557 MDXIX, MAGGIO. 258 llironimo Zen XL, et sier Zaan Trivixan fo savio a Terra ferma. Pur fo leda senza mandar fuora li Secretori, per Alvise di Piero solito lezer le altre lelere. Scrive la importunità li ha usato quelli Zenerali in averli 100 milia santi promessi eie., con opinion di averli de prcesenti, et però scrive che il Gran Bastardo e monsignor di Sanblas et el Zeneral de Beona, quali hanno el cargo di danari, è stati da lui, dicendoli el He voi far fanlaria per ajutarsi a questa elelioD et ajutar li Eleclori, sicome lo Episcopo di Trevere, uno di Eleclori, ha rechiesto si fazi, per darli socorso. Pertanto la Signoria vogli proveder di 100 milia scudi ; la qual co-sa facendo, el He averà in gran servizio, e facendoli bona cauzion di reaverli, perchè el He al presente ne ha gran bisogno di quelli, rechiedendoli come a soi carissimi amici etc. Unde esso Oralor li rispose, non era zorni 8 che di questo liuvia preso resolulion con la Cristianissima Maestà, et però era bon star su quello havia una volta scrito a la Signoria, videìicet che, seguendo el caso, el Re se servisse de la Signoria di questa summa, con altre parole ut in litteris: dicendo parleria al Re de questo. Loro resposeno che a Soa Maestà bisognava far gran spesa per asecurar maxime el suo Stailo à in Italia, el la Signoria dandoli, li l'aria grandissimo servitici, llor esso orator, andò dal He, dicendoli la rechiesta fata per questi è sora li danari di Soa Maestà, e come havia scrito a la Signoria la resolulion fata con la prefala Soa Maestà. Et Soa Maestà disse, quello loro haveano rechiesto è slà di suo voler, perchè li conveniva far zelile ancora el non volesse, perchè el re Cattiolieo fava zenle: et che lui non voleva guera ; però la Signoria il potria servir in lauto suo bisogno. L’ Orator nostro rispose Soa Maestà haver zerchato far pace con tulli poi intrò Re, el però era bon conservarla : el che Soa Maestà * sa sguizari non lo voleno per He di romani, per averli scrito chiaramente; i quali, volendo Soa Maestà tuor la corona per forza, questi farano diversion rompendo nel Stado di Milan o altrove: però sano con-sejo saria zerchar, potendo, olenir pacifice, aliter non far con le arme. Soa Maestà laudò lai parole, dicendo, mai principieria guera lui, pur era bon star provisto, e non laria se non quando el fusse necessità. L’Orator disse, la Signoria non havia i danari contadi come rizerchano questi soi. Soa Maestà disse non li domanderia se non avesse bisogno. Et l’Orator disse la Signoria bisognava meler in orde-ne le zente per ajularlo, quando l’acadesse, a la de-fension dii Slado di Milan. Soa Maestà disse, questo l’è ubligata per li capitoli; ma questi è danari auti per servirmi come da carissimi amici. « El sapete, feci gran spesa a recuperarvi el voslro Slado» dele 100 milia scudi dii suo, lassò altri 500 milia a l’Impera-lor che ’I doveva aver», sichè la Signoria servendomi, l’arò molto a grato. » L’Oralor disse che dove mancava le forze però non manchava la volontà, et che la Signoria non havia el danaro pronto per la gran spesa fata in questa guera, né mai mancaria in quello ha promesso a Soa Maestà, pregando Soa Maestà non volesse dar cargo di questo a la Signoria, ma servirsi lui e lassar questi 100 milia in altro bisogno. Il He disse: « Ben son contento, ma la Signoria fazi provisión, perchè bisognerà presto darli eie. » e non voi se non quel si può. Dii dito, di 20, ivi. Come fo da Madama, dove era li tre predili. Vene il Re, parlò con lei, e più non li potè parlar. Ee il Gran Bastardo, monsignordi Sanblas et el Zeneral de Beona, li disseno: se averà presto li danari? Lui Orator disse aver parlalo al Re Cristianissimo, etera resta contento. Loro disseno ii Re non poi altro da quello volete ; questa è pocha cossa a servir el Re In tanto bisogno. L’orator disse che la promessa di 100 milia scudi fe’ in caso Sua Maestà fusse electo. Loro disseno: «Questa risposta è di niente di voler servir, e sperate non sarà eledo, e cussi vorete per non dar li danari». L’Orator disse: «Questa fu la richiesta le’ il Re», ella Signoria desi- 130 derava più presto fusse eledo Soa Maestà che ogni altro, con molle parole a proposito ut in litteris, et voria spender più quando el fusse electo. El loro disseno bisognava dar contadi avanti, però el Re voleva esser servito. Lui Orator disse sopra questo molle parole ut in litteris. La conclusion è, che dissono la Signoria lo servi almen de la milà adesso, zoè la milà per lutto Mazo, e l’altra mità per tulio Zugno, dicendo molle parole sopra questo, la Signoria doveria servir el Re; e lui Orator rispondendo a tutto sapientissime eie. Poi, esso Oralor parlò con la illustrissima Madama, qual li disse il Re averli dillo el tutto, et che sempre l’era amalor di la pace, e non desiderava aver questo titolo se non per usarlo contra infideles per ben de la cristianità, però la Signoria doveria presto servirlo, « e si ben el He conlentò a quello li avete diio, Soa Maestà è modesta e non voi più di quello volete, pur la Signoria lo doveria servir in questo suo bisogno»,dicendo:«Am-basador, fate Policio con la Signoria come ambasador dii Re, et io farò de qui come per la Signoria con el Re mio fiol». Scrive adunca diio Oralor, questa materia da una banda e l’altra è di grandissima importanza. Lui non la sa diserner, e si remele al sapien-