoli una nation almeno, possi aver l’altra. Monsignor l’Armirajo non è ancora zonto. Dice è andato a certi bagni apresso terre di sguizari. Si lien l’habbi mandalo il Re per (ratar con loro; tamen di questa Soa Maestà nulla li ha dito, dicendo 11 Re sarà sempre in la ferma lianza con la Signoria nostra eie. L’Orator li rispose dii bon voler di quella verso Soa Maeslà ut in litteris. Poi partito, Ruberie t li parlò dicendoli: « Domine orator, bisogna aver più streto ordene de la Signoria et ajutarsi l’un . l’altro in ogni caso contra questo re di Romani et comunicharsi i pensierisoi, dicendo» el Consejodil re Chrislianissimo è tre over quatro e la illustrissima Madama, e vuj seti molli savii eie. Scrìve non ha parlato con Madama per esser ancora rinchiusa con gole. Manda letere di Oratori nostri in Anglia, et aricorda el mandar a luor li falconi in Candia, perchè è necessario siano mandali jusla el solito, aliler el suo successor non sarà ben veduto eie. Dii dito, date ivi a di 23. Come, ricevute nostre di primo 11 el 12 con avisi di Andernopoli e dii zonzer di l’oralor dii Turco e la letera scrita a li rezenti di Inspurch, andò dal Re, et comunicatoli el tutto disse: « Di che tempo è le vostre lelere? » rispose di 7 et 8. Disse : « È possibel la Signoria non sappi la electione dii re di Romani?» Rispose Pera sia ben ditto per via di Fontego, per quello ha da soi, ma non si havia per via autentica, perchè la Signoria non havia alcun in Germania li scrivesse. Soa Maeslà disse aver auto letere dii suo oralor in corte, come el Papa, poi inteso tal electione, è più in ami-cilia che mai con Soa Maestà, sichè saria ben contento dii Papa, e Soa Santità li ha scrito una letera,