939 MCCCCCIV, MARZO. 940 e al coverto, al qual arsii fu mudar P asta da poppe (che) se ruppe. Item, dimanda le taole per coprir li do volti di l’arsenal, e mandarli danari e taole per il magazen di biscoti. Item, manda il conio di biscoti, el qual farà solum, a le 10 galie è fuora, mexe uno e mezo. Però si provedi. Voi mandar do galie a la custodia del golplio, e lui andar con il resto verso l’Arzipielago. Item, che li torioni di quella terra, qualcheuno costa a la Signoria da ducati 15 milia, do di quali sono discoperti vanno crepando, c con pochissima spexa si copriria, almeno di tavole. Item, domino Stephano Petretiu, eleclo ambassador di quella comunità a la Signoria per la forlification dii borgo, non aspeta altro ad imbarcharse che li danari che presto si trazerano di la tansa. Dii ditto, di 8. Come alcuni si à doluto che certi cimarioti, homeni de mal alar e scandolosi, hanno armalo uno brigantino e stano a la guardia, che vedendo qualche nostra barcha o altro navilio di poche forze che passano per quella costa, li vano a ladi e li svalisano; unde subilo à expedito lettere al sanzacho di la Valona facendoli intender i mali portamenti de’ dicti cimerioti, e li provedi etc. E perchè el vien dito ditti cymerioti non li presta ubedientia, si cussi è lui li provederà etc. Tamen, se intenderà questi perseverino nel robar, manderà qualche galia a veder di averli ne le man. Item, eri, per una barcha partì di la Valona a di 2, hanno dii ritorno di le fuste in la Valona numero 6 et uno brigantino, state a le bande di Puglia. E rilrovandose sopra el Capo di Santa Maria, scon-trorno una nave forestiera, con la qual l’orono a le mano, et con I’ artigliaria de dieta nave fo sfondrata la fusta dii capitanio e maltratate tutte. Con danno 456 * sono ritornate a la Valona, ut supra. Item, avisa de li poveri veronesi rimasti su la galia di Trani per venir a Venetia con l’arsii predito. Erano nudi come nascerono, et di 32 erano, 16 sono morti, non li zovando le provision fate in l’hospedal. A li restanti li ha comprato uno gabanichio per uno, e con li navilj partirano per zornata li manderà a Venecia. Dii ditto, di 10. Come ave lettere dii proveditor di Alexio di 5, zercha il mandar le artilarie è lì a Venetia, videlicet le superflue, li mandi qualche galia a levarle etc. Item, di la crida dii sanzacho di Sculari, che tutti homeni de lì se melino in hordine per andar a fortifichar Durazo ; e che si diceva li sanzachi voleano mandar alcune vele di la Valona con gran numero di homeni al porto de San Zuane da la Med a per far calzine; però li mandi qualche galia de lì. Etiam è voce turchi voleno fabrichar la terra di Alexio vechio, unde solicita conzar le galie, e le mandarà lì a San Zuane de la Medoa. E a dì 12 meterà la galia Bondimiera abasso, poi le altre per zornata. Voi stope, sevi etc. ut in litteris. Dii ditto, di 13. Come zonse lì le galie di Baruto, a le qual dà el presente mazo di lettere. Da novo nulla zè, oltra quello scrisse per sue de ogi mandate per Marin Govera e Nicolò da Coron patroni di gripi. Da Ravena, di fra’ Mansueto di Santa Maria di Gratia, date a dì 25. Come il papa jubila per la liga fata tra li reali, e se dice de lì da matina è papa et post pransum sedes vacat. Item, ogi a hore 22 vel circha, intrò li oratori 12 zenoesi li, videlicet in hoc modo. Prima li cariazi per numero muli 54, coperti de rosso con diverse arme; da poi el capitanio de li stratioti, forsi con 20 compagni, et parte de la guardia del ponlifìce ; da poi parte de le fameglie di cardinali, e driedo 45 copie de cavalli de la famiglia de li ambasatori, chi con mule e chi con cavalli, ma più mule che cavalli, a do a doi, de vestimenti non molto in hordine ; da poi le fameglie di cardinali, ma senza ordine, el li ronchonieri dii papa con tamburi et pive, e zonti al castello grande quantità de trombe; da poi li ambasalori acompa-gnali da prelati numero 12 gioveni et vechj, ma più zoveni che vechi, luti vestiti di damaschino, chi figurato e chi non, fodrati di dossi a la zenovese, con collari a lor modo et tuti di grana, salvo che l’ultimo zovene una vesta paonaza pur di veluto a quello modo. Et zonti al castello, fo diserato molti colpi di bombarde, et inclinati in terra al pontefice che era a la finestra, con grande rixi (sic) passono a loro stantie con grande quantità de prelati de la famiglia dii papa e cardinali, con tutti li merchadanti zenoesi stano in Roma. Si stima, tra muli e cariazi e cavalli, numero 200. Item, ricomanda a la Signoria el signor di Pexaro, col qual ogi à parlato. 457 Da poi disnar fu gran Consejo. Fu posto per li consieri dar a domino Jacomo di Paxi dotor, citadin faventino, tre zudegadi dove li piacerà, sotto 3 rezimenti etc. Ave 134 di no, 1024 di la parte, e fu presa. Item, fo publicato alcuni debitori di 1’ oficio di quelli sora le pompe di le done, vadino a pagar etc. Et in Colegio li savj consultono di armar e me-ter decime. A dì 4 marzo, Imi. In Colegio. Vene li palj frati eri a l’archo a Lio, juxta la deliberation fata nel Consejo di X zà uno anno.