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MDX1X, SETTEMBRE.
sognando, e li am rnunderia soi nonlii et zente per castigarli. E di le nove ringratiò la Signoria, pregando 378' ¡I perseverar, per averle mollo grate. Scrive, la sera esso Oralor andò a casa dii Gran canzelier per aver dite lelere. Et il secretario suo è in loto febricitante, però ha scrilo di sua man, etc.
Dii dito, a dì 2 Settembre. Come è sta certi -fíchalo da bori loco, le trieve fale col Signor turco è semplice cosa, solum remeler la aperta guera, et li subdili poter negotiar, non che il Turco li restituisca alcuna cossa, et che per corarie si fazino, non passando 500 cavalli hinc inde, per questo non se intendi esser rota la trieva, et che è sta qualche contrasto a Mietervi li Vaivoda transalpino et quello di Mondavi», perchè il Signor turco non voleva fosseno inclusi, et che dita trieva, questi governa il regno l’hanno fata per non spender. Scrive, a la dieta vo-leno far de lì, è zonto il cardinal Strigoniense e il reverendo arziepiscopo Colocense e il ducha de Slesia, do di Moravia, et scrive è zonli 2 nonlii dii regno di Bohemia a exortar quella Maestà vadi in Bohemia; ma questi signori hongari non voi per niun modo si parti, e cussi di dì in dì zonzerano li altri signori. Ila visitalo il Cardinal e il Conte Palatino e l’arziepiscopo Colocense, a i qual ha comu-nichàto le nove turchesche, et il Cardinal et il Conte Palatino mollo si hanno oferto a la Signoria nostra. Zonti saranno li altri signori, li visiterà.
Di Roma, di V Orator nostro, di 10. Come a di 8 de sera vene lelere di Pranza, e la malina mandò a caxa di oratori francesi a veder si erano, e intese erano parliti per tempo, et poi pranzo andò a trovarli. Et prima parlò a monsignor San Mallo qual disse nulla havia auto lui, ma ben monsignor San Marzeo; et poi parloe al diio San Marzeo, qual li disse aver auto letere di 2. La Cristianissima Maestà ha risposto li piaceva di la bona volunlà dii Pon-
379 (efice in far la liga tra Soa Beatitudine, Soa Cristianissima Maestà e la Signoria nostra a defensión di comuni stati solimi: e disse non havia ancora parlato al Papa, ma ben questa malina fo dal signor Alberto da Carpi, et eli’ el voleva andar a ìiora dal Papa. Et cussi tutti do oratori andono insieme a palazo. San Marzelointrò prima, poi mirò esso oralor.
Il Papa li disse, a quello esso Orator nostro li richiese quello havia di Pranza, disse: « Senio ben sati-slali di quel re Cristianissimo » e li disse lacontinen-tia di le letere, e come il Ite era contento far la liga tra imi, ma la si legni secreta, et ch’el desidera pace come etiarn Soa Santità la voi. linde esso Orator nostro laudò molto l’opinion di Soa Maestà di
esser inclinato a la pace e più quella di Soa Beatitudine, la qual disse aver risposto è contenta far la liga e lenirla secreta, el niun di nui dicesse di questo, sì ben da altri fosse dita, per non meter zelosìa. Poi disse voleva pensar su questo, e voi considerar li articoli ha con Soa Maestà, dicendo: « Poi vi faremo noto il tutto ». Esso Orator ringratiò, et scrivo per opinion sua voi aver letere di Spagna, qual non poi star non zonzi, si aspetta a dì 14, et fo expedite do poste per Spagna.
Tanto esso Oralor voria la Signoria li scrivesse la ferma sua opinione e non parole zeneral, perchè, volendo concluder liga, non è bon metervi tempo.
11 Papa li disse etiam voleva spazar lo episcopo di Pisloja a’ sguizari, qual è a Fiorenza, e far venir qui a Roma il Cardinal Seduneuse sguizaro, il qual fo di quelli lo elexe Papa, e li ha dato pension in questi tempi per intertenirlo e sustentarlo. Poi l’Oralor li domandò di l’armada di Zenoa. Disse: « È vero, ho lelere di Pietro Navarro, qual scrive è in ordine ora
18 galie et 2 . . . . et dia vegnir in queste aque, e cussi li liavemo scrito cl vegni con ditta armada ». Poi li disse volerli dir una cossa in gran secreto. Li promise farlo, come ha fato de li altri secreti. Li ha diio videlicet, che ha inteso ditta armada vuol andar a tuor la Sicilia, dicendo: « Non la credemo ». Poi 3 l’Orator li parlò dii caso di Padoa. Disse: « Como averele letere di la Signoria, di questo noi comele-remo la cossa de lì per non abandonar quelli poveri frati ». Per tanto esso Orator scrive la Signoria li scrivi caldamente di questo. Poi il Papa li disse del caso di Gualdi visentini, la Signoria voy remerli a li soi judici ecclesiastici.
Da Milan, dii Secretano, di 12. Come in questa malina monsignor di Lutrech è andato a Gambalò a caza. Starà fuora 5 zorni. El signor Teodoro govcrnador nostro lo acompagnò per mia 4 fuora. E per la fortifìchatione di Milan, à messo pagar il quinto di più di dazio a tulio per ducali 20 mila, et certa quantità pagi il cloro, che tulio sarà ducali
50 milia, e eresse il sai, e voi sia questa imposition per anni qualro. E Lutrech Ini diio voi andar in Pranza, nè altro desidera che partirsi de qui; ma non sa lui Secretano chi romagnirà in loco suo a Milan. Et monsignor di Asie li ha diio il Re voria restasse el Governalor nostro, qual non voi restar. Et si dice, è aviso di Pranza vegnirà monsignor di Telegnì a tal governo. El par Lutrech babbi scritto al Re Soa Maestà vengi lino a Lion. Scrive dito Secretano lo posto fo levate fino a Milan, poi rimesse por dubito di sguizari, adesso iloti bisogna ; pur sì non lusso