649 MDXIX, SETTEMBRE. 650 utili secretario doclissimo e da ben. Item, fo fallo uno ordinario in loco dii dito Andriani, e rimase Antonio Mazaruol, è secretario extraordinario, qual registra i libri di Pregadi da mar e da terra. Item, fo partido ducali 200 tra li secretar» di la Canzela-ria, numero . . . ut in elivisione. Di Cataro, fo letere dii Proveditor di l’ar-mada, di. . . qual fo lele in Colegio di Savii redulo a soa posta : il sumario dirò poi. Noto. Se ¡illese come le l'uste di Malta die feno danno in Golpho, aver preso uno gripo con vini veniva di Candia di raxon di Zorzi Franchini. Item, zonse uno gripo di Candia con moscatelli di raxon di sier Francesco Foscari el vecbio; et erano do gripi sora le Merlere, et fo a dì 30 Avosto, zoè questo è sia preso, et questo è venuto, e una fusta vene prese quello, e non li bastò l’animo inlrometer questo altro. Item, si ave esser sia preso il rnaran di.. ......con vini fati in Candia per Fiandra, qual di Candía le conduseva a le galie di Drandizo, da fusle di turchi e tulli li homeni li tajono a pezi. Vene poi do galie rodìane, scontrò dite fusle menava via il maran e mandò a fondi una fusla et una prese et amazò tulli li turchi con fati presoni, et recuperò il maran qual lo condusono a Rhodi. Noto. In questo Consejo di X di ozi fu posto di tuor licenlia di aprir il Cassou, e poter parlar di poler far gratia e luor il processo fuora di sier Zuan Ferro qu. sier Antonio bandizà per sodomilio etc. Et fu preso di no. Questa cossa è sia tentala più volte, et mai fu preso poler parlar. A dì 14. Fu la Croxe. Tamen la terra non varda e li officii non sentano; la malina nulla fo di novo. Da poi disnar fo Gran Consejo. Fato Governador di l’inlrade, in luogo dì sier Andrea Foscarini a Rialto, sier Alvise Malipiero fo cao dii Consejo di X qu. sier Stefano procuralor. E nota : in la terza non fo strida esser tolto alcun, et questo perchè sier Biro-nimo Zane di sier Bernardo li locò la voxe, et sier Zuan Francesco Griti qu. sier Rironimo disse'to-cliarli V di la paxe, e il Zane cambiò con lui, unde fo tolto sier Gasparo Malipiero fo cao di X cugnado dii Griti, et poi il Zane vele al Griti toehava avochato grando e non V di la paxe, e disse: « Son inganado » e da stizza spanse il carama! sopra la póliza dove era nota Governador di V intrude tolto per lui, ita che non si poteva lezer. E visto le leze, et sier Marco Antonio Coniarmi l’avogador e sier Daniel Reriier cao di X andono in letion a inquerir la cossa, el vene a referir a la Signoria. Alcuni voleva impelir il Zane, tamen fo termina non fusse stridìi tolto alcun in la terza per esser slà spegazà la voxe. El cussi tre scontri soli fo balolà : cossa per mio judicio che si dovoa far altro. Fu fato do dii Consejo di X. Passò uno solo, sier Zuan Gradenigo fo capitano a Padoa, e tutte le altre voxe, che fo fate, passoe. Di l’Hongaria fo lettere di V Oralor nostro. 11 sumario dirò poi. A dì 15. La malina fo letere di Poma di 10, e di Milan di 12. El sumario sarà nota qui solo. Da poi disnar fo Pregadi per scriver a Roma, et far Ire Exalori et li do sora il Colimo di Londra. Fo lelo una lelera di sier Jacomo Zen conle di Puola, di 22 Mazo, di certo honiicidio fato a uno do lì nominalo ut in litteris, qual per il processo falò è slà pensalo domandar autorità di meter in bando con taja. Fu posto, per li Consieri, darli autorità ponerlo in bando di terre et luogi, con taja vivo L. 1000 e morto L. 500, el li beni conflscadi. Ave 133, 5. Di Hongaria, di sier Lorenzo Orio el dotor, 378 orator nostro, manu propria scripte, date a Buda a dì 12 Avosto. Come, a dì 26 Lujo, ricevute nostre di 15 et 23 Zugno con sumarii lurche-schi, et in una era de li insulti fati per scardonesi a subdili dii Signor turco et di la Signoria nostra, andò dal Re. Prima si alegroe da parie di la Signoria nostra di la sua valiludine e di la Irieva ; poi li comunicò li sumarii, demun disse di scardonesi cosa da concitar Turchi etc., poi non dia far danni a nostri subdili come fanno. Soa Maestà lo udì aleutamente, e li fe risponder per il reverendo Vaciense gran canzelier, ririgratiando la Signoria di la comu-nieation, juslilicando la Irieva, averla convenuta far Soa Maestà perché sperava ajulo da la Cesarea Maestà e dii Papa, et essendo seguila la morie di l’Im-perador c il Papa averli dalo parole, l’avea convenuta far col Signor turco per anni tre, acciò in questo mezo sarà più allo Soa Maestà e più abile a ob-starli, e li principi forsi si melerano in animo di ajutarlo per ben di la cristianità, e li signori serano più dispositi. La qual trieva è non esser in aperta guera, benché a li confini sempre si fanno danni insieme. Quanto ai scardonesi, si doleva aver inteso e si meravigliava dii reverendo Vesprimiense ban in quelle parte non havia falò provision, e che li duol di danni fati a nostri, e che ni il padre ni lui, a per-suasion di tanti principi che li e slà fato, mai hanno voluto far alcun danno a la Signoria nostra. Per tanto scriverla al dito Ban e manderia uno mandato capitai a scardonesi si astengano di far etc., el bi-