559 MDXIX, AGOSTO. 5 CO cenlia. Disse « come voramo scompagnasse le vostre galie non che li desse alcun danno ». Disse l’O-rator questo à ripresaja conira la Signoria, et ha inteso ha armalo, per il che ha scritto al Capitano di dite galie vadi riguardoso. 319* Dii dito, pur di 9. Come, hessendo venule teiere di Pranza et Spagna, et li oratori siati dal Papa, etiam lui Orator andoe da Soa Santità dimandandoli quello era di novo. Disse aver auto lelere di Pranza, dal suo Legato, crede sia di 28, come il re Christia-nissimo è resta molto satisfato di Soa Sanlilà, e che quel Re non voi guerra, e voi far pace e guerra come voi Soa Beatitudine, el manda uno suo qui a tratar. E l’Orator disse saria quel monsignor di la Motta che inlese dovea venir. Rispose è uno altro. Tamen, li oratori francesi nulla hanno di questo, e il Papa si tien mal satisfato di loro. Il Papa è ben disposto e voria far una liga, Soa Sanlilà, il re Chrislia-nissimo, la Signoria nostra e spera sarà etiam sgui-zari, e li disse volemo scorer con il re di Romani per intertenirlo, il qual voria facessemo uno Cardinal a sua requisition, ch’è lo episcopo de Legie k Non volemo dir di no ». Esso orator scrive aver dito a Soa Beatitudine parole zeneral, benché tal liga tien per soa opinion esser più che necessaria, et come da lui ha declinà a la liga. Il Papa li ha dito che in Germania è sta deliberato fardo Conseghi, uno a le cose di Germania, l’altro a le cosse de Italia, e voleno quel de Italia sia vicino acciò possi exequir quello termi-nerano di far, etiam con le arme, ut in litteris. Po leto una letera di sier Filippo da Molin podestà et capitano di Bassan. El qual avisa di certo caso sequilo de lì eoulra uno Piero di Conte citadin de lì, qual è slà rnorlo. Dimanda lìcentia di aver libertà poter dar taja dii merlo. El fu preso per li Consieri darli autorità, chi acuserà li malfalorì habi L. 500, el poi proclamali li possi meler in bando di Venecia, e terre e lochi, con taja vivo L. 1000, et morto L. 500 e i so’ beni siano confìscadi, ut in parte. Ave 113 di si, 4 di no. 320 Di Boma, di sier Marco Minio orator nostro, date a dì 29 Lujo, drizate a li Cai di X, e lete in Pregadi. Scrive coloqui auti con monsignor di Samallò orator dii re Christianissimo. Come è bon interlenir il Papa aziò non si accordi col re di Romani, e questo disse in execution di le letere scriteli per la Signoria nostra; il qual disse cussi furia. Etiam parlò a monsignor di Paylom che lo scontrò venendo a caxa, qual laudò eie. Dii dito Orator, date a dì 4 Avosto, drizate ut supra. Scrive coloqui auti col Papa, et li ha dito aver scrilo al re Chrislianissimo che a Soa Maestà slà la pace o la guerra, e volendola farla si lazi presto. Scrive lui Orator aver dito laudando la pace per il ben di la christianità etc., ut in litteris. Di Spagna, di sier Francesco Corner el ca-valier orator nostro, date in Barzelona, a dì 14 Lujo, drizate ut supra. Scrive coloquii auti con monsignor di Chievers e Gran canzelier, quali si offerivano ponervi la mano in far paxe e inlelli-gentia con quel re di Romani, con altre parole, et che quel Re confina assà con le terre di la Signoria, dicendoli scrivesse a la Signoria di questo. Di Pranza, di sier Antonio Justinian el dotor orator nostro, date a Poesì, a dì 29 Lujo. Come il re Christianissimo li ha comunicato solus cum solo et secretissime: come el mandava per le poste a Roma monsignor di San Marzelo, qual fo alias a la Signoria nostra, al qual li ha dato instruzion, e questo è il sumario : come Soa Maestà voi esser unido con Soa Santità et ringratiar de le operalion ha fato Soa Santità che ’1 fosse electo re dì Romani, e monstrarli la promessa di Eletori fatali di elezcrlo, zoé di alcuni di loro ; dirli come Soa Maestà havia un milion et 200 milia ducati, et come li pareva fusso 320* bon far una liga tra Soa Santità e soa Cristianissima Maestà e la Signoria nostra, vedendo aver sguizari con nui, e questo a defensión di comuni Stadi ; et dirli s’il par a Soa Sanlilà asolver il re Calholico dii juramento per il regno di Napoli falo di non ac-cetar a esser re di Romani, lo fazi, ma fazando con beneficio di Soa Sanlilà. Item, veda Soa Beatitudine di haver sguizari da la noslra; e volendo il re di Romani vegnir a Roma a tuor la corona, vengi disar-mado el pacifce etc. Et che ’I dito San Marzelo sia unito con l’Orator nostro Esso Orator ringratiò Soa Maestà di la comunichatione. Da Roma, di V Orator nostro, di 9 Avosto, drizate ut supra, e sonte ozi. Come l’orator dii re di Romani e domino Hironimo di Vich e Lopes erano stati dal Papa, e Soa Santità aver dito a esso Orator nostro, che questi non sono venuti a dirli quelle lar-ge promesse come fevano prima, perché per avanti li promisce darli uno Stado in reame, li dava intrada ducati 15 milia, qual saria di la Chiesia, e altre pensión, dummodo Soa Santità lo absolvi dal juramento. Da Milán, di Zuan Jacomo Caroldo secretario nostro, di 9 Avosto, zonte ozi, drizate ut supra. Come era zonlo de lì monsignor di San Mar-zel, vien di Franza e va a Roma per slafeta, qual ha dito a esso nostro Secretario non li dirà altro di