271 MDXIX, MAGGIO. 272 150 Sumario di una teiera di Chiosa, di sier Iliro-nimo Barbarigopodestà, data a dì 11 Marzo 1519, drizataa sier Michiel suo fratello e li altri. Fradei li amatissimi. Eri vi scrissi quanto mi oco-reva et circa a la cosa in novità di qui, intravegnàn-do (’opinion di questo reverendo episcopo de il spirilo sentilo in vescoado. Questa malina, soa signoria mi mandò avanti parlise di caxa uno suo messo a dirme el. desiderava parlar con el mio canzelier per cossa di gran momento. Li mandai esso canze-lier, al qual li disse che la nolle passada il spirilo haveva falò mazor remor che mai, et che lui spaventato andò per sentirlo, et dimandatoli se questa terra era per somerzerse, balè con i suo’ solili boli de si. Dimandatoli quando, bate 5 boli, che significa lino 5 zorni : a le quante hore? baie 7 boli. Dimandatoli molle altre parlicularità, lui vescovo dice di tulle aver dillo la verità, che esso monsignor è in tanto teror che ’I non sa dove se cazi, et ha deliberato ozi vegnir de li per esser con il reverendissimo Palriarcha, et etiam con la Illustrissima Signoria, nararli il successo. E cussi è partito in questa ora 17. Mi parse etiam io, da poi venuto da messa, andarli a parlar con il Canzelier grando, mio canzelier, et li massari di questa Comunità ; qual etiam a nui narò quanto è sopradito, monslrando esser in tanto Iremor et paura, che non sa in qual mondo il sia. Et in effeelo è inolio estenuato da Domenega in qua che parlai con sua signoria, come ve scrissi, che ’1 me disse di questa cosa; di la qual me ne lezi beffe et fina bora ne l'aria podio conto, se non fosse che lulta questa terra è in gran teror, el a condilion di sorle che facilmente sarà abandonata da de assai [tersone, dove ne poiria procieder mal assai. Per il che, mi ha parso meler ordine con duo boni religiosi et tre altre persone de inzegno, et lo personalmente con i dilli andar questa sera a la camera in vescoado dove se sente simel cose, et lame tulle le expe-rientie mi sia possibile di sentir tal cossa, ancor legni senza dubio non sentirò cosa alguna, come ha fato il Canzelier grando et maislro de scuola di qui, hornini di bon inzegno, che lì fo mo’ terza sera, che mai inleseno cosa ninna. Ancor che questa malina il reverendo episcopo mi habia dillo, che eri sera, dimandalo il spirito la causa perchè non si haveva fatto sentir l’altra sera, li rispose con la sua solita risposta di bole, che costoro erano andati lì come persone curiose et non con alguna fede che questo fosse spirilo, et che per questo non si haveva lassalo sentir. Una cosa è, che la terra è in spavento assai. Et ancor che io dagi poca fede a simel cose per molle cause et respedi, el maxime perchè mai questo spirilo si sente se qualche uno de quelli preli o zagi no è in lelo, dove poi lui bate nel pare, pur havendo-mi usalo le parole ha fato monsignor questa malina, el vegliando lui in persona de lì a tal efecto, ini ha parso far la aligata a li excellentissimi signori Capi di l’excelso Consejo di X, a li qual in substanlia naro la cosa seguila lina bora, la qual pregoli ti Michiel vogli da malina a bona bora darla a uuo di essi signori Capi, et dir a bocha a sue signorie che il vescovo lui personalmente da malina die comparire in Colegio, da il qual intenderano la opinione sua, pregando sue maguificenlie fazi habi una risposta, inlravegnando la movesla me dubito sia per far questo populo. De lì se dice zanze assai de proces-sion et altro. Non è slà lato procession alguna, salvo lo episcopo è andato mollo e spesso a Nostra Dona di fuora, seguitato da assai femenuzule, ma in efecto non se ha parlilo di qua, che io l'abia sapulo, come è sta dito. E mi meno, come vui lo j 56 * sapete ; nè son per movermi se altro più espressamente 11011 vedo, che non lo credo, ancor che questa malina con grande instanzia el vescovo babbi • dillo che saria tanto ben se stesse bore 4 fuor di questa terra, consideralo tanto pericolo, e son certi altri lo furano. Si per caso i excelenlissimi signori Capi non potesse andar in Colegio questa malina a bona bora, zoè domali, falli al tulio siano manda la letera a lezer in Colegio, perchè legno certissimo il vescovo da malina sarà li a bona bora, con el qual etiam potrai parlar. Spero questa sera discoverzer a ogni modo qualcosa, se farano acto niun, che non lo credo, et havendo cosa di momento, li spazerò una barcha a posta; ma non havendo, non farò altro. Copia di una letera di Roma, di sier Marco 157 Antonio Michiel di sier Vetor, data a dì 4 Mazo 1519, scrita a Venecia a Antonio dì Marsilio suo amicissimo. Da novo, oggi fano 8 giorni che furono benedeli gli Agnus Dei, el il Sabato in Albis furono dispensali al populo. La cerimonia è rara, come quella si fa dì 7 in 7 anni, è bella e molto solene, e più longa che io non vi la posso scriver in sì picelo foglio. Fu bella cossa da vedere il Pontefice con una caza d’oro, et duo cardinali apresso con caze d’argento, per due hore caziar di l’aqua benedeta gli Agnus Dei, a