MCCCCCIU, NOVEMBRE. 258 Signoria ole. El qual cavali r dia ritornar: quel che il porterà aviserà. Da Padoa, di rectori. Come il rector legista era stà tino a Pavia per far condor a lezer dotnino Jason dal Mayno, el qual scrive una lettera, qual la mandoe, videlicet voi licentia dal re di Franza di venir. Item, non voi concorente ninno. Item, voi ducati 1200 a l’anno. Or foli scripto per Colegio a Padoa atendesse aver uno altro. Da Brandizo, di sier Antonio da Cavai governntor, di 17 octubrio. Che a dì 15 à lettere dii govemador di Otranto, 7 fuste di turchi veneno a lo Capo e sachizono Castrignano casal di spagnoli, preseno anime 50 et morti 7. Item, osso govemador scrive, lì in porto di Brandizo è 4 nostre galie in aqua ; à ’uto li ducati 30 da conzar l’arsenal ; ma voi li vasi e palandre da farle tirar in terra, perchè de lì tal legnami non si à trova. Da Corfù, di sier Ilironimo Coniarmi proveditor di V armada, di 10. Come havia manda le galie veronesi a disarmar, licei non havesse auto ancora el nostro bordine, e comandà a Alvixe di Caslion vengi et Hironimo Batelier etc. È da saper, in questa matina fo dilto esser avisi de Istria aver trovi in mar uno alboro di galia sotil che si lien sia rota, et saria una galia veronese. Vene l’orator yspano, solicitando di la compagnia dii signor Bortolo d’Alviano. Li fo ditto la diliberal ion nostra dii Senato di non darla perchè quelle zente ne bisogna a nui ; ma ben darli li soi cavali etc. Poi dimandò di novo. Da poi, il Colegio con la Signoria si reduse, ma fo solum tre consieri el non fo fato nulla; aldilo li oratori di Padoa et sier Marin Dandolo e sier Nicolò Pasqualigo per le cosse di la rota Sabatina etc. Stono fin bore do di note. Di Bavena, venute al levar dii Colegio, che li capi di X erano dentro, videlicet di rectori,. che mandano le ditte : Di sier Cristofal Moro proveditor in Romagna, date a Russi a dì 2, hore 22. Dii zonzer lì con le zente; et manda inclusa una lettera abuta di Zuan Greco e Franco dal Borgo, data in la rocha di Faenza quella malina. Come la sera introno ivi in acordo col castelan a nome di la Signoria nostra, et quella la tieneno; et introno con lui Vicenzo di Naldo et Cesar Viarana. Item, che visto la terra non si contentava, fono far do cride: una che in termine 6 hore quelli citadini dovesseno mandar contra il proveditor a darsi la terra a la Signoria et ea- pitular, olì ter ole. L’alfra cria fo, che statini lutti li fanti foreslieri dovesseno ussir di la terra sotto pena di la forcha; et però scriveno al proveditor vengi con le zente. 120 A dì 5 novembrio, domenega. In Colegio. Non fo dato audientia, justa il solito, nè vene alcun orator; solum lotto lettere. Di sier Cristofal Moro proveditor, date in la rocha di Faenza a dì .?, hore____Come ora in- Irato lì, et le zente parte alozale a la Observantia, parte lì atorno la rocha; et che in quella bora si partiva por andar a tuor il possesso di Brisegele, e poi ritorneria in la rocha ne la qual lassava el capitanio di le fantarie e Zanòn da Colorilo con provisionali; però se li manda danari perchè bisognerà fallatili, perchè quelli di la terra hanno fato spalli e repari acciò quelli di la rocha non entrino in la terra. Di Ravena, di sier Lunardo Mannello e sier Nicolò Donado rectori, di 3, hore 10. Come mandano questa lettera à ’uta. Item, dii zonzer lì dii conte di Sojano con 40 cavali lizipri et 450 fanti ; l’à mandato dal proveditor a Faenza. Etiam dice quelli dii ducha di Urbino sarano prestissimi. Item, hanno mandato sier Zorzi Cabrici con 25 provisionati a tuor il possesso di Montefior, et inteso che Veruchio e Santo Archanzolo hanno levà le nostre insegne di San Marco, hanno comesso a lacomo Sacho le vadino a tuorle, con bordine a sier Zorzi Cabrici che, auto il possesso di Montefior el custodito, poi vengi a tuor il possesso di questi altri lochi. Item, bisogna danari por far fanti. Di sier Zuan Maria Mudazo capitanio di la riviera di la Marcita, date a Ravena a dì 3. Come ricevete, zonto lì, una nostra vengi lì a obe-dienlia di quelli rectori e proveditor, et cussi vene. Lassò la soa fusta in porto di Magnavacha. È solo con la fusta, ma le barche rimase in Istria a custodia, sichè si duol non haver ricevuto il nostro bordine. Aricorda se li mandi danari per quelli di le barche e fusta che patisseno. Et nota, li fo balolà ori una paga ducati 250, e manda il biscoto. Vene Bonin amico fiele!, qual vien di Lion con lettere di l’orator nostro, e li fo tochato la man da tutti perchè à dato molli avisi, et ave per il Consejo di X beneficii in le terre nostre per ducali.... Or questo presentò le lettere, et poi lotte disse alcune cosse al principe stretosi con li consieri, videlicet di la inopia dii re qual fa il tutto per aver danari, et si era levato di Salz con gran soa vergogna. Di Franza, di V orator nostro. Manda repli-chate di 25, et poi da- Macon scrive di 26, come