785 MCCCCCIV, GKNNAJO. tia la Signoria non solum di danari, ma etiam di averlo electo savio da terra ferma etc. Da Milan, dii secretano, di 16. Come eri sera intrò lì uno orator dii re di romani va in Franza, chiamato el canzelier de Tvr 1. Il gran maestro e il presidente, con bella compagnia li andò contra. Etiam lui secretarlo, e lo acompagnono a lo alzamento. El qual disse il re lo vederia volentieri, però volea andar presto. Et con lui lo acompngnerà domino Zufré Carlo, qual 1’ anno passato fo orator per il re in Eiemagna. Item, si dice el Cardinal di Ferara, eh’ è arzivescovo di Milan, et don Alfonxo eri fono travestiti di lì; etiam il gran maestro è stà travestito. Item, domino Morgante Pagan citadin di lì, per sospeto è stà mandà via, et uno altro che feva i lati dii Cardinal Ascanio etc. Di Brixigelle, di sier Nicolò Balbi capitanio, di 17. Come quelli di Orini Scolio, li homini di quelle ville, portò corbe ili grano lì, el è stà tolte zercha 600 e poste in castello, adeo quelli homini voria tuor altri tormenti di quelli di Oriol, quali sono in le fosse etc. Da Ferara, dii vicedomino,'di 16. Come, a requisition dii ducha, scrive la terra è sana di peste etc. Da Padoa, di sier Zorzi Corner cl cavalier, e sier Polo Trivixan el cavalier, rectori, di 19. Come el signor Pandolpho Malatesta fé’ I’ mirata in Citadella, et zercha le daie etc. Vene il zeneral di Crosechieri, di nation lombardo, el sento apresso il principe, dolendosi che a Roma havia impetrà quel priora uno fio di sier Nicolò di Prioli, di anni 18 eie,, che saria la ruin i di quel monastero riformato benissimo al presente, si l’andasse in commenda ; e che mai la Signoria non à voluto riè lo volse dar al Cardinal Michiel, ni a fra Ilironimo di Franceschi ; e fè lezer le lettere di la Signoria e parte sopra di questo ; et parlò dom. Michiel f’ensaben dotor, avochato, etiam per nome di pa-roehiani. A l’incontro, parlò per il Prioli domino Venerio avochato, dicendo: è frate, non voi in commenda etc. Or il Colegio si sentiva contra ditti Prioli, e per 1’ hora tarda nulla fo terminato. Item, fo co-messo a li avogadori il capo di ponente, che doves-seno in quarantia proceder contra sier Alvixe Morexini, et etiam farlo venir via ; et sier Alvixe da Molin savio dii Consejo, suocero di sier Nicolò Zustignan, 353* disse lo havia menazà di tuorli la vita ; però si lievi. Da poi disnar, el Colegio si doveva redur tutto per aldir sicr Polo Valier e sier Piero Michiel per le cosse di trivixana, per redur in possession la campa- gna etc., ma non se reduseno, et li savj alditeno Vicenzo di Naldo, qual disse aver perso per caxon di la Signoria, che ’l signor Astor e Nicolò Castagnin li fè tuor e dete danno per ducati 10 milia. Item, che è bon servitor nostro, et sempre à vigilà che Faenza sia di la Signoria, tamen nulla dimandava, solum aricordava le forteze è in Val di Lamon in man di homini; per ogni rispeto si provedesse de custodia etc. Li fo risposto, da loro erano ben custodite. Item, poi fo consegliato la materia di Roma etc., et quello si havesse a risponder al breve dii papa, et erano varie opinione ; nihil conclusimi. A dì 21 zener. In Colegio, domenega, vene il legato, qual volse li capi di X mandasseno lutti fuora, el poi el disse, come intisi da poi per relation dii principe, che eri havia esposto quanto il pontifice li havia eomesso, et etiam presentò il breve a la Signoria di IO; a hora, intendendo la Signoria fa fa-brichar le terre di Faenza et Arimino, che l’havia avuto uno breve dato a dì 4 a lui drizato, per il qual el pontifice li commeteva dovesse protestar a la Signoria nostra che la non facesse fabrichar, perchè omnino voi recuperar dit te terre e lochi a la Chiesia. El el principe et molti di Colegio li parlò gajarda-inente, che eri ne portò il breve di 10 et ogi questo di 4. Et esso si levò dicendo: « Serenisssimo principe, vi protesto eie. » Da Milan, dii secretano, di 15. Come fran. cesi, dubitando, mandavano fuori li infraseripti : domino Sige Galera fo maistro dii sai dii signor Lodovico, domino Alexandro di Cremona fo suo schalcho, lacomo da la Telia fo suo camerier, Mariolo e Zuan Antonio Yiscardi fratelli Corono etiam soy camerieri, Morganle Pagan, per esser gajardo et animoso, suo favorito, Zuarn lacomo da Zafonago sui fati dii Cardinal Ascanio, et el prevosto di Galera fradello di domino Sige, e ’l prevòsto di frati bianchi, el padre dii (jual fo Ihesorier dii signor Lodovico. Et li hanno fato e ditto si partino, e confinerano molti chi a Lion chi a Codignola, chi altro in Franza; et che domino Alexandro da Cremona et lacomo da la Telia amalati, par che domino Francesco Bernardin Visconte e domino Antonio Maria Palavicino loro cugnati ha-bino operato che stiano in castello fin guariscono. La qual cossa e movesta è di gran disturbo, perochè gebelini sono expulsi per gelphi. Item, che avanti 354 esso secretario zonzesse di lì, passò per Franza domino Philiberto va orator per il re di romani; et che monsignor di Lion orator per il roy et domino Hironimo Moron avochato di la camera regia in Milan, erano andati a’ sguizari, Item, che in Milan si