343 MDXIX, GIUGNO. 344 veludo cremesin, di zendà. Era vi li oratori di Pranza, Ferara et Manto», et il fradelo dii duca di Savoja studia a Padoa. Quel Legato dii Papa è ancora indisposto, per la gamba si scavezò essendo sora la Brenta a solazo. Eravi poi el resto de invidati al pranso, sì Oficii di Rialto, come alcuni altri di più invidati in loco di altri. A dì do. Fo el zorno de la Sensa. La Signoria andò nel Bucintoro a sposar el mar e udir messa a San Nicolò di Lio, justa el solito, videìicet vicedoxe el prefato sìer Michìel Salamon consier di anni 87. Poi vcneno al pranso dal Doxe; tamen Soa Serenità non vien più a tavola. Eravi etiam quel fradelo dii ducha di Savoja, nominalo di sopra. Da poi disnar, li Savii si reduseno, non però lutti, et veneno letere di le poste di Milan di. . . di Pranza di... et dii Sttrian, pur date a Poesì a di... Mazo ; el sumario de le qual letere scriverò di solo. È da saper: in questo zorno, domente el Bucintoro ussite dii porto per andar, el vicedoxe, a sposar cl mar, vene dentro a disarmar sier Alvise da Riva di sier Bernardin, soracomilo, qual ave licentia dì venir a disarmar, slato in ordene sempre la sua galia di bona e perleta zurma, ma la galìa inavega- • bile. Si dovea mutarla e lusarlo questa estate l'uora ; tamen preseno in Pregadi darli licentia, et fo mal facto. Hor dila galia sotil vene insieme col Bucintoro vogando fino a San Marco, et poi tutti smontonodi la galìa, la qual fo conduta in Arsenal. A dì 3. La malina, veneno in Colegio sier Bernardo Donado qu. sier Zuane, sier Francesco Minio qu. sier Bortolainio, et sier Orio Venier qu. sier Jacomo Auditori nuovi, alcuni di loro stati in sinica in Terra ferma mexi 9, vestili erano di seda. Et sier Orio Venier, come più zovene, comenzò la sua rela-tione, et non fo al mezo che li fo dato licentia per lezer le letere venute di Roma et Napoli, et quelle di eri sera zonte di Franza e dì Milan e altrove, cbe sono de gran importantia. Et voleano alcuni dì Colegio far ozi Pregadi, et ordinono farlo comandar per expedir maxime li capitoli di zudei : poi fo re-vocbato e ozi consulterano li Savii, et doman si farà Pregadi etiam per scriver in Franza. Fo balotato li danari per far cinque paraschebni per la venuta dii revereneissimo cardenal Egidio, qual si ha el suo zonzer a Pavia, e de lì venir per Po a Chìoza. Sarà presto de qui al suo Capitolo, qual tutta via zonzeno frati a San Stefano. Aloza dito Cardenal in la casa fo di sier Andrea Corner sul canal grando a San Samuel, et l’hanno tolta per zornì ... et li danno di filo a la soa comessarìa ducati CO et loro la preparano. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consu-lendum. Di Roma, di 29 Mazo. Vidi letere particular di l’oralor nostro. Avisa le cose di Fiorenza sono passate pacificamente. De la eletion dii re di Romani, le cose sono più incerte che mai, e li Eletori sono più sagazi di quello forse che altri credeno. Spero sarà come ho ditto altre volle. A dì 25, si fece qui in Roma in la chiesia di Santa Maria super Miner-vam le exequie del qu. olirti ducha di Urbino. Tulli li fiorentini di qualche condition si vestìno da coro-zosi loro et do overo tre altri con se a sue spese, sichè furono gran numero. La messa fu cantata per lo episcopo Otocense Traguriense di quelli de An-dreis; la oratione fece uno episcopo domino Camil- lo Porcaro romano. Esso Orator nostro vi fu, non potè intenderla per el gran tumulto vi era; ma lui è uno de li più famosi in arte oratoria, si ritrova in questi tempi lì in Roma: ha boni gesti, ina pronon- 195 tia cantando. Furono a ditte exequie lì reverendissimi cardenali, tutti li atnbasadori exceplo lo yspa-no, tien sìa restato per la precedenza con li oratori francesi. La cosa non è stala mollo solenne. De la eletion sopradita dii re di Romani, Franza ne ha pocha speranza, come per le publice el tutto intenderà ssì. ltem, per letere di sier Hironima Lipomano di 29, ho avìso, come Venere a di... in concistorio fo fato Legalo in la corte di Toscana el reverendissimo cardenal di Medici, in la qual legalione è Ur-bin ; sichè tutta questa estate starà a Fiorenza. Eri zonse lì a Roma el cardenal di Rossi nepote dii Papa, fo a Fiorenza avanti el morir dii ducha Lorenzo. Scrive che a Fiorenza le cosse è quiete, e vivendo ei Papa quel Slado non farà mutation. Altri voriano sulevar uno fiol naturai fo dii magnifico Juliano, nato di una di Urbino, et ne è qualche parola di darli il Stado di Urbino; altri dice el Papa lo darà a la Chiexa insieme con Pexaro e Sinigaja ; altri che si farà uno matrimonio in la fiola naia dii duca Lorenzo in uno fiol di Francesco Maria olitn ducha di Urbin, e a questo modo li sarà resliluido el Slado. Et scrive, eri zonse lì a Roma domino Baldisera di Castion orator dii marchese di Mantoa, venuto con fama di dolersi al Papa di la morte dii Ducha suo nepote, tamen si tien traterà questa cossa. Item, vidi altre letere scrive alcuni mantoani erano slà retenuti li a Roma, con dir erano venuti per tratar cose di dito Francesco Maria ; hanno auto la corda,