971 MCCCCCIV, MARZO. 972 Da Roma, (li 3. Come è slà ditto di la pace fata tra il re di romani e il re di Franza, et per lettere nel Cardinal di Volterà confirmata ; qual, subito auto, andò dal papa. Etiam è lettere di questo nel Cardinal Ascanio ; sichè li malivoli dicono è stà fata contra la Signoria nostra eie. Or questa matina in capella esso orator parlò con domino Lucha di Re-naldi orator cesareo, qual li disse il papa esser contento dar al re li danari dii jubileo, e li fa assa’ cha-reze, e li admete essi oratori cesarei a parlarli tino la notte. Item, che domino Constantino è amico di la Signoria nostra ; et eri partite domino Mariano di Perosa, va orator dii papa al suo re, con molte instrutione. Item, che zonto sarà il prefeto lì in Roma, se intenderà più aperte il voler dii papa ; el qual prefeto ogi publice è mirato, fo a Sancta Maria dii Populo, li andò contra le fameglie di cardinali e fo assa’ onorato: è de anni 14. Item, in ditte lettere, scrive esser avisi di Franza dii partir da Lion di oratori cesarei, e domino Philiberto seguir la corte. Dii ditto, di 4. Come, hessendo il nepote Cardinal San Piero in Vincula dii papa rodato a Santa Maria dii Populo per intrar in Roma publice et ho-norifee, in questa matina lo andono a levar li cardinali e lo conduseno dal papa, el qual li dè il capello. E rimase a palazo, e lui orator lo anderà a visitar per nome di la Signoria nostra. Item, che con li cardinali yspani si trata nove compositione col papa per Valentino, videlicet dar al papa la rocha dì Cesena e Bertonoro eh’ è in suo poter, e securlà di ducati 15 milia di darli etiam quella di Forlì, et in hoc interim esso Valentino sia liberato. Et ogi è stato 4 cardinali col papa a questo effecto, videlicet Cosenza, Arborense.....el Elva. Etiam el Cardinal Salerno. Item, ancora sono lì li messi di li castelani etc. Dii ditto, di 5. Come ogi è stà col papa, qual li disse di le trieve di Franza col re di romani, e di la praticha di la liberation di Valentino ; e che ’l re di romani voi venir in Italia, e che ’l roy e la raina etiam vi verano per honorarlo.-Tullo disse per metter spaventi a la Signoria nostra. E poi disse : « Si non poremo star a Roma, adderemo fuori ». Et l’o-rator intrò in dirli che so’ santità havia cargà la Signoria noslra con tutti li principi christiani et non ■ dovea far cussi etc. con molte parole ut in litteris, justifichando la Signoria noslra, parlandoli largamente. Et il papa disse aversi dolesto justamente, et non restaria di far ogni cossa per aver le terre di la Chiesia indrio, dicendo: « Intervegni quel poi; si non poremo star a Roma, suderemo a star altrove; ma si la ne restituisse, quella Signoria vederà che faremo più caxo di lei che di niun altro principe etc. » con altre parole lune inde dictis. Poi esso orator 10 persuase a non far electione di l’arziepiscopato di Zara lino da la Signoria nostra non li fosse nominà qualche uno. Disse era vachato in corte, e voleva farlo, et farìa persona grata a la Signoria nostra ; et che ’l re di Spagna havia voluto questo e non 1’ havia voluto compiacerli; sichè à inteso lo voi dar a uno fradello fo dii Cypicho arziepiscopo di Zara no-viter defoncto. Dii ditto, a di 6. Come ogi è stà concistorio, et nulla publice è slà tractalo,' solum è stà leto lettere di Franza. Item, à publichato arziepiscopo di Zara il fradello dii qu. arziepiscopo defuncto, con pension a uno nepote che studia a Padoa etc. Item, è venuto uno (per li) citadini di Forlì a scusarsi al papa non aversi quelli citadini dato per dubito non li inetesse soto li fioli fo dii conte Hironimo; e il papa 11 à risposto non voi darli per niente, ma ben darli al prefeto suo nepote. Etiam à inteso soa santità à rizerchato alcuni baroni di reame, quali non hanno heriedi, che vogliano cigder il stato a ditto prefecto. Et 1’ orator yspano à mormorato assai, dicendo el •papa comenza andar a mala via, et maxime zercha di persuader il re di romani a venir in Italia. Dii consolo di Napoli, di 2. Come la duchessa di Milan si aspecta doman, e la duchessa di Melfi era zonta lì. Fo a visitar il gran capitanio e il dispen-sier magior, el qual ogi è stà ditto è morto. Era homo da bene. Item, vene a dì 25 uno messo di Roma. Fo ditto per lutto il papa era morto, e li cardinali sono lì, subito andono in castello. Item, di le trieve tra Franza e Spagna niuna mentione è stà facto, imo è stà mandato Marcello Colona al conte di Capaze; e l’Alviano à obtenuto in Puja Minervino e Spinazola ; e resta solum Venosa, dove si ha fortifichalo Loys d’Ars con le robe 1’ ha aquistato ; e 1’ artilarie se li mandava, per le aque non hanno potuto passar. Item, ave lettere di 1’ orator nostro in corte, che domino Agustino Sexa, qual è lì, vengi a lezer a Padoa, et li ha dimandato. Par contenta venirvi, et è facto più doctodi quello era, et ha studiato in grecho. Di Rimino, di sier Zuan Maria Mudaso capitanio di la riviera di la Mar cha, di 6 marzo. In risposta di nostre, et manderà a l’ofìcio di cathaveri il contrabando, e narra il caso, e nel [torto di Pexaro li fo fatto violentia. Item, prega sia licen-tiato possi andar con le soe barche a la guardia commessali e non stia fermo lì ; e se li mandi soven-